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Giorno della Memoria: il docufilm “Anna, diario figlio della Shoah”, la mostra in Biblioteca, 12 ore di video sulla web tv Arci

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”. Dal messaggio eterno di Primo Levi prende le mosse del progetto della cooperativa sociale Colisseum Dimensione Movimento, con il patrocinio del Comune di Como, per il Giorno della Memoria.

Si tratta del docufilm “Anna, Diario figlio della Shoah–La tempesta devastante”, dallo stesso titolo dello spettacolo teatrale portato in scena per oltre 400 studenti l’anno scorso al Teatro Fumagalli di Cantù.

Domani mercoledì 27 gennaio alle 10,15 uno streaming a carattere nazionale dalla piattaforma Vimeo e un webinar dedicato alle scuole di primo e secondo grado di tutta Italia sulla piattaforma Zoom Webinar, celebrerà così la ricorrenza del Giorno della Memoria. L’appuntamento è riservato alle prime 1.000 scuole registrate tramite la richiesta ufficiale del link (un link di accesso unico per singola scuola) all’indirizzo di posta elettronica: progettiscuole@colisseum.it.

A ieri erano 92 le scuole iscritte, per un totale di oltre 8mila alunni che parteciperanno al webinar. Dalla provincia di Como saranno presenti il Pontificio Collegio Gallio, la Parini-Virgilio, l’istituto comprensivo di Prestino e di Fino Mornasco, il Caio Plinio, l’istituto comprensivo Cantù 2 e il Cardinal Ferrari di Cantù.
Attraverso un atto unico portato in scena dall’attore Daniele Cauduro (nel ruolo di Otto Frank) e autore del testo, e dai danzatori professionisti Manuel William Rapicano, Alessia De Fazio, Jacopo Ballabio e Maria Caterina Del Sole che hanno affiancato una parte degli allievi di Colisseum Danza, tutti adolescenti, e la protagonista Cristina Pini nel ruolo di Anna

Gli alunni avranno la possibilità di partecipare a un talk interattivo, che avrà inizio con la proiezione in streaming del docufilm. Al termine, i partecipanti potranno confrontarsi dal vivo con alcuni dei protagonisti, tra questi: Tony Lofaro, ideatore regista e coreografo dello spettacolo, Daniele Cauduro, attore nel ruolo di Otto Frank ed autore del testo dello spettacolo, Cristina Pini, studentessa liceale protagonista nel ruolo di Anna Frank, Gabriele Romanò, presidente della Cooperativa Sociale Colisseum, Franco Campanella, vicepresidente della Coop. Soc. Colisseum, responsabile della produzione e promotore del progetto per le scuole secondarie di primo grado: “Arbeit macht frei – Per non dimenticare, Federica Pannocchia, fondatrice e presidente dell’Associazione di volontariato “Un ponte per Anne Frank”.

Moderatrice dell’evento la giornalista Stephanie Barone

“Patrocinare questo evento è un onore – commenta Alessandra Bonduri, assessore alle Politiche educative del Comune di Como – Grazie alla Cooperativa Sociale Colisseum, Como ritorna ancora una volta a esprimere la sua anima nobile, fatta di apertura al mondo e contro i totalitarismi tutti. Il Diario di Anna Frank è un atto di testimonianza, la testimonianza di una ragazza di tredici anni la cui vita, a causa del destino, si è sviluppata, seppur troppo brevemente, in uno dei contesti più bui della storia dell’umanità. Anna diceva: “Io continuo a star zitta e a rimanere fredda e anche in seguito non retrocederò davanti alla verità, che è tanto più difficile da udire quanto più a lungo è stata taciuta”. Ecco perché non bisogna stare zitti, ed ecco perché bisogna che la nostra memoria non dimentichi l’orrore che migliaia di persone hanno subito”.

“Sono certa – prosegue Bonduri – che i ragazzi con la loro sensibilità sapranno cogliere l’essenza di questo spettacolo teatrale, basato appunto sul Diario della giovane, e per citare ancora Anna, sempre attuale, vorrei che a tutti loro passasse questo suo ulteriore messaggio di fiducia da mettere in pratica con costanza nella quotidianità: “È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo”. Anna Frank ci insegna questo: nonostante l’orrore non bisogna mai smettere di credere nel bene”.

Il Docufilm, in streaming su Vimeo dal 27 gennaio 2021 e firmato tecnicamente da Daniele Chatrian, eclettico e innovativo professionista del video making, sarà un’estensione dello spettacolo teatrale e rientra nel più ampio progetto “Arbeit Macht Frei, Per Non Dimenticare” ideato da Franco Campanella, vicepresidente di Colisseum, e coadiuvato dalla coordinatrice esecutiva di Colisseum Ivana Matola. Il tutto sarà firmato dal coreografo e regista Tony Lofaro, proseguendo il compito affidatogli lo scorso anno per l’ideazione e realizzazione di uno spettacolo di danza e prosa che avesse come tema centrale la Shoah.

Il progetto video, della durata di 30 minuti circa, sarà un toccante viaggio nel ricordo, che si muoverà in modo agile nell’esperienza di vita degli artisti professionisti dello spettacolo e del team tecnico e creativo coinvolto nella messa in scena, dalla nascita del progetto dedicato ai ragazzi, alla storia e al desiderio di onorare al meglio un tema così forte e struggente. A far da sfondo a questo viaggio le immagini dello spettacolo teatrale in alcuni dei passaggi più salienti, nelle atmosfere ricostruite con maestria sul palcoscenico e nella fotografia cinematografica avvolgente, nelle immagini di repertorio dell’epoca, un’accurata scelta fotografica degli anni che hanno segnato la storia nella crudeltà dei campi di concentramento e della deportazione.

Sarà anche possibile ascoltare l’intervista in esclusiva che Samuel Modiano, deportato ebreo italiano, superstite dell’Olocausto e sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, ha rilasciato a Colisseum come testimonianza di vita e di conoscenza degli accadimenti.

Infine la presenza di Federica Pannocchia, presidente dell’associazione “Un Ponte per Anna Frank”, partner italiano della Casa di Anna Frank di Amsterdam, completa la missione del ricordo e della divulgazione storica, mentre risuoneranno le parole del celebre diario nella voce di Beatrice Baldaccini, attrice e cantante professionista, una delle artiste più in vista nel panorama televisivo e teatrale odierno.

LA MOSTRA ALLA BIBLIOTECA COMUNALE “PAOLO BORSELLINO”

Sempre in occasione del Giorno della Memoria, la Biblioteca “Paolo Borsellino” ha realizzato un video della mostra “Con le fabbriche, dalle lotte operaie alla libertà”, allestita nell’atrio, sugli scioperi contro il fascismo e la guerra, organizzati in alta Italia nel mese di marzo del 1944.

Giuseppe Calzati, presidente dell’Istituto di Storia contemporanea Pier Amato Perretta, racconta gli avvenimenti del ’44 e la Resistenza operaia nelle fabbriche comasche, Tintoria Comense e Tintoria Castagna.

Tra i lavoratori arrestati e deportati nei campi di concentramento tedeschi, a seguito della dura repressione degli scioperi, figurava anche Ines Figini che venne rinchiusa nei lager di Mauthausen, Auschwitz e Ravensbruck. In pochissimi fecero ritorno in patria e, tra loro, Ines Figini scomparsa lo scorso mese di settembre all’età di 98 anni.

Qui sotto il video.

LE INIZIATIVE ANPI SU ARCI COMO WEB TV

Per iniziativa dell’Anpi provinciale di Como il 27 gennaio, Giornata della memora, su Arci Como web Tv 12 ore di video di Storie e persone.

Durante la mattinata:

– Introduzione • Guglielmo Invernizzi, presidente provinciale ANPI Como

Ricordo della costituzione del Giorno della Memoria: Memoria per tutti, Memoria condivisa. Appello per un alleanza di tutte le forze democratiche e antifasciste al fine di difendere i valori della Pace, dei diritti umani, della democrazia e della giustizia climatica.

– Le deportazioni e le vicende della Ticosa • CGIL-CISL-UIL

La Ticosa, memoria del lavoro operaio, luogo di condivisione, lotta, formazione sociale, sindacale e antifascista. Solidale fino al sacrificio nel periodo nazifascista con arresti e deportazioni fra cui Ines Figini. Un luogo oggi abbandonato al degrado, privato della sua storia di cui resta testimone solitaria la grandiosa centrale termica.

– Intervista a Ines Figini, deportata comasca • a cura di Luca Fonsdituri

Operaia alla Tintoria Comense, nel marzo del 1944, durante lo sciopero generale Ines prese la parola in difesa dei compagni e delle compagne di lavoro che erano stati individuati dai fascisti come i “sobillatori” della protesta. Per questo, nella notte seguente, venne arrestata insieme agli altri e poi avviata alla deportazione in Germania. Prigioniera numero 76150, questo il numero tatuato sul suo braccio, anche dopo la fine della guerra dovette restare in un ospedale militare a causa di una grave malattia. Tornò a Como solo nell’ottobre del 1945. Negli ultimi anni della sua vita ha voluto testimoniare l’esperienza della deportazione in innumerevoli incontri, soprattutto con i ragazzi e le ragazze delle scuole.

– Lidia Menapace “Non si può vivere senza una giacchetta lilla”

La vita di Lidia Menapace percorre trasversalmente la storia della seconda metà del Novecento italiano, dalla Resistenza all’Italia patriarcale degli anni Cinquanta e Sessanta fino all’attualità. È una storia che Lidia ha vissuto da protagonista come attivista, come giornalista e come personaggio politico dell’epoca.

– Il ruolo dello sport nelle dittature degli anni Venti e Trenta: propaganda e persecuzione • a cura di Patrizia Di Giuseppe, Istituto di Storia Contemporanea “P.A. Perretta”

Nel video si affronta il tema del ruolo che gioca lo sport nelle dittature fascista e nazista, strumento allo stesso tempo di propaganda e di persecuzione, fino al tragico epilogo delle guerre coloniali e della soluzione finale.

Durante il pomeriggio

– Il norMALE è semplice • di Simone Savogin

Ironico, anticonformista e dissacrante. Un racconto, uno spaccato di vita quotidiana condito dai peggiori stereotipi dell’uomo comune, quello semplice. Nella semplicità del male che, a volte, è normale, Simone Savogin, ci offre un’irriverente pezzo che graffia le coscienze. In quella ferita prova a far emergere tutte le contraddizioni del male che, a volte, è bene ricordare e non dimenticare.
– Due storie e una città • di Simone Savogin

Simone Savogin sfida la storia e la memoria in due storie in una città. Una stessa città, storie diverse nel tempo e nello spazio. Intrecci di vite e storie che offrono l’occasione di far emergere come il caso, il fato, l’occasione possono determinare il destino di pochi. In quel destino, in quella contingenza esiste la sorpresa che il ricordo, la memoria sono storie da non dimenticare.

– Nahmias, partigiano, da “Villa Triste” al Lager • a cura di Giuseppe Calzati, Istituto di Storia Contemporanea “P.A. Perretta”

La deportazione dei “politici” (antifascisti, partigiani, resistenti a vario titolo, donne, uomini e giovani) fu un aspetto rilevante dell’azione repressiva del nazifascismo. Attraverso la figura del comasco Sandro Nahmias, ebreo e partigiano di GL, si racconta una vicenda poco nota di impegno politico, amicizia e amore che condussero il protagonista ad affrontare le torture di “Villa Triste” a Milano e la deportazione a Mauthausen.

– Memoria e Costituzione • con Giuseppe Battarino e Luca Venneri

Come la libera espressione, libertà personali e ripudio della guerra sono entrati nella nostra Costituzione? Come lo sforzo dei nostri padri costituenti, memori del fascismo, hanno dato vita a diritti fondamentali della nostra Costituzione? L’intervento risponde a queste domande, proponendoci un dialogo serio e appassionato sulla Costituzione e la Memoria.

