Della sfida personale lanciata da Filippo Rossi, runner ticinese classe 1990, avevamo già accennato qui la scorsa settimana quando era partito per l’impresa dal Duomo di Como.
In sintesi: annullate tutte le gare a cui avrebbe dovuto partecipare quest’anno, Filippo aveva deciso di compiere una vera e propria impresa, correre da Como a Venezia per un totale di circa 300 km. Ora, dopo ben 7 tappe, finalmente il runner ha raggiunto il proprio obiettivo ed è pienamente soddisfatto dell’esperienza.
“Il primo giorno mi tremavano le mani – ci racconta – ma poi tutto è diventato una bellissima emozione e mi sono sorpreso di me stesso. Ho tenuto il ritmo per tutti i chilometri percorsi, senza mai rallentare o essere sopraffatto dal dolore, quindi l’esperienza ha superato ogni mia aspettativa. Il momento più bello è stato quando sono arrivato al Ponte della Libertà prima di piazza San Marco, quando sapevo che ce l’avrei fatta”.
Partito dal Duomo di Como lunedì 24 agosto, Filippo ha concluso la scorsa domenica le tappe del suo lungo viaggio in solitaria toccando i Comuni di Mapello, Rovato, Desenzano, Verona, Sossano e infine Venezia.
“La tappa più faticosa è stata quella da Verona a Sossano, la quinta giornata – continua – dopo i 38 chilometri percorsi da Desenzano a Verona, infatti, ne ho dovuti fare ben 45 in quella tappa. Una bella botta, ma non ho ceduto”.
Ritmi serrati, prenotazioni last minute per dormire – perché “fino all’ultimo non sapevo mai cosa sarebbe successo” – e grande concentrazione. Filippo partiva ogni mattina alle 6 e raggiungeva la sua meta intorno alle 11, concedendosi poi un lungo riposo e tutti i trattamenti del caso per il recupero fisico e mentale.
“E’ stata un’esperienza molto diversa dalle solite competizioni – spiega – perché mette a dura prova la tua testa e sei solo. Non hai il pensiero della gara e del tempo, quindi a un certo punto hai la tentazione di mollare. Poi, però, ti rendi conto del fatto che vuoi portare a termine la sfida. Così ho scoperto di avere una grande forza mentale, mi ha dato più fiducia anche per le future competizioni”.
Prossimo obiettivo una corsa in Lapponia, a febbraio 2021, ma se non dovesse andare in porto causa Covid, Filippo potrebbe compiere un’altra impresa come la ComoVenezia300.
“Sarebbe bello poter rifare questa esperienza in un altro posto, con un’idea più strutturata e magari coinvolgendo più persone – conclude – ma se riprendono le competizioni, tornerò a correre per quelle. Una sfida così richiede tempo e organizzazione, è stato facile a livello personale perché ho pensato a tutto io, altrimenti ci vuole un team. Però mi piacerebbe un’altra sfida in solitaria, magari in Svizzera”.