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Dormitorio in via Cadorna, Confesercenti e residenti stroncano Corengia e Negretti: “Scelta infelice, luogo inadatto”

Confesercenti – assieme a un gruppo di esercenti e residenti della zona – contesta ancora la scelta di realizzare un nuovo dormitorio comunale in via Cadorna.

“Apprezziamo la disponibilità al confronto dell’Amministrazione Comunale che si è concretizzato nella riunione di lunedì scorso della Commissione Sicurezza, aperta alla partecipazione di rappresentanti di cittadini e delle associazioni di categoria – è la conciliante premessa della nota congiunta – Tuttavia restano inalterati (e per certi versi sono aumentati) i motivi di preoccupazione sull’insediamento di questa struttura in una via centrale di una città turistica ed in un perimetro limitato dove sono già collocati il Sert, una scuola media, una scuola superiore, il consultorio, l’asilo nido d il Conservatorio Musicale”.

Nella nota si parla di una scelta “oggettivamente infelice in un luogo inadatto”.

“Le parole degli Assessori (Angela Corengia ed Elena Negretti, in Commissione Sicurezza: qui l’articolo) nel momento in cui hanno parlato di selezione dei frequentatori sulla base di disponibilità ad un percorso di recupero, cosa significano? – domandano Confesercenti, i negozianti e i residenti – Sarà un dormitorio per il riparo notturno? I frequentatori resteranno presenti nei locali tutto il giorno? Chi li assisterà?”.

E ancora: “Potranno entrare ed utilizzare i servizi solo alcuni e non altri? Sarà un centro di recupero sociale o che altro? Ed in che modo avverranno queste valutazioni? E gli altri locali della struttura che resteranno liberi? E’ difficile pensare possano insediarsi altre attività che non siano legate alla stessa funzione del dormitorio”.

“Noi crediamo che non si possa nascondere, come dimostrano le vicende di questi anni e non da ultimo la situazione sotto i portici di san Francesco, i fatti: queste realtà sono oggettivamente accompagnate da disagio e da tensioni con i cittadini che in quelle aree urbane ci vivono, frequentano e lavorano – prosegue il comunicato – La stessa affermazione degli amministratori comunali circa la positività della vicinanza con la Questura, spiegano in modo eloquente che le nostre non sono preoccupazioni campate per aria o frutto di pregiudizio”.

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Inevitabile la conseguenza: “Per questo ribadiamo l’opportunità di valutare altre scelte in un contesto più defilato rispetto al centro urbano. In città circolano altre ipotesi circa la possibile edificazione di un ulteriore “dormitorio”: noi chiediamo che si valutino attentamente dimostrando così saggezza e buon senso. La valutazione attorno all’edificio ex Asl di Via Cadorna, ci sembrano più dettate dall’ansia di voler dare una risposta celere alle pressioni di una parte dell’opinione pubblica che ad una ponderata considerazione di tutte le opportunità offerte nella città. Diversamente agiremo in tutte le sedi per evitare il possibile degrado della via e garantire il rilancio della convivenza civile e delle attività commerciali in Via Cadorna”.

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2 Commenti

  1. L’impegno per la collettività di Confesercenti, a dire il vero condito da un certo protagonismo, è quasi commovente. Si finisce, a volte, per dimenticarsi che Confesercenti è un Sindacato di categoria che fa, legittimamente, gli interessi dei propri associati che, legittimamente, danno un peso ai propri interessi superiore a quello di altre categorie professionali e civili.
    Per tanti anni il rione di San Martino subì l’invasione dei malati di mente che dopo la Legge Basaglia potevano uscire dall’Ospedale Psichiatrico. Era anch’esso un fastidio per la collettività. La zona di San Martino è centrale, signorile, densamente popolata. Tuttavia, la cittadinanza era molto tollerante e gli esercenti della zona non protestavano mai perché i “matti” spendevano le loro povere pensioni di invalidità dai buoni e tolleranti esercenti della zona che gli vendevano di tutto….compreso ettolitri di alcolici. Ma questa è una vecchia storia……..
    A volte penso che il vero problema non sia il dormitorio a cielo aperto di San Francesco o il futuro dormitorio comunale ma solo la miseria dei senzatetto. Sono troppo poveri per diventare interessanti per i difensori del decoro.
    Quando la miseria diventa una colpa, possiamo ancora dirci civili?

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