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Green pass al via, Croci (Crotto del Sergente) e Elli (Cantuccio): “Non siamo poliziotti, non possiamo chiederlo ai clienti”

Italiani e turisti non hanno perso l’appetito. Non appena la fine delle restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19 lo hanno permesso, tutti sono tornati al ristorante, a fare l’aperitivo, la colazione al bar o a mangiare un gelato.

Ci conferma un inizio di stagione scoppiettante Massimo Croci, il titolare di uno dei ristoranti simbolo di Como, il Crotto del Sergente, che a Lora propone a clienti habitué e a chi vuole provare qualcosa di nuovo la cucina comasca con prodotti a kilometro zero. “Da quando abbiamo riaperto stiamo andando davvero bene – racconta Croci che con la sua cucina tipica ha vinto anche il titolo al programma di Alessandro Borghese, 4 Ristoranti – c’è anche da dire che noi da sempre lavoriamo prettamente con gli italiani e gli svizzeri che finalmente sono potuto tornare a Como e ai nostri tavoli e molto meno con il turista che arriva da fuori Europa. Finalmente una boccata d’ossigeno dopo una stagione invernale andata davvero male a causa delle continue chiusure. Abbiamo anche smesso di fare il delivery perché ci rendeva pochissimo. Di contro facciamo davvero fatica a trovare personale; io ho integrato tutti i miei 8 dipendenti stabili ma cerco sempre degli aiuti per il fine settimana e non riusciamo a trovare camerieri a chiamata”.

Malgrado la bella stagione e l’arrivo dei turisti, lo spauracchio delle chiusure o di nuove restrizioni fa temere i ristoratori. “Il nostro timore ovviamente è che ci facciano chiudere di nuovo, non sarebbe sostenibile – racconta Croci – e dopo la campagna vaccinale sarebbe una vera beffa. Stiamo rispettando il distanziamento, stiamo lavorando tantissimo all’aperto ma ho dei dubbi sul Green Pass”. Ricordiamo che l’obbligo del documento per entrare nei locali al chiuso scatterà venerdì, 6 agosto.

E il ristoratore spiega meglio la sua posizione: “Sono contrario a un Green Pass per entrare anche al ristorante Perché non possono mettere in capo a noi questa responsabilità, non siamo pubblici ufficiali con l’autorità a chiedere un documento di questo tipo”.

Per avere un quadro più completo della situazione abbiamo parlato con Mauro Elli, titolare del Cantuccio di Albavilla e presidente dei ristoratori in Confcommercio. “Confermo, la stagione sta andando bene ed è in linea con i parametri storici – spiega – malgrado manchi la clientela che solitamente arrivava dall’Asia e dagli Stati Uniti che sono anche quelli che spendono di più non solo al ristorante ma in generale per le escursioni, nei negozi o nelle scuole di cucina”.

Qualcosa in generale il Covid ha cambiato nelle abitudini di chi va al ristorante. “La clientela è molto più attenta alle regole anti-contagio rispetto alla scorsa estate e ha riscoperto la bellezza di mangiare all’aperto – racconta Elli – seppure siano nati luoghi poco attrattivi come i tendoni in plastica e i tavoli in mezzo al traffico ma lo scorso maggio si doveva sopravvivere in qualche modo. Per il futuro vedremo cosa accadrà degli spazi esterni concessi ai locali ma per ora è presto”.

Sulla questione Green Pass, Elli è molto cauto. “Non possiamo essere noi a decidere chi può entrare e chi no in un ristorante – commenta – soprattutto perché con quale diritto chiediamo a un cliente se è vaccinato quando per legge non possiamo farlo con un nostro dipendente? Detto questo, io sono vaccinato, l’ho fatto perché lo ritengo un dovere civico per uscire da questa situazione ma il modo giusto per farlo non è con l’obbligo”.

Il ristoratore chiude quindi con una riflessione sulle difficoltà che hanno molti colleghi nel trovare il personale. “Nel mio locale non ho avuto questo problema perché i miei dipendenti sono storici – conclude – ma è chiaro che la pandemia ha reso questo ambito lavorativo molto incerto. Ho visto pizzaioli andare a fare i metalmeccanici e non tornare sui propri passi per avere la certezza di poter lavorare in modo continuativo”.

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO

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6 Commenti

  1. ho scaricato l’app del Ministero per verificare il green pass: ci si mette un secondo a ottenere la conferma.
    così come controllano se un cliente ha prenotato o meno il tavolo, possono controllare se un cliente ha il green pass.
    mi stupisce che la categoria che più ha sofferto a livello economico per la pandemia faccia delle resistenze a uno strumento che consente di evitare nuove chiusure.
    la legge stabilisce che questo controllo deve essere fatto, e questo chiude la questione.

  2. Effettivamente è vero. Non sono poliziotti. Tuttavia, la responsabilità oggettiva di eventuali contagi ricade sugli esercenti se non prendono tutte le misure necessarie a evitare il contagio tra i propri dipendenti che hanno contatto con il pubblico e tra gli avventori che rischiano di essere contagiati. Sono disposizioni che derivano principalmente dalla 81/2008 e poi, da diverse leggine e appendici ad altre leggine che allargano la responsabilità civile ai titolari delle attività aperte al pubblico nei confronti dei frequentatori di questi locali. Non sono poliziotti ma dovranno rispettare le norme sul distanziamento, il numero dei coperti calmierato, l’amuchina, l’igienizzazione del locali, ecc.ecc per dimostrare, a chi potrebbe rivalersi, di aver fatto tutto il possibile per proteggere la salute dei clienti e del proprio personale. Quello che non si comprende è proprio questo. Non è più semplice liberarsi da questi fastidiosi orpelli con il green pass? Non è più semplice eliminare tutti i fastidi creando delle “bolle” in cui chi è vaccinato e non teme il virus possa godersi senza fastidi una serata al ristorante? Mah….

  3. non possono chiedermi il greenpass ma possono misurarmi la febbre???? chiudere tutti i locali che non applicano rigidamente le norme, altro che ristori

  4. Personalmente andrò a cena solo in ristoranti CovidFree ad accesso esclusivo con GreenPass….tutto il resto è noia…

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