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Frontalieri in agitazione: “Più di 200 le richieste per la dichiarazione dei redditi con le nuove tasse”

Sono già più di 200 le persone che si sono rivolte agli sportelli della Uil – sia nuovi frontalieri che futuri frontalieri – per cercare di capire come muoversi in vista della prima dichiarazione dei redditi con il nuovo regime fiscale entrato in vigore nel luglio del 2023 tra Italia e Svizzera ma anche per verificare se convenga ancora superare il confine.

Giusto ieri davamo conto dell’iniziativa partita da Varese della Uil frontalieri – questa mattina la tappa comasca con il coordinatore territoriale UIL Lario, Dario Esposito, il Segretario generale nazionale Uil Frontalieri Raimondo Pancrazio e il presidente del CAF Uil Lombardia Luca Gaffuri – che ha programmato incontri appositi che serviranno a dare indicazioni: da quanto si dovrà versare, ad esempio, come acconto al saldo relativo ai guadagni ottenuti lo scorso anno. L’invito è dunque, visto che ogni lavoratore ha una storia a sè a presentarsi a uno degli sportelli territoriali

A spiegare la situazione in essere è Luca Gaffuri “Veramente tante le richieste arrivate, diverse centinaia. Ma anche molte le domande di chi ha voluto cercare di comprendere se sia ancora conveniente andare a lavorare in Svizzera. Diversi oi i quesiti sui contratti di lavoro in essere, visto che solo nel 50%  dei casi si tratta di accordi nazionali e ovviamente  le varie voci della tassazione”.

Dunque conviene ancora andare oltreconfine? “Certo gli stipendi sono ancora favorevoli, è però innegabile che bisogna tener presente tutte queste variabili e il fatto che più il salario è alto maggiore è l’esborso”.

Qui alcune esempi

Una situazione che incide anche sul rapporto di conciliazione vita lavoro come sottolinea il coordinatore UIL Lario Dario Esposito. “La Uil Lario insiste sulla necessità di garantire dignità e tutela ai lavoratori e lavoratrici non solo nella sede lavorativa ma, viceversa, in tutti gli ambiti che ad oggi li penalizzano. Parlo delle difficoltà oggettive nel conciliare la vita lavorativa con quella privata o familiare, criticità che portano sempre più persone ad essere fagocitate dai ritmi aziendali ed espulsi da quelli sociali. Noi riteniamo un diritto, da difendere in tutte le sedi, quello dei lavoratori di ambire a vedersi realizzati sia in azienda che al di fuori del turno lavorativo, da qui le nostre proposte, a partire da una mobilità che non penalizzi chi ogni giorno vive il pendolarismo per recarsi sul posto di lavoro”.

Da qui la richiesta di “riprendere le convocazioni del tavolo della Competitività presso la Camera di Commercio per dare un respiro ampio a delle esigenze che non possono essere soltanto vissute e avvertite dai diretti interessati. Quindi bene i servizi che oggi il Caf Uil offre ai lavoratori frontalieri, un’offerta in linea con i principi della Uil: essere al servizio delle persone”.

“In provincia – evidenzia Raimondo Pancrazio – ci sono molti lavoratori che ogni giorno varcano la frontiera e tra questi ci ne sono molti che oramai fanno parte dei cosiddetti nuovi frontalieri. Il 17 luglio del 2023 è stato sottoscritto un accordo che prevedeva la tassazione per i nuovi frontalieri. Non era prevista la tassa sulla salute per i vecchi frontalieri ed era previsto per quanto riguarda ad esempio la disoccupazione naspi che questi lavoratori per i primi tre mesi avrebbero dovuto percepire l’80% per 100 del salario svizzero. In più c’è un tavolo aperto perché noi come Uil sosteniamo che per quanto riguarda i lavoratori frontalieri vada anche istituito una sorta di statuto dei lavoratori frontalieri”.

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