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I fondi della società pubblica di Mozzate e Limido sul conto personale: sequestrate case a Champoluc e Cantù

I finanzieri di Olgiate Comasco hanno eseguito un Decreto di sequestro preventivo di beni e soldi per un valore di oltre 550 mila euro per le ipotesi di peculato e falso in bilancio, emesso dal Gip del Tribunale di Como, su richiesta della Procura.

Il sequestro giunge al culimine di un’indagine coordinata dal Procuratore capo di Como, Nicola Piacente (foto sotto), che ha consentito di accertare e quantificare un’ingente emorragia di fondi pubblici in particolare da una società partecipata dai Comuni di Mozzate e Limido Comasco, la “Gian Luigi Panzeri”.

La società, con sede a Mozzate, si occupa principalmente di servizi alla persona nonchè della gestione di asili nido, mense scolastiche e della biblioteca ricevendo contributi per questi scopi dagli stessi enti locali, dalla Regione Lombardia e dagli stessi cittadini che usufruiscono dei servizi.

L’indagine, svolta dai Finanzieri tramite una serie di accertamenti contabili, bancari e numerose attività di perquisizione, ha consentito di accertare come la società, negli anni, sia stata di fatto gestita da un soggetto che in apparenza non aveva alcun titolo formale né carica amministrativa all’interno dell’azienda, ma in realtà agiva in totale sostituzione dei diversi amministratori nominati. Una situazione che ha fatto sì che le vere decisioni sul personale, su ogni vicenda direzionale d’azienda, oltre che sugli aspetti amministravo-contabili e di gestione delle liquidità finanziarie, bancarie e di cassa, fossero prese fuori dagli organi realmente deputati a farlo.

Sarebbe proprio l’ampia disponibilità di denaro pubblico così garantita all’ “amministratore ombra” che gli ha permesso, negli anni, di sottrarre quasi 600mila euro dalle casse della società, talvolta tramite bonifici diretti sul proprio conto corrente poi giustificati contabilmente da voci di costo fittizie, in altre occasioni addirittura mediante sottrazioni di denaro contante detenuto nella cassa, prelevato con la finalità di essere depositato in banca, ma in realtà speso per far fronte a interessi di carattere personale.

Attualmente, oltre al gestore di fatto dell’azienda, risultano indagati i due amministratori legali per il reato di peculato in ragione delle somme sottratte e delle false comunicazioni sociali, avendo riportato, in bilancio, voci di costo inesistenti.

Con il sequestro di oggi sono stati congelati 100mila euro e due case di pregio, una a Cantù e una nella nota località sciistica di Champoluc (Aosta, foto sotto e in copertina) il cui valore ammonta a 500.000 euro.

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