– Lidia Menapace • con interventi di Fabrizio Baggi, Giovanna Capelli, Alessandra Ghirotti, Celeste Grossi, Cristina Quadrio

La serie di video su Lidia Menapace, la partigiana pacifista, figlia di un deportato in Germania, protagonista della vita civile e politica italiana dal 1943 fino al 2020, sono un racconto a più voci, tra il personale e il politico, della ricchissima eredità che lascia a noi e soprattutto alle ragazze e ai ragazzi di oggi. Per valorizzare le energie dei giovani che fanno ancora oggi riferimento agli ideali di chi lottò contro il fascismo e il nazismo e per costruire un paese libero e non violento.

– Vecchi e nuovi Olocausti • Cristiano Negrini, Osservatorio Democratico sulle nuove destre.

Il Giorno della Memoria non deve essere soltanto visto come il ricordo di una tragedia avvenuta nel passato, ma deve essere un monito e un insegnamento. Anche al giorno d’oggi, oltre alla crescita di movimenti e persone che si ispirano, direttamente o indirettamente, alle folli ideologie che hanno portato ai campi di sterminio, esistono situazioni che si possono definire come “nuovi Olocausti”, in cui uccisioni e privazioni dei diritti umani sono all’ordine del giorno. Accanto a quelle più conosciute, come il dramma della popolazione palestinese o quello del popolo curdo, ne esistono anche altre più vicine a noi e fatte passare sotto silenzio: i lager libici in cui sono rinchiusi migliaia di emigranti africani o il drammatico “gioco dell’oca” a cui sono sottoposti i richiedenti asilo che percorrono la rotta balcanica.

– Giusti tra le nazioni: storie comasche • a cura di Rosaria Marchesi, Istituto di Storia Contemporanea “P.A. Perretta”

Il racconto di chi sono i Giusti tra le nazioni, ovvero coloro che, durante la Seconda Guerra Mondiale, salvarono la vita anche ad un solo ebreo, a rischio di perdere la propria. Si approfondisce poi la storia di alcune comasche insignite di questa onorificenza dello Stato di Israele, con particolare riferimento alla figura di Luisa Colombo Andreani.

– A Scuola di Memoria: il numero e il nome • a cura di Civitas – Progetto città, con Bruno Magatti

L’intervento racconta come esiste una differenza nella forma e nella sostanza tra nomi e numeri. Esploriamo il mondo, non scontato, della memoria che parte necessariamente dal nome. Il nome in tal senso è valore e significato perché è identità di una persona, di un luogo, di una scuola. Il nome è sempre preludio a una storia che si riflette necessariamente nella storia.

– Se quei muri potessero parlare • Moni Ovadia

All’interno dell’ex carcere di Sant’Agata a Bergamo dove Gianfranco Maris fu imprigionato prima di essere deportato, una lettura di Moni Ovadia, accompagnato da Maurizio Dehò (violino) e Nadio Marenco (fisarmonica), che ricorda la figura di Maris, antifascista, partigiano, ex deportato, avvocato e senatore della Repubblica, un protagonista della cultura che ha saputo vivere appieno il Novecento con la consapevolezza del passato e l’immaginazione del futuro.

– Anita Pusterla • a cura di Renato Tettamanti

Il video racconta la vita di Anita Pusterla, antifascista comasca che nella sua vita ha patito il confino di polizia e le carceri fasciste. Unica donna condannata nel cosiddetto “processone” contro i dirigenti del partito comunista nel 1928, la sua vita – a Como, in Italia e nell’allora Unione Sovietica – si intreccia con le vicende del Partito Comunista e con quelle generazione di donne e uomini che hanno combattuto per la nostra democrazia.

– Memoria individuale e collettiva • a cura delle Rete Italiana Antifascista con Luca Venneri, Matteo Dendena e Ardemia Oriani

Estratto dell’evento “50 anni di Piazza Fontana: ora che ricordo ancora”. Gli ospiti offrono un contributo sulle memorie individuali che assumono valore e significato per la collettività. Partendo dalla strage di Piazza Fontana la discussione abbraccia antifascismo e resistenza grazie al contributo prezioso di Ardemia Oriani (vicepresidente ANPI provinciale Milano). Evento completo a a questo link.

