Frontalieri e mobilità, un connubio da far tremare i polsi. Incolonnamenti perenni, orari di punta sinonimo certo di lunghe attese chiusi in auto e una vita quotidiana costellata di lamentele per quanti ogni giorno puntano sul Ticino per andare a lavoro e poi tornare. Ma i problemi legati a un nuovo modo di intendere la mobilità, alla necessità di incentivare il trasporto pubblico e alla voglia di essere sempre più green, rappresentano una costante anche in Ticino dove movimenti ambientalisti e gente comune da tempo sono in lotta per cercare di impedire la realizzazione della cosiddetto “PoLuMe”, ovvero il potenziamento dell’autostrada fra Lugano Nord e Mendrisio, voluto dall’Ustra, l’Ufficio federale delle strade, con un progetto da 1,8 miliardi di franchi (qui tutti i dettagli).
Un piano che a leggerlo sulle carte ha sicuramente delle idee originali ma che poi, oltre ai cantieri necessari per concretizzarlo, dovrà reggere la prova della realtà. L’idea infatti mira, per far fronte all’aumento del traffico, innanzitutto ad aprire la corsia d’emergenza durante le ore di punta. Nel dettaglio:
Il progetto PoLuMe si estende tra gli svincoli di Lugano e Mendrisio. Il Progetto generale comprende il tratto dalla galleria di Gentilino al nuovo svincolo di Melano e considera:
– la realizzazione della corsia di emergenza, da dedicare a corsia di marcia durante le ore di punta, presso le due canne esistenti della Galleria di Gentilino e la costruzione di una nuova canna per l’entrata da Lugano Sud verso nord
– un nuovo semisvincolo autostradale a servizio della zona commerciale/artigianale di Grancia, con entrata in direzione sud ed uscita in direzione nord
– una nuova passerella pedonale che collegherà l’abitato di Grancia con la strada cantonale e la Roggia Scairolo
– la formazione della corsia di emergenza, da dedicare a corsia di marcia durante le ore di punta, presso le due canne esistenti della Galleria Melide-Grancia, con l’aggiunta di una nuova canna a due corsie che verrà inizialmente utilizzata per il traffico autostradale durante i lavori e per essere poi riconvertita a strada cantonale per il traffico locale fra Melide e Grancia e per l’uscita autostradale in direzione sud
– l’adeguamento della rampa d’uscita esistente di Melide con una parziale nuova semi-copertura
– la cessione al Comune di Melide dell’imbarco di cantiere per un futuro utilizzo quale porto turistico e scambio intermodale (strada, ferrovia, navigazione) nei pressi della stazione FFS
– la costruzione di due nuove gallerie autostradali a due corsie più corsia di emergenza, da dedicare a corsia di marcia durante le ore di punta, per la nuova circonvallazione tra Bissone e Maroggia e per valorizzare il nucleo di Bissone, e la riva lacustre
– la trasformazione di una corsia dell’attuale tracciato autostradale tra Bissone e Maroggia a strada cantonale e la riconversione a verde dell’altra corsia, fino all’accesso della Valmara
– la messa in servizio di un nuovo semisvincolo tra Maroggia e Melano (uscita in direzione sud e entrata/uscita in direzione nord) per sostituire quello soppresso a Bissone e per captare meglio il traffico della cantonale
Un progetto che anche nel week end appena passato ha fatto scendere in strada movimenti e associazioni ambientaliste insieme a semplici cittadini. “Il Mendrisiotto e il Basso Ceresio sono densamente abitati e fortemente penalizzati, da oltre 60 anni, dal grande traffico pendolare e internazionale – scrivono in una nota gli organizzatori di Associazione Traffico e Ambiente Sezione Svizzera italiana, Cittadini per il territorio, Comitato ‘No alla terza corsia’ e Sciopero per il clima – e l’autostrada A2 è all’origine del degrado ambientale e paesaggistico, oltre che di un importante inquinamento fonico e dell’aria. Ozono, polveri fini, rumore e traffico – spiegano – condizionano pesantemente la qualità di vita degli abitanti delle due regioni più inquinate della Svizzera”.