E la risposta è arrivata in fretta. Solo poche ore fa davamo conto delle parole del sindaco di Como, Alessandro Rapinese, ieri sera in diretta su Etv. Qui: Lo ‘schifo’, il figlio dell’ex assessore, l’intelligenza della cittadina: Rapinese trasforma la tv nel suo ring.
Ora prende la parola il segretario cittadino di Forza Italia, Davide Gervasoni, che rivolgendosi direttamente al sindaco e risponde punto per punto alle dichiarazioni di quest’ultimo venerdì sera sull’emittente Espansione Tv.
Ecco quanto scrive Gervasoni:
Sindaco,
Il Suo ennesimo spettacolo in tv – perché ormai di spettacolo si tratta – ha superato un limite inaccettabile. Il riferimento al “figlio del Gervasoni” non è solo meschino, è la prova definitiva che, quando non ha argomenti, passa agli attacchi personali. Non è certo una novità: di fronte a qualunque critica o osservazione, Lei preferisce svicolare, attaccare e deridere. È il Suo stile: zero risposte, zero responsabilità, solo propaganda.
Sull’aumento della TARI, silenzio. Sulla frana di Civiglio, silenzio. Sui problemi veri della città, niente più che slogan e frasi a effetto. Quanto ai progetti che Lei ostenta come successi personali, le Sue parole in televisione ignorano volutamente il fatto che molti di questi risultati sono il frutto del lavoro di chi l’ha preceduta.
Il piano antincendio delle scuole? Ereditato. Il campo da rugby? Possibile solo grazie ai fondi PNRR ottenuti dalla giunta precedente. Vogliamo parlare della piscina di Muggiò? Se non fosse per lei, sarebbe già riaperta! Oltre a quelli citati da Lei recentemente, possiamo aggiungerne tanti altri, come ad esempio i campi da calcio di Albate e via Spartaco, il parcheggio della stazione di Camerlata, l’illuminazione delle mura… e potrei continuare. Lei non amministra, Sindaco. Lei capitalizza sul lavoro altrui e lo rivende come se fosse merito Suo. E quando qualcuno glielo fa notare, risponde con battutine, insulti e allusioni personali.
Sono il figlio del Gervasoni, sì. E non ho nulla di cui vergognarmi, al contrario di chi oggi guida questa città. Lei, invece, dovrebbe provare almeno a portare rispetto.
Davide Gervasoni
Segretario cittadino di Forza Italia
Altro duro intervento è quello di Fratelli d’Italia:
Rapinese? Sempre più solo. Noi continuiamo ad ascoltare i comaschi. Le sconclusionate dichiarazioni del sindaco Rapinese andate in onda ieri sera su Espansione TV rappresentano l’ennesimo tentativo di usare la televisione come ring personale. Una modalità che ormai fa acqua da tutte le parti, per un motivo molto semplice: le sue parole non corrispondono ai fatti.
Siamo di fronte a un sindaco che se la canta e se la suona da solo. E per rendersene conto basta fare una cosa che lui – non a caso – detesta: ascoltare i comaschi. Quelli veri. Quelli che vivono ogni giorno le conseguenze di un’amministrazione autoreferenziale, chiusa al dialogo e incapace di offrire risposte ai problemi concreti della città. Insultare gli avversari non serve a nascondere i fallimenti. È chiaro che il primo cittadino usi gli attacchi personali per distogliere l’attenzione dai propri insuccessi, ma dopo tre anni questo giochino non funziona più. I nodi sono venuti al pettine: dall’aumento di tasse e tariffe dei parcheggi anche per i residenti, la chiusura di scuole e asili, passando per gli annunci roboanti rimasti solo sulla carta.
Questa amministrazione magnifica come conquiste epocali la sistemazione di un marciapiede o la pulizia di un’aiuola, e nel frattempo ripete come un disco rotto la balla secondo cui “prima non è stato fatto nulla”. Peccato che i comaschi ricordino bene che piazza Volta e piazza Verdi una volta erano parcheggi, che via Pasquale Paoli era in condizioni disastrose, che lo stadio Sinigaglia è sempre stato reso agibile anche quando il Como era impopolare e senza gli Hartono. Ricordano scuole e asili considerati un servizio e non un costo, ricordano la Città dei Balocchi, le Grandi Mostre di Villa Olmo, gli altri eventi di richiamo europeo. E ricordano anche che, quando è stato necessario, abbiamo avuto il coraggio di ammettere gli errori e di agire di conseguenza.
Noi non ci faremo trascinare al suo livello. Lo lasciamo volentieri solo nel suo monologo permanente. Preferiamo ascoltare i cittadini, come stiamo facendo nei quartieri, nei gazebo, con i sondaggi e negli eventi pubblici. Perché la Como che abbiamo in mente è una città viva, con una guida capace di unire e costruire, non di alimentare divisioni e conflitti.
Stefano Molinari – Presidente provinciale di Fratelli d’Italia
Alessandro Nardone – Coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia