Victorinox, il produttore svizzero dei famosi coltellini svizzeri, sta valutando una mossa strategica per mitigare l’impatto dei dazi imposti dagli Stati Uniti. L’azienda, nota in tutto il mondo per l’eccellenza dei suoi prodotti, potrebbe presto spostare una parte della sua produzione sul suolo americano.
L’ipotesi, emersa da un’intervista dell’amministratore delegato Carl Elsener con la rivista economica tedesca WirtschaftsWoche, è una risposta diretta all’aumento delle tariffe di importazione. “Stiamo valutando la possibilità di effettuare direttamente in loco singole fasi di lavorazione alla fine della catena del valore, come la pulizia finale e il confezionamento dei coltelli commerciali” ha dichiarato Elsener. Questa mossa permetterebbe a Victorinox di ridurre il valore delle merci soggette a dazi, che attualmente variano dal 10% al 15%.
La pressione dei dazi e la risposta delle aziende svizzere
La Svizzera è stata duramente colpita dalla recente politica commerciale americana. Sotto la presidenza di Donald Trump, gli Stati Uniti hanno aumentato i dazi sulle importazioni svizzere fino al 39%, una mossa che rappresenta una grave minaccia per le imprese elvetiche. Il mercato statunitense è uno dei più importanti per la Svizzera, specialmente nei settori di macchinari, orologi e cioccolato.
Elsener ha sottolineato che l’arrivo di questi dazi si aggiunge a un contesto economico già complesso, aggravato dalla forza del franco svizzero, che ha già messo a dura prova la competitività e i margini di profitto dell’azienda.
Victorinox ha comunque ancora del tempo per decidere: gli Stati Uniti hanno elevate scorte dei suoi prodotti, garantendo all’azienda fino all’inizio del prossimo anno per valutare la migliore strategia da adottare.