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I pomeriggi pieni di nulla, un biglietto, ora il piccolo impero. Kuma: miracolo comasco (nato in Sri Lanka)

Capacità, voglia di lavorare e l’incontro con un Angelo, di nome e di fatto.

Questa, se fosse possibile riassumerla in una frase, sarebbe la storia di Wengappuli Arachchilage Susantha Namal Kumara, Kuma per gli amici. E non è una storia qualsiasi. Perché non è da tutti partire seduti su una panchina senza sapere come trascorrere la giornata e arrivare a essere a capo di un’impresa con quasi venti dipendenti.

Il suo inizio è quello di moltissimi altri ragazzi in cerca di fortuna lontano dal proprio Paese: partito dallo Sri Lanka nel 2002, poco più che ventenne, arriva in Germania con il sogno di diventare architetto ma poi, si sa, la vita segue disegni tutti suoi e lui si ritrova a fare mille lavori lontanissimo da casa e dai propri sogni. “In Germania non avevo amici – racconta – dopo pochi mesi ho deciso di raggiungere un mio connazionale che viveva a Como e mi sono trasferito”.

Senza lavoro, senza conoscere una parola di italiano e senza una casa, Kuma vive con l’amico e la sua famiglia e trascorre le giornate seduto su una panchina del lungolago finché un incontro gli cambia letteralmente la vita: “Un giorno un signore ha iniziato a chiacchierare con me – racconta – e prima di andare via mi ha dato un biglietto con il suo indirizzo, me lo sono messo in tasca e non ci ho più pensato”.

Dopo qualche giorno, però, il biglietto gli torna tra le mani e Kuma decide di andare da lui: “Non capivo cosa mi diceva, ma era gentile con me e da quel momento sono tornato spesso a trovarlo, siamo diventati amici – continua – finché un giorno mi ha offerto una camera a casa sua e io ho accettato. Mi ha ospitato per sette anni”.

Con l’aiuto di Angelo, pensionato dal cuore immenso e generoso, Kuma comincia a imparare l’italiano e a lavorare ma, soprattutto, a coltivare i propri sogni. “Ho fatto di tutto: iniziavo alle 5 del mattino facendo le pulizie e poi lavoravo nella cucina di un ristorante dormendo tre ore per notte – ricorda – nel frattempo ho seguito un corso di somministrazione di alimenti e bevande e uno per diventare autotrasportatore. Non sapevo cosa volevo fare ma avevo voglia di imparare”.

Un disegno all’apparenza confuso che piano piano, sempre con Angelo al suo fianco, prende forma: “Con i primi risparmi ho preso in affitto un appartamento per far venire in Italia mio fratello e le mie sorelle, poi ho deciso che era arrivato il momento di fare qualcosa per me stesso – racconta – ero partito sognando di fare architettura ma poi Angelo mi ha detto: ‘Qui ci sono già un sacco di case, meglio se impari a ristrutturarle’. E nel 2009 ho aperto la mia prima ditta di riparazioni e ristrutturazioni, con lui che all’inizio mi portava in giro con la sua macchina con la scala sul tetto, finché ho preso la patente e mi sono comprato una Seicento”.

E Kuma da allora ne ha fatta parecchia di strada, tanta che oggi la sua City Group Como conta una ventina di dipendenti e tre camion e si occupa, oltre che di ristrutturazioni, anche di pavimenti in resina, pulizie, traslochi con appalti per diversi uffici pubblici e catene di supermercati.

Fine della storia e vissero tutti felici e contenti? Non per un sognatore ambizioso come lui: “Sono felice del mio lavoro e della fiducia di tutte le persone che si affidano alla mia ditta ma ho una responsabilità verso i miei dipendenti e voglio continuare ad aiutare chi ha bisogno di un lavoro, come me tanti anni fa – spiega – così ho deciso di diversificare la mia attività”.

E quindi perché non rilevare una pizzeria da asporto, la Pizzeria Lariana di via Manzoni, studiando giorno e notte l’impasto e le materie prime perfette e sognando già di aprirne un’altra? E perché non aggiungere anche il benzinaio di viale Innocenzo, che riaprirà a breve, e pensare già di rilevarne un altro?

“Il mio segreto? Aver voglia di lavorare – spiega sorridendo – ho avuto tante opportunità, è vero, ma ancora oggi mi alzo alle sei della mattina e lavoro tutti i giorni, da lunedì a domenica, non ho tempo libero e neppure vizi, solo la passione per le auto sportive”.

Ma c’è da scommettere che, anche se ora guida una Bmw, il cuore di Kuma è ancora su quella vecchia Seicento con la scala sul tetto, con Angelo al suo fianco che lo aiuta a trovare la strada.

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