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Giada Pappalardo, muro umano contro le pedonalizzazioni a pioggia: “Via Borgovico senza auto? Una tragedia”

Nel gennaio 2020, quando si discuteva del futuro (eventualmente anche con qualche chiusura al traffico) di via Milano, commentanto un nostro articolo si espresse così: “Gli architetti si occupano di estetica non di economia aziendale; per loro che i negozi rimangono aperti oppure no, è del tutto indifferente. Quando si capirà che l’urbanistica dovrebbe essere anche in Italia al servizio del cittadino sarà sempre troppo tardi. E intanto le aziende chiudono o vanno all’estero”.

Più vicino nel tempo, lo scorso 5 aprile, quando emerse l’indicazione del nuovo Piano del Traffico per l’inclusione nella Ztl del primo tratto di viale Geno, fu altrettanto lapidaria in un altro commento: “Che incubo con questo trend delle pedonalizzazioni, per di più senza una proposta su dove piazzare le auto…”.

Insomma, adesso – con via Borgovico Vecchia alle prese con il maxicantiere e l’eterno dibattito sulla pedonalizzazione almeno parziale della strada, impossibile, ora non chiedere a Giada Pappalardo, titolare di Virtus Animi, studio di traduttori e interpreti professionisti, nonché membro dell’Associazione Borgovico Street, un pareare su attualità e prospettiva per la strada in cui si trova il suo ufficio. Ovviamente, sapendo bene l’inclinazione tutt’altro che positiva – almeno non positiva a priori, diciamo – per l’estensione a pioggia delle Ztl. Pappalardo è molto preoccupata per il futuro che si potrà tratteggiare per la strada, ma nello stesso tempo rappresenta l’ala più radicale tra quanti si stanno impegnando per mantenere intatte le caratteristiche della via per il futuro. E’ proprio la diretta interessata a spiegare il suo punto di vista.

“Chiudere la strada sarebbe pura follia – esordisce seccamente – Basta guardare fuori dalle vetrine adesso, per vedere come ci sia il nulla. Qui non passa ormai più nessuno. Adesso la causa è ovviamente legata ai lavori in corso, ma qualora si dovesse concretizzare una pedonalizzazione, poco cambierebbe. Magari i ristoranti o i bar ne avrebbero dei benefici, anche se dubito, visto che poi non tutti i clienti vogliono raggiungere a piedi il locale prescelto. Detto questo, per tutte le altre attività commerciali sarebbe un vera tragedia. Ovviamente noi compresi”.

“Inoltre, in passato, con l’associazione, facemmo proprio un sondaggio per capire l’opinione dei cittadini su una possibile chiusura e molti residenti temevano che diventasse un luogo con solo dei bar, tanti tavolini all’aperto e tanti giovani, dando vita a una ‘movida’ magari anche poco gestibile – sottolinea Pappalardo – Ma, ribadisco, per gli altri equivarrebbe al deserto”.

Nemmeno rispetto a quanto sperimentato in passato in via Borgovico, con chiusure programmate nei weekend o in determinate occasioni, Pappalardo cambia il pensiero.

“Rimango dell’idea che la via non debba mai essere chiusa – puntualizza Giada Pappalardo – Se si iniziano a creare delle situazioni particolari, come nei weekend, poi il passo successivo è discutere della pedonalizzazione. A mio avviso rappresenterebbe la fine della strada”.

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9 Commenti

  1. Personaggio anacronistico a cui non si capisce perché venga data importanza.

    Di lavoro fa l’oppositrice ai pedoni: via Milano, viale Geno o via Borgovico non importa, basta poter ribadire lo stesso ritornello.

    Potrebbe almeno non fingere di credersi rappresentante di altri e cercare motivazioni specifiche…

  2. Tra due estremità di via Borgovico, ci sono 500mt che si percorrono a piedi in circa 5minuti. È l’area che si può pedonalizzare. Tuttavia, se si pensa all’effetto della pedonalizzazione di Corso Como a Milano, anch’esso delimitato da strade ad alta densità di traffico e alla trasformazione di questa via lunga circa 400mt in una delle aree più ricercate della movida milanese, si può comprendere perché la “pedonalizzazione” può preoccupare chi non esercita attività da “movida” e quei residenti che possono immaginare il caos che portano i locali alla moda. D’altro canto, le idee corrono in testa per chi odora il business di una via fatta apposta per gli aperitivi, le cene e i dopocena e il conseguente aumento del valore commerciale delle mura dei negozi. Non se ne farà nulla, a Como quando ci sono interessi contrastanti, la politica mette il cartello “lavori in corso” e inizia a farneticare sui parcheggi. È la soluzione più facile.

  3. Negli anni ‘70 il Sindaco Spallino chiuse il centro storico. Manifestazioni di protesta. Quando venne chiuso il passaggio dai Portici Plinio l’eterno candidato organizzò la fiaccolata e propose il referendum per la vendita di “The Electric Life” su ebay. La pedonalizzazione servirà. Per quanto riguarda gli aspetti economici se hi un prodotto/ servizio attrattivo, non c’è bisogno delle auto, se hai una qualità scadente ti evitano comunque. Siete vicino alla stazione potreste diventare uno dei primi affacci su Como verso il lago e la parte giardini/stadio. Volete la botte piena, la moglie ubriaca e l’amante sterile.

  4. Rimarremo sempre una città profondamente provinciale. E lo si capisce da come si affrontano tali questioni.
    Peraltro, ormai, al di là del fatto che il passaggio della auto possa favorire le attività commerciali (a mio avviso la pedonalizzazione le favorirebbe molto di più, almeno, io ora in quella via non ci passo mai e non mi viene lontanamente in mente di recarmici, anche se vivo a poche centinaia di metri di distanza, per mangiare in un ristorante o bermi una birra, se fosse pedonale ci andrei), sembriamo un popolo di persone che hanno perso la capacità di camminare, dobbiamo andare in auto ovunque, anche per minimi spostamenti, e proporre a qualcuno di percorrere, che so, un chilometro a piedi viene vista come una cosa assurda, come scalare l’Everest in calzoncini e maglietta. E, infatti, è pieno di gente sovrappeso e con problemi di salute…

  5. Vi stimo molto, ma non è che dovete dare voce proprio a tutte-tutte le castronerie.
    Via Borgovico è una via PEDONALE almeno nei weekend e pedonale sarà anche grazie alla nuova giunta.

    1. È del tutto evidente che Il Borgo Vico a traffico limitato diventerà una felice estensione della città murata, dove i residenti e tutte le attività prospereranno ancora meglio di oggi. E non solo i bar e i ristoranti, ma qualunque altra attività: diventerà un luogo speciale ed attrattivo come avvenuto dal 1968 in poi per il centro storico, dove tutti, anche i traduttori multilingue, vanno con piacere a fare shopping e a cena.
      Gli esempi positivi sono ormai centinaia in tutte le città italiane e europee, ed è così malinconico che qui si dia ancora spazio a posizioni così anacronistiche.
      Del resto, se qualcuno che si occupa con professionalità di traduzioni ma ha dell’urbanistica e dell’architettura, nella quale vive inconsapevolmente dalla nascita, una idea così retriva e limitata, non ci si può stupire che poi sostenga la presenza delle automobili ovunque ci sia un percorso carrabile.
      Per fortuna sono esistiti politici e urbanisti capaci di superare la naturale miopia di chi non sa che le abitudini possono essere superate dall’intelligenza.

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