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Dopo le elezioni Regione Lombardia condanna l’ospedale di Menaggio. E i modi sono un sfregio ai comaschi

C’è qualcosa di persino più grave – almeno a livello simbolico – dell’annuncio dato ai microfoni di Etv dall’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso del definitivo affossamento dell’ospedale di Menaggio per come lo si è conosciuto finora, visto che perderà il Pronto Soccorso e diventerà struttura per cronici. E quel qualcosa di più grave è il modo quasi furtivo con cui non soltanto Bertolaso, ma l’intera Regione Lombardia – esponenti di giunta e maggioranza in primis, a partire da quelli comaschi – hanno tentato di far passare lo stravolgimento definitivo del presidio menaggino.

Dopo anni di battaglie di alcuni sindaci del territorio per scongiurare il depotenziamento totale, dopo l’impegno di un Comitato locale sorto apposta per difendere con le unghie e con i denti la struttura, dopo le rassicurazioni e le pacche sulle spalle dei tanti politici di centrodestra che sono saliti fino alla soglia dell’Erba-Renaldi per dire che “no, l’ospedale è importante, promettiamo che non si tocca”, dopo 14mila firme raccolte tra la popolazione, ecco che immediatamente dopo le elezioni europee (altro dettaglio vergognoso) la giunta guidata dal leghista Attilio Fontana cala la mazzata su Menaggio per interposto Bertolaso.

E come lo fa? Innanzitutto alla chetichella, senza nemmeno un momento formale – se non proprio istituzionale – che almeno incorniciasse una comunicazione così importante per il territorio. E poi persino senza un comunicato esplicativo, senza una nota, senza una sola parola ufficiale né della prolifica Asst Lariana né della pur enorme macchina comunicativa di Palazzo Lombardia che invece proprio oggi – ironia della sorte – informava tramite il presidente Attilio Fontana che “il fascicolo sanitario elettronico 2.0 consentirà al sistema di cambiare passo”. A parte questo dettaglio quasi grottesco, ecco che d’incanto il panzer comunicativo regionale, con le sue costole locali e personali, di solito così prolisso e prodigo di foto e papiri chilometrici quando c’è da inviare a giornali e tv le foto dell’ennesima inaugurazione da cinegiornale in bianco e nero, si ammutolisce. Nel giorno in cui l’ospedale pubblico di un territorio di circa 35mila persone perde la sua sostanziale funzione originaria (e forse gran parte del suo senso), nemmeno una misera riga. Nulla, zero. L’ospedale di Menaggio è stato condannato, ma meglio non dirlo troppo in giro.

E non è finita qui. Perché non c’è solo l’eliminazione del Pronto Soccorso, tra le notizie di oggi. C’è, come rammendo, l’annuncio della creazione di una sorta di polo ospedaliero centro-alto-lariano unitario tra ciò che resta di Menaggio e l’ospedale di Gravedona, così da cercare comunque di garantire i servizi di urgenza alla popolazione del lago. Peccato per un “piccolo” ma non trascurabile dettaglio: il Moriggia Pelascini è privato e con questa mossa ancora una volta in Lombardia l’equilibrio e il centro di gravità della sanità si spostano fuori dalla sfera pubblica. Certo, è del tutto ovvio che i principali servizi sanitari saranno garantiti e accreditati, e che dunque una sostanziale funzione pubblica  sarà comunque assolta (e ci mancherebbe altro). Ma, di fatto, Regione Lombardia mette nelle mani di un soggetto privato, e dunque mette nelle sue legittime strategie sanitarie ed economiche, il destino di un’altra fetta di sanità pubblica. Con tanti saluti a Menaggio, al suo storico ospedale, agli abitanti dell’intero circondario e alle migliaia di turisti che avrebbero forse bisogno di più sanità, non di meno. E invece per chi vive o villeggia sul lago, da adesso l’urgenza non sarà più una priorità. E se proprio ogni tanto lo diventasse, c’è pur sempre la statale più trafficata di Lombardia per andare al Pronto Soccorso più ‘vicino’, no?