– La Memoria come missione politica • con Arturo Scotto, Articolo Uno

La memoria identifica eventi importanti e li ricostruisce all’ombra del presente. Ma gli eventi possono essere ricordati anche mediante l’impegno di una collettività che decide dell’importanza dei suddetti eventi. Lo scopo della Giornata della Memoria, istituita con la legge 211 del 2000 è quello di non dimenticare mai questo momento drammatico del nostro passato di italiani ed europei, e il compito della Politica è quello di riannodare un passato che non passa, di dare un senso alla smemorata e superficiale società mediatica, di vigilanza affinché “simili eventi non possano mai più accadere”.

– Mio padre Nedo • a cura di Emanuele Fiano

“Io non sono venuto qui per arricchire la vostra cultura ma se possibile il vostro cuore. Non si possono uccidere milioni di persone se c’è la solidarietà”. Così era solito dire Nedo Fiano, tra gli ultimi sopravvissuti di Auschwitz, ai ragazzi delle scuole che incontrava per portare la sua testimonianza di deportato. Della sua drammatica esperienza in campo di concentramento, dove arrivò dopo essere passato da Fossoli insieme con altri undici membri della sua famiglia, è stato un testimone profondo e coinvolgente.

– Sulla giustizia di transizione • a cura di 6000 Sardine Como

Cosa succede quando uno stato passa da un regime totalitario a uno democratico? In questa transizione si deve fare giustizia. La Giustizia di Transizione percorre due strade principali. La prima è la giustizia retributiva che mette al centro i carnefici processandoli. La seconda è la giustizia restaurativa che mette al centro le vittime con le commissioni verità e giustizia. Entrambe, in diverse forme, hanno lo scopo di fare verità, memoria che diventa valore civile di un popolo. In questo ci confronteremo con due scritti: il primo di Hannah Arendt e il secondo di Nelson Mandela.

– I Reinach: da una vita agiata alla deportazione nel lager • a cura di Carlo Galante, Istituto di Storia Contemporanea “P.A. Perretta”

La famiglia ebrea di origine tedesca dei Reinach, residente a Milano e proprietaria di una villa di vacanze a Lanzo Intelvi, pagò a caro prezzo il ritardo nella fuga. Alcuni figli del vecchio Ernesto, fondatore della ditta Oleobliz, riuscirono a mettersi in salvo oltre confine, ma quattro componenti – il nonno, una figlia, un genero e un nipote – non sfuggirono alle SS: catturati e rinchiusi a San Vittore nel dicembre del ’43, furono subito deportati ad Auschwitz, da dove non fecero più ritorno.

Dalle 18.30

– 7grani “Neve diventeremo” • concerto in diretta streaming

La Memoria e la Resistenza: in ricordo di tutte le vittime del nazismo e del fascismo e ispirato dalla vita del partigiano istriano Radovan Ilario Zuccon deportato nel campo di concentramento tedesco di Buchenwald dai nazisti nel 1944.

Su Arci Como web Tv dalle 10 del 27 gennaio

Le iniziative sono promosse da: ANPI Provinciale Como • ARCI provinciale Como • Articolo 1 Como •Associazione Lissi • Auser provinciale Como • CGIL-CISL-UIL • Civitas • Como senza frontiere • Ecoinformazioni • Fondazione Avvenire • Istituto di Storia Contemporanea “Pier Amato Perretta” • Osservatorio Democratico sulle nuove destre • Partito Democratico Como • Partito della Rifondazione Comunista Como • Rete Italiana Antifascista • 6000Sardine Como • Sinistra Italiana Como.

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2 Commenti

  1. I firmatari di questa giusta iniziativa sono partiti e associazioni che si ricordano di appartenere alla sinistra politica solo in occasione della Giornata della memoria e per qualche iniziativa a sostegno dei migranti. Ecco perché gli elettori li hanno abbandonati.

  2. Ottima e giusta iniziativa.
    A quando il giorno della memoria per i 20.000.000 di morti nei GULAG voluti da Stalin???
    I suoi nipotini devono sapere cos’ha combinato il baffo e la sua cricca.

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