Due punti su quattro “fortemente inquinati”: questo il bilancio dei campionamenti eseguiti da un team di tecnici e volontari di Legambiente sulla sponda comasca del Lario nell’ambito di Goletta dei Laghi 2022, la campagna estiva dell’associazione ambientalista in difesa delle acque dei bacini lacustri italiani.
Nel mirino, come di consueto, canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico causato da cattiva depurazione o scarichi illegali arriva nei laghi. I risultati delle analisi microbiologiche effettuate sui campioni prelevati nei giorni scorsi sono stati resi noti questa mattina durante la conferenza stampa tenutasi presso la Camera di Commercio di Como. Nel dettaglio, i due punti risultati “fortemente inquinati” sono stati campionati presso la foce del torrente Cosia – che anche nei due anni precedenti presentava il medesimo livello di criticità – e presso la foce del Torrente Albano, nel 2020 e 2021 risultato invece entro i limiti di legge. La foce del Cosia come noto è a un passo dal Tempio Voltiano zona tristemente nota per essere punto di tuffi e bagni dei turisti nonostante i divieti e le recenti tragiche morti. Le acque dunque non sono pericolose solo perché fredde e profonde ma anche perché altamente inquinate.
Entro i limiti di legge, infine, sono risultati gli altri due punti campionati presso la foce del torrente Telo e la foce del torrente Breggia. “Si ritorna a trovare inquinata la foce del torrente Albano a Dongo. Evidentemente la ridotta portata di acqua mette in evidenza l’apporto di scarichi ancora scarsamente o per nulla depurati, nonostante gli importanti interventi di ammodernamento fognario in corso in Alto Lario a cura del nuovo gestore Como Acqua – dichiara Enzo Tiso, presidente del Circolo di Legambiente Como – Questo fortunatamente non avviene alla foce del Telo ad Argegno e del Breggia a Cernobbio, dove le concentrazioni di escherichia coli ed enterococchi intestinali si mantengono al di sotto dei limiti di legge. L’inquinamento alla foce del Cosia a Como, ai Giardini a Lago, si rivela purtroppo una costante negli ultimi anni. Occorre una volta per tutte monitorare seriamente i vari tratti del torrente per quantificare i diversi contributi alla presenza di contaminazione microbiologica. Parallelamente, è fondamentale continuare a mantenere adeguatamente informata la cittadinanza sui possibili rischi di contatto con contaminanti di origine fognaria”.
Sempre attivo, durante tutta la campagna, il servizio SOS Goletta, attraverso cui i cittadini possono segnalare a Legambiente chiazze o inquinamento sospetto di laghi, mari e fiumi e permettere all’associazione ambientalista di coinvolgere le autorità competenti per intervenire tempestivamente. Presenti all’incontro di questa mattina Elisa Scocchera, portavoce di Goletta dei Laghi; Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. E intervenuto anche il sindaco di Como Alessandro Rapinese.
Altra criticità affrontata, la situazione siccità. Il Lago infatti è al minimo storico del periodo per quanto riguarda il livello dell’acqua e conserva solo il 5% della sua capacità di invaso. Nel bacino del Lario in questo momento gli invasi montani stanno trattenendo quasi 200 milioni di mc di acqua, mentre il Lario stesso dispone appena di 13 milioni di metri cubi di acqua nel suo invaso regolato.
La Goletta dei Laghi è stata anche l’occasione per presentare il progetto Lake Como Green che intende promuovere modelli di transizione ecologica in ambito turistico, culturale e sociale in altri contesti territoriali, attraverso strategie di coinvolgimento delle realtà locali che vivono in un contesto caratterizzato da un forte impatto antropico. Il progetto è nato in risposta al Bando di Fondazione Cariplo “Effetto ECO”, vede la partecipazione di Legambiente Lombardia, Mondovisione Società Cooperativa Onlus e del Centro di didattica ambientale Proteus, ed è cofinanziato dalla Camera di Commercio di Como e Lecco. Partner di Goletta dei Laghi 2022 sono il Conou, Consorzio Nazionale degli Oli Minerali Usati, e Novamont, azienda leader a livello internazionale nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals.
3 Commenti
Non credo ci voglio un “cartomente” per scoprire l’eventuale inquinamento del Cosia, basterebbe solo un minimo di buona volontà senza guardareagli interessi di nessuno.
La scoperta dell’acqua calda.
Ci credo, passando dal sentiero che collega Tavernerio con la chiesa di San Francesco in Ravanera a Camnago, ci sono dei punti in cui evidentemente ci sono degli scarichi delle biologiche.