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Giovanna, una vita con la mascherina al Valduce, multata alle 23.30 a Colverde: “Non l’avevo, ma forse bastava un po’ di buonsenso”

Quando un eroe con la mascherina incontra un eroe senza mascherina, l’eroe senza mascherina prende la multa.

Si potrebbe riassumere così, per provare a mettere un filo di leggerezza, quanto accaduto pochi giorni fa a Giovanna Bernasconi, Oss in sala parto all’ospedale Valduce e volontaria alla Croce Rossa di Uggiate Trevano.

Lo  ha raccontato in un post su Facebook, l’abbiamo contattata per capire.

Giovanna è una che con la mascherina addosso ci vive, letteralmente, e che sa bene i rischi che corre a non indossarla.

“Avevo finito tardi di lavorare – racconta – era stata una giornata emotivamente molto pesante e verso le 23.30 sono uscita fare un giro con il cane a 200 metri da casa, a Colverde. Ero stanca, sovrappensiero, stavo piangendo al telefono con il mio ragazzo e mi sono dimenticata di indossare la mascherina. In paese non c’era anima viva ma mi sono resa conto di non averla solo quando si è fermata una pattuglia della Polizia di Stato”.

Un controllo doveroso che però ha ben presto assunto una piega inaspettata.

“Ho coperto la bocca e il naso con la felpa, cosa prevista dalla legge ma hanno contestato che non avevo il viso coperto quando mi hanno vista – prosegue – ero mortificata, mi sono scusata e ho provato a spiegare che era solo una dimenticanza, con il lavoro che faccio conosco bene l’importanza di indossarla sempre”.

Inutile anche provare a spiegare che sarebbe stato impossibile infettare qualcuno con le vie deserte: “I poliziotti non hanno voluto sentire ragioni – dice – sono arrivati addirittura a dire che avrei potuto starnutire sulla maniglia di una portiera di un’auto infettando il proprietario il giorno successivo, e che se ero così sicura di quello che dicevo avrei dovuto chiamare il Ministero della Salute per spiegare come si propaga il virus”.

Risultato: 280 euro di multa.

Una cifra che fa la differenza nella vita di una ragazza che sta cercando di mettere via un po’ di soldi per andare a vivere con il fidanzato.

“Avevo torto, hanno applicato la legge alla lettera. La mia non è una critica contro le forze dell’ordine in generale – tiene a precisare Giovanna – ma in questo momento le singole persone possono davvero fare la differenza. Ci sono professioni più sotto pressione di altre, poliziotti compresi, sbagliamo tutti. Ma penso sia necessario non perdere mai di vista il buonsenso o si rischia solo di alimentare l’intolleranza e la psicosi generale”.

“Pochi giorni fa eravamo eroi e le forze dell’ordine erano fuori dall’ospedale a suonare le sirene e ad applaudirci per ringraziarci del nostro lavoro – conclude – e oggi sono un’untrice che starnutisce sulle portiere delle auto. Sarebbe bastato guardarmi: una ragazza da sola in piena notte che piange al telefono e si scusa per la dimenticanza. Una ramanzina sarebbe stata sufficiente”.

Perché spesso l’empatia e la solidarietà fanno la differenza, molto più di una mascherina.

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10 Commenti

  1. Per poter essere… Untori…. Prima si deve essere infetti, e se lo sei non puoi lavorare in ospedale…. Il buonsenso è anche capire quando una normativa è assurda, quando la si porta ad estremi senza senso…. No comment

  2. Che discorso è? Proprio perché lavora in ospedale dovrebbe sapere le conseguenze di non indossare la mascherina!! Se tutti noi dovessimo fare la ns parte ne usciremo il prima possibile. L’uso della mascherina con il distanziamento ci accompagnerà per mesi… e allora la prossima volta si ricordi. Cordialmente.

  3. Noi italiani siamo proprio un popolo curioso, se le leggi non vengono applicate, protestiamo, se vengono applicate protestiamo comunque,ed a ogni norma di legge pretendiamo una applicazione “ad personam”.

  4. Ci vuole veramente buon senso… ma Non c’è da meravigliarsi granché succedeva anche pre-covid…..se ti fermano la multa la prendi cmq…..se avesse avuto la mascherina l’avrebbero multata perché il cane non aveva la museruola.

  5. Questi zelanti controllori dimostrano ancora una volta che le norme vanno interpretate non solo pedissequamente applicate. Sincera vicinanza a Giovanna!

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