Sul Lago di Como c’è il fiume più corto d’Italia. Si chiama Fiumelatte e questo particolarissimo corso d’acqua è famoso per la brevità della lunghezza ma anche per l’effetto particolare che contraddistingue le sue acque.
Per quanto riguarda l’estensione, Fiumelatte raggiunge soltanto 250 metri e risulta il più breve di tutta Italia. Come se non bastasse, per ammirarlo non si ha a disposizione tutto l’anno, bensì soltanto un periodo piuttosto preciso. Il fiume infatti scorre soltanto tra la primavera e l’inizio dell’estate, indicativamente da marzo a ottobre. Negli altri mesi non è visibile.
Il motivo? L’intermittenza è dovuta al fatto che Fiumelatte rappresenta lo scarico di un sistema carsico, conosciuto come fonte Uga, che inizia nel Moncodeno sul versante Nord del Grignone. Cioè il fiume esiste solamente quando un altro corso d’acqua situato della Grigna Settentrionale, a cui è collegato nelle viscere della terra, è troppo pieno, e quindi si riversa fin nel Lago di Como.
Per certificare questa analisi, nel 1992 è stata versata una colorazione non tossica, alla fonte del fiume “madre”, che effettivamente è poi stata ritrovata a Fiumelatte, dimostrando l’esistenza di una connessione tra i due corsi d’acqua, connessione di circa 8 km e 1.800 metri di dislivello.
Le acque di Fiumelatte, quando emergono, sono spesso così agitate da conferirgli un incredibile color bianco-latte, fenomeno da cui trae appunto il proprio nome.
Ma davvero tante sono le particolarità di questa lingua d’acqua, tanto che fu a lungo studiato da Leonardo da Vinci che lo cita nel Codice Atlantico, dove lo chiama Fiumelaccio. Si legge testualmente: “È il Fiumelaccio, il quale cade da alto più che braccia 100 dalla vena donde nasce, a piombo sul lago, con inistimabile strepitio e romore”.
Altri personaggi che ne descrissero le particolarità furono Plinio il Vecchio e Spallanzani.