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Emergenza plastica, la battaglia di Orsenigo: “Numeri da brivido, dobbiamo ridurre i rifiuti”

Negli ultimi decenni la produzione di plastica è aumentata in maniera esponenziale: a livello mondiale si è passati dal milione e mezzo di tonnellate del 1950 ai 322 milioni di tonnellate del 2015. L’Europa è il secondo produttore di plastica al mondo e riversa in mare ogni anno 500 mila tonnellate di macroplastiche e 130 mila tonnellate di microplastiche: l’80% dei rifiuti marini è costituito da plastica.

Se consideriamo che una bottiglia di plastica impiega mediamente, per decomporsi, fino a 450 anni, rilasciando nel frattempo microplastiche che invadono ormai anche le isole più protette d’Italia, facciamo in fretta a raggiungere cifre da capogiro e a prevedere scenari, a dir poco, apocalittici.

Numeri che fanno venire i brividi, anche nella nostra regione, dove in un anno vengono imbottigliate oltre 1 miliardo di bottiglie di acque minerali in plastica e secondo i dati comunicati dalle province lombarde i metri cubi imbottigliati in PET, nell’anno 2016, si aggirerebbero intorno a 1.559.575,321, corrispondenti a 1 miliardo 559 milioni 575mila 321 litri.

Che si tratti di una vera e propria emergenza ormai purtroppo lo sanno tutti, ma per affrontarla quali azioni mettono in campo le istituzioni? – commenta Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd –. Come Gruppo regionale del Pd, nell’ambito dell’assestamento di bilancio, votato negli ultimi giorni di luglio, abbiamo voluto riportare al centro del dibattito il tema della riduzione della produzione di rifiuti che hanno maggiore impatto sull’ambiente, aspetto su cui è stato fatto ancora troppo poco. Ridurre l’inquinamento da plastica e favorire l’economia circolare si può, basta volerlo. Il nostro ordine del giorno proponeva, in sostanza, di applicare in tutte le sedi delle strutture regionali, ovunque possibile, il divieto assoluto di utilizzo di stoviglie in plastica monouso, di aggiornare i canoni di imbottigliamento delle acque minerali, a partire dal prossimo gennaio, al fine di disincentivare la produzione, l’utilizzo e la diffusione di bottiglie monouso. Per quanto riguarda i canoni, la nostra proposta sollecitava semplicemente l’attuazione di quanto già previsto da una risoluzione approvata lo scorso novembre all’unanimità, eppure non è stata accolta dalla maggioranza, nonostante il canone in vigore per l’imbottigliamento in plastica risulti inadeguato anche rispetto agli indirizzi approvati dalla Conferenza delle Regioni nel 2006, quindi ben più di dieci anni fa. Quel documento individuava orientativamente i minimi e massimi entro cui definire il canone da applicare (da un minimo di 1 euro a un massimo di 2,5 euro per metro cubo) e in Lombardia, il canone iniziale di 0,516 euro per metro cubo, è stato adeguato una sola volta nel 2010, quando è stato portato a 1,20 euro per mc di acqua imbottigliata in plastica e a 0,90 euro per mc di acqua imbottigliata in vetro. Da allora tutto tace. Di fronte all’enormità dei numeri dell’emergenza sopra riportati, onestamente, ci sembra un po’ pochino. Ma che cosa aspetta la Regione?”, conclude Orsenigo.

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