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“Gallera correva fuori dal Comune, ha violato la zona arancione”. Lui: “Solo un paio di km”

Scoppia la polemia – o almeno monta sui social e su alcune testate giornalistiche – sulla corsetta dell’assessore regionale alla Sanità Giulio Gallera, dallo stesso immortalata e pubblicata sul profilo facebook ieri con queste parole: “Oggi 20 km lungo il naviglio martesana – la maratona è maestra di vita – stringere i denti e non mollare mai”.

A rilanciare la questione, ad esempio, il quotidiano online ilPost.it diretto da Luca Sofri ma anche il Corriere della Sera.

Secondo le testate, le foto mostrerebbero l’assessore violare una disposizione contenuta nel DPCM del 3 novembre scorso con cui l’Italia venne divisa in zone gialle, arancioni (dove si trova ora la Lombardia) e rosse.

In base a quel documento ufficiale “l’attività sportiva non si potrà svolgere al di fuori del proprio comune di residenza” ma la foto postata su Facebook dallo stesso Gallera lo ritrarrebbe – scrive ilPost – in un caso “in via Melchiorre Gioia, a Milano”, mentre nelle altre due sarebbe “in via della Martesana, a Cernusco sul Naviglio, cioè in un altro comune. Da uno screenshot del GPS, postato sempre da Gallera, sembra che l’assessore sia passato anche da Vimodrone, un altro comune ancora”.

“Sono uscito a correre, come faccio quando posso, lungo un percorso urbano tra quelli frequentati da noi runner milanesi — ha poi spiegato lo stesso Gallera, come riporta il Corriere della Sera – Ero solo, gli amici li ho incrociati alla partenza e poi ognuno è partito in base al proprio passo e alla distanza che si era prefissato. Io mi sentivo bene, le gambe andavano, avevo la musica nelle orecchie e, se c’era, non ho fatto caso ad alcun cartello che segnalasse il confine comunale. Avrò probabilmente sconfinato di un paio di chilometri e mi dispiace, ma non c’era alcuna intenzione, è avvenuto semplicemente perché ero soprappensiero, immerso nella corsa lungo un percorso milanese riservato a runner e ciclisti”.

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3 Commenti

  1. Povero Gallera! È stato cuccato dove non doveva stare. Anzi a dire il vero si è cuccato da solo e si è pure autodenunciato postando il selfie con il pollicione alzato e la faccia da “furbetto” sui social. Ha sbagliato mestiere. Invece del politico dovrebbe curare la sceneggiatura della satira di Crozza. Quella su di lui e Fontana ovviamente. È bravissimo. Nessuno riuscirebbe a inventarsi dei soggetti così esilaranti. E, soprattutto, nessuno più di lui riuscirebbe a renderli così credibili.

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