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Frontaliere a due ruote: “Vado al lavoro a Bellinzona in bicicletta tutti i giorni. Sono 110 chilometri”

La soluzione potrebbe forse apparire drastica e sicuramente non alla portata di tutti. Ma c’è chi ha scoperto come andare ogni giorno a lavorare in Svizzera, per la precisione a Sant’Antonino vicino a Bellinzona, senza rimanere bloccato in code estenuanti in auto o a bordo di treni in ritardo.

Zero stress, zero attese sia all’andata che al ritorno, ogni giorno. No, no è una magia ma una passione applicata alla vita reale: andare a lavorare in bicicletta.

E’ la storia particolare di Martino Caliaro, ex professionista di Ceresolo (Laveno Mombello) che ogni giorno si alza è gira la bici in direzione Bellinzona. Cinquantacinque chilometri ad andare e altrettanti a tornare.

Certo nel suo passato c’è una intensa attività da ciclista – viene soprannominato  “Re del Cuvignone”, una salita spacca gambe che si trova proprio nelle sue zone e che ha scalato 250 volte in un anno – ma in ogni caso è un bell’impegno che però per lui equivale a  un momento – lungo, visto che copre il tragitto in 1 ora e 40 minuti – di relax.

“Da qualche anno vado in bicicletta da frontaliere in Svizzera a lavorare. Per me è una forma di rilassamento e poi mi tengo in forma – racconta Martino al sito di news Varesenoi.it – Posso inoltre ammirare i bellissimi paesaggi del lago Maggiore”.

E il tutto si unisce anche a un’altra sua passione, quella per l’ambiente, “infatti uso un mezzo non inquinante, zero spese e anche zero coda in dogana. Al contempo mi tengo in forma fisica e, cosa più importante, faccio quello che mi piace e che mi gratifica. Ogni girono in base al meteo decido quale strada percorrere”, racconta.

Di professione è sviluppatore di protesi per i vari tipi di interventi ortopedici. Diviso tra bicicletta, lavoro e la compagna Beatrice “sono fortunato ad avere al mio fianco la mia compagna che mi sopporta e supporta. Tra poco inoltre diventerò padre”. Il nome è già stato scelto: “Marco, in onore di Pantani”.

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