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20 Commenti

  1. Dove sono i nostri amministratori locali, perché non si fanno sentire? Li abbiamo votati affinché tutelino gli interessi di noi cittadini che viviamo in un territorio pregevole, ma con una viabilitá altamente scadente. La salute è un bisogno primario, perché ci abbandonano e ci TRADISCONO? I giochetti politici non vanno fatti sulla pelle dei cittadini più fragili.
    FORZA facciamoci sentire davanti ai municipi per smuovere i sindaci da questo assurdo torpore. La salute non è di destra o di sinistra, è un valore costituzionale.

  2. Non sto a ripetere i motivi per cui questo ospedale non doveva essere chiuso, se ne é parlato tanto e i commenti sopra sono abbastanza esaustivi. Esprimo soltanto il mio disgusto per i politici a cui non importa niente dei cittadini che li hanno votati, per la vigliaccheria con cui hanno comunicato questa notizia, per i loro menefreghismo nei confronti della salute e il benessere delle persone che dovrebbe essere una priorità. L’ospedale di Menaggio anche per noi dell’alto lago era un importante punto di riferimento, ci sentivamo al sicuro, ora invece siamo allo sbando. Siamo in provincia di Como e dobbiamo essere gestiti da Sondrio per quanto riguarda la sanità, anche questa è stata opera di politici geniali. Ora che Bertolaso ha svolto la sua missione se ne torni pure nel suo terzo mondo che il quarto mondo, sul lago di Como, non ha più bisogno di lui per essere ridotto macerie.

  3. La gestione della Salute in Lombardia è ormai più orientata all’economicità che alla funzionalità. Tuttavia, anche se si giustificasse la scelta sull’economicità e non sulla funzionalità, c’è da chiedersi perché eliminare il Pronto Soccorso di Menaggio che copre una vasta area distante da altri ospedali e soprattutto zone molto turistiche per almeno 9mesi all’anno. E non si comprende neppure l’economicità della scelta di mantenere una struttura per cronici in un’area non particolarmente popolosa e distante dalle aree in cui è maggiore la concentrazione di abitanti. Per intendersi, gli ospedali per malattie croniche servono le aree che hanno una alta densità di residenti, il pronto soccorso serve per gestire le emergenze anche e soprattutto di chi è in vacanza e non può usufruire della medicina territoriale. Evidentemente, come sempre, in una zona che alle Regionali e alle Politiche si vota Lega, l’ospedale per cronici è il contentino prima della chiusura definitiva dell’Ospedale.

  4. La sanità è diventata merce di scambio politico.. la sanità è un servizio ai cittadini sancito dalla costituzione.. un investimento.. non certo un costo “aziendale” come si chiama adesso.. nel meridione un fatto così grave è chiamato mafia.. qui al nord ” buon governo del centro destra”… del resto perchè lamentarsi siamo in democrazia .. questa classe politica è stata eletta dal popolo.. il popolo che adesso si lamenta!!.. non c’è grande differenza tra mandante ed esecutore di un reato.. e noi proprio NOI siamo i mandanti.Il sindaco di Menaggio rieletto,che dimentica che è stato eletto dai suoi concittadini.. ma che non è a fianco dei suoi elettori che protestano per la chiusura dell’ospedale di Menaggio.. dimendicandosi che lui è il loro rappresentante e non il rappresentante della lega o di fratelli d’italia!! … dal popolo è stato eletto e del popolo deve fare gli interessi!!
    Più di 5 milioni di poveri in Italia.. è ci dicono che tutto va bene.. che ci sono più occupati.. e già 300.000 occupati e 5.500.000 di poveri assistiti dalla Caritas
    Vegliamocci .. se non per noi .. ma per i nostri figli e nipoti!

