Metti che, un martedì sera qualsiasi di gennaio, ti venga in mente di leggere l’Inferno di Dante, ma non a casa tua e neppure in una libreria del centro o a caffè letterario. No, in una sala imboscata là sotto, tra il cavalcavia della ferrovia e l’autosilo della Valmulini, nella sede della cooperativa AttivaMente.
Oppure decidi che il modo giusto per parlare del rapporto tra padri e di figli non è lo studio di un analista né, esageriamo, una sala convegni ma il Teatro Sociale, e lo fai attraverso Amleto.
Robe da matti, verrebbe da dire.
Robe da Jacopo Boschini e Valentina Romano, in realtà. Marito e moglie nella vita, lui regista teatrale, counselor e presidente della cooperativa AttivaMente, capace di riempire teatri parlando dei grovigli dell’animo umano, lei amatissima docente di lettere al liceo Giovio e reduce dal successo del primo appuntamento del suo ciclo di incontri Le Pagine Belle dedicato, appunto, alla prima cantica della Divina Commedia (due date immediatamente sold out e un secondo appuntamento con I Promessi Sposi già esaurito e in odore di replica).
Due che, in un colpo solo, sono capaci di scardinare certezze granitiche tipo: a) a Como non c’è mai niente da fare; b) la gente vuole divertirsi e la cultura, quella con tutte le maiuscole, annoia.
E invece teatri strapieni e persone in lista d’attesa per ascoltar leggere classici che a scuola avrebbero volentieri bruciato: qual è il segreto?
“C’è voglia di bellezza”, è la risposta, semplice e disarmante, di entrambi.
“La mamma di un mio alunno mi ha detto che, vedendo il figlio studiare, le era venuta voglia di tornare al liceo e così mi è venuta l’idea di questo ciclo di incontri – racconta Valentina – perché queste parole meravigliose devono rimanere solo tra le mura di una classe? Portiamo fuori da scuola questa bellezza. Mi piace l’idea del benessere attraverso la lettura”.
Ed ecco che i versi di Dante a 700 anni di distanza sembrano parlare di quello che ancora oggi frulla nell’animo umano e inchiodano per due ore alla sedia sessanta persone e più a ogni appuntamento. Fa riflettere. “Un’amica mi ha detto che c’è ancora speranza per l’umanità – sorride Valentina – di certo è una grande soddisfazione che fa venire voglia di fare progetti per il futuro”.
In programma Leopardi, Pascoli e D’Annunzio “ma magari aggiungerò anche Montale e Ungaretti. E poi sarebbe bello pensare a un corso più articolato in futuro, ma è presto per parlarne”.
“Quando la proposta è di qualità, il pubblico risponde – spiega Jacopo – la responsabilità di noi operatori culturali è quello di trovare contenuti di valore e persone in grado di offrirli in maniera fruibile. Se sei capace di fare questo, puoi anche parlare di massimi sistemi e la gente arriva”.
Ma allora perché, capace com’è la sua cooperativa di offrire qualità e con la fame di eventi in grado di accendere le sinapsi, da qualche anno non lo vediamo più sul palco del Sociale con un grande evento pubblico?
Ragioni di budget ma anche una filosofia meravigliosamente controtendenza: “In passato, con grandi progetti come Aurora (“corso per genitori” nato da un’idea di Anna Veronelli, Ndr), abbiamo portato 900 persone al Sociale raccontando l’Otello o l’Amleto – spiega – ora però abbiamo deciso di non organizzare più grandi eventi di questo tipo, a parte quelli destinati alle scuole e al progetto Questo Mostro Amore. Io e la mia collega Valerie Moretti continuiamo a tenere incontri che fanno sempre il tutto esaurito ma la scelta della cooperativa è quella di concentrarsi sul nostro nuovo centro socio-culturale organizzando micro-eventi che possano avere più continuità. Ma la risposta del pubblico continua a essere ottima“.
Eccoli qua, Jacopo e Valentina, la dimostrazione che non servono palchi prestigiosi e budget da capogiro per fare il tutto esaurito: bastano bellezza e talento. Hai detto niente.
Un commento
Bellissimo l’incontro su Dante: grazie!