  5. La chiusura del pronto soccorso e’ assolutamente un gesto folle e irresponsabile in relazione al territorio e al tempo di percorrenza tra alcuni comuni e frazioni , come quelle indicate giustamente dal Grandi ,e il ps Gravedona o ancora peggio Como.
    Questo sia che uno ci si rechi autonomamente ( con i relativi rischi di peggioramento o evoluzione del problema) sia tramite servizio di emergenza urgenza.
    Mandare un mezzo di soccorso da Cavargna , ma anche San Fedele…fino a Gravedona , magari in codice non urgente , significa scoprire l’intera zona per ore andando a peggiorare l’efficienza dell intero sistema ” 118 ” .
    inviterei anche certe menti brillanti , ovviamente in qualità di osservatori , a farsi un giro su un ambulanza sulle nostre suggestive strade, vediamo dopo quanti tornanti o minuti di percorrenza iniziano a vomitare , poi pensino per chi gia sta male di suo come possa essere bello farsi 40 minuti o piu’ legati a una barella.

  6. Ottima scelta chiudere un PS territorialmente strategico, se volevano mandare al collasso definitivo quello di San Fermo, già sovraccarico, è la strada giusta. Come mai non si fa più sentire l’assessore che meno di un anno fa si vantava di aver fatto investire milioni di euro per quel presidio (https://comozero.it/attualita/ospedale-di-menaggio-sorpreso-dal-voto-di-dotti-e-gaddi-il-4-agosto-sara-presentato-il-progetto-di-sviluppo-dei-servizi/)?

  7. Nel DISINTERESSE quasi totale dei Sindaci del territorio (in particolare del riconfermato sindaco di Menaggio. Nipote del compianto Sindaco Luciano Erba che l’ospedale di Menaggio ha voluto strenuamente credendoci fino in fondo e lottando per ottenerlo). Si presentano in fascia tricolore a tagliare il nastro per l’inaugurazione di una fontanella a Menaggio coi loro Salvini e Fermi ma per l’ospedale niente!!! Ordine di scuderia: zitti e fate quello che Bertolaso dice!!! La gente li vota ed è contenta così!!!! Quindi non si lamentino se devono stare otto ore al pronto soccorso di Gravedona o Como

  8. Io sono di Menaggio, il primo infermiere uomo assunto il primo giugno 1987 all’ospedale di Menaggio e , aggiungo, non ho mai votato né Lega né altri di centrodestra. Sono andato in pensione il 1° gennaio 2011 ma ho sempre seguito con passione le vicende del nostro ospedale che ai miei tempi era come una grande famiglia. Ricordo che i primi anni, diciamo sino a poco dopo il 2000, il nostro ospedale attraeva ancora i giovani professionisti, sia medici che infermieri perché avevamo dei bravi chirurghi, medici internisti, ortopedici poi il lento e inesorabile declino voluto/favorito dalla mala politica a tutti i livelli che non ha mai capito che tutti i cittadini della Repubblica sono uguali davanti alla salute e cioè anche un abitante di Cavargna o di Seghebbia ( la frazione più lontana della Val Rezzo) hanno gli stessi diritti davanti ai problemi di salute. Che grande amarezza e sconforto, mi viene da piangere, una bella favola è finita in malo modo grazie al disinteresse anche della maggior parte della gente e di quasi tutti politici anche locali.

    1. Come ti capisco, a Chiavenna uguale stessa situazione e fra poco chiuderanno anche noi,stanno sembrando tutto….in silenzio e noi poveri pecoroni….silenzio
      Che desolazione

    1. È il modello destra-lega-Formigoni-Fontana-eccetera.

      5 basi elicotteristiche top, favoritismi a gogo alle cliniche private, smantellamento del pubblico anche nei servizi essenziali, macchina propagandistica ben oliata martellante sulla normalità di tutto ciò, silente sugli immani disservizi, roboante nel proclamare la “eccellenza” lombarda.

      E milioni di analfabeti funzionali giù a barrare il loro simbolo nell’urna.

      Ma non può andare avanti all’infinito: la gente, prima o poi, capirà. Sempre troppo tardi, però.

  9. Visto che i partiti che governano in regione (da più di vent’anni), fanno sempre il pieno di voti nei paesi lacustri, direi che va bene così. Godiamo e poche lamentele…

    1. E con loro i sindaci che gli hanno tenuto la coda in questi anni, anch’essi riconfermati.
      Ci meritiamo tutto questo

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