Garzeno, un piccolo gioiello incastonato a 660 metri d’altitudine tra le suggestive montagne comasche, si rivela un luogo di straordinario interesse storico, culturale e naturalistico. Questo comune montano, con i suoi circa 650 abitanti, si snoda lungo la Valle dell’Albano, un’arteria fondamentale che da Dongo sale al Passo di San Jorio (2004 metri), collegando l’Alto Lario con la Svizzera, precisamente con la Valle Mesolcina e Bellinzona.
Storia millenaria e legami transfrontalieri
La posizione strategica di Garzeno ha plasmato la sua storia fin dai tempi antichi. Questa via montana fu teatro delle mire espansionistiche dei Sacco, feudatari della Val Mesolcina, che nel 1220 ottennero da Federico II il dominio dell’intero “Monte di Dongo”, di cui Garzeno faceva parte. Nonostante una perdita nel 1284, i Sacco recuperarono il territorio nel 1402. Successivamente, il feudo passò ai Trivulzio e, nel 1580, al cardinale Tolomeo Gallio, che lo ottenne da Filippo II come parte delle rinomate “Tre Pievi”. Una storia ricca di passaggi di mano, che testimonia l’importanza strategica e territoriale di questo angolo di Lombardia.
Un borgo autentico e le sue frazioni disperse
Il cuore di Garzeno è un nucleo d’impianto antico, sviluppatosi nel tempo e arricchito da diverse frazioni disseminate sulle pendii montani. Il centro storico è un vero e proprio museo a cielo aperto, con case rustiche che sfoggiano ancora oggi affreschi votivi, in particolare lungo la via Lamiolo. Cappelline e fontanili punteggiano il paesaggio, aggiungendo un tocco di fascino e devozione popolare.
Tra le frazioni, spicca Catasco, dove sorge una chiesetta di recente costruzione. Qui, sull’altare dedicato a San Bernardino, è custodita una pregevole tela settecentesca raffigurante la Vergine in gloria con i Santi, un’opera d’arte che merita una sosta.
Garzeno: porta sui sentieri del San Jorio
Garzeno è l’ultimo centro abitato che si incontra salendo verso il Passo di San Jorio, una posizione privilegiata, ben protetta dai venti lacustri e caratterizzata da un clima mite e asciutto durante tutto l’anno. La parte più antica del paese, che si sviluppa attorno alla casa parrocchiale, è raggiungibile attraverso una suggestiva mulattiera ciottolata, stretta e ripida. Qui, le case in pietra, raggruppate in armonia con l’inclinazione del pendio montano, raccontano storie di vita contadina e di adattamento al territorio.
Da Garzeno si dipartono numerosi sentieri escursionistici che conducono a località come Brenzeglio, il Monte Marmontana e, naturalmente, il Passo di San Jorio. Percorrendo la mulattiera lungo il versante sinistro, si giunge al Rifugio Giovo (1706 m). Lungo questo percorso, l’incontro con le costruzioni rurali tipiche della valle, con i loro tetti a falde molto inclinate e coperti di paglia, offre uno sguardo autentico sulla cultura medievale e sull’ingegno costruttivo dei “garzenesi” di un tempo.
Economia di montagna e un patrimonio architettonico unico
Nei secoli scorsi, l’economia di Garzeno era incentrata principalmente sull’allevamento e la pastorizia, favorite dall’abbondanza di pascoli. Nonostante i guadagni non fossero ingenti, queste attività si rivelavano più proficue dell’agricoltura, che a quell’altitudine faticava a garantire più di un mero sostentamento familiare.
Il patrimonio storico-architettonico di Garzeno è di inestimabile valore. Le abitazioni antiche conservano ancora oggi le loro facciate affrescate, veri e propri libri di storia a cielo aperto. Le numerose “masun“, le tipiche baite montane con il tetto in paglia di segale, sparse sul territorio, aggiungono un tocco di autenticità a un paesaggio già di per sé idilliaco. I boschi rigogliosi e i pascoli sconfinati fanno di Garzeno un vero e proprio paradiso naturale, con panorami suggestivi che invitano alla contemplazione e all’esplorazione.
Immancabile è la visita alla Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo, menzionata in documenti fin dal 1172 e poi rinnovata nel Quattrocento e nel Seicento, testimone della profonda fede e della tradizione religiosa del borgo.
Il “Braschino”: un gusto antico che profuma di storia
Garzeno non è solo storia e natura, ma anche patria esclusiva e gelosa del Braschino, o “Braschìn” nel dialetto locale. Il suo nome deriva da “brasca”, brace, luogo dove veniva e viene ancora oggi cotto, emergendo come un delizioso disco volante dal profumo inconfondibile. Questo dolce tipico racchiude in sé la semplicità e la golosità della tradizione culinaria locale.
Gli ingredienti sono pochi ma essenziali: farina, acqua, lievito, un pizzico di sale, uova, burro (un tempo lardo), latte, noci e uvette. Un impasto vigoroso e una cottura sapiente danno vita a un’esperienza gustativa unica.
La ricetta del Braschino di Garzeno: un dolce da assaporare
Per chi volesse cimentarsi nella preparazione di questa prelibatezza, ecco gli ingredienti e un breve procedimento:
Ingredienti per una teglia di Braschino:
- 250 g di farina 00
- 125 g di zucchero
- 125 g di burro freddo a pezzetti
- 1 pizzico di sale
- La scorza grattugiata di mezzo limone
- 1 uovo intero e 1 tuorlo
- 1 bicchierino di grappa
- Noci e uvetta o uva passa (quantità a piacere)
- 1 albume per spennellare
Preparazione:
- In una terrina, unire farina, zucchero, burro freddo a pezzetti, l’uovo intero e il tuorlo, il pizzico di sale e la grappa. Impastare fino ad ottenere un composto di grosse briciole.
- Lavorare brevemente l’impasto sulla spianatoia infarinata, formare una palla, avvolgerla in pellicola trasparente e lasciarla riposare in frigorifero per un paio d’ore.
- Stendere l’impasto con uno spessore di circa 1 cm, dandogli una forma rotonda con un diametro di 30-40 cm.
- Spennellare la superficie con l’albume leggermente sbattuto con una forchetta e cospargere con zucchero semolato.
- Cuocere in forno ventilato a 180°C per circa 20 minuti, o fino a doratura.
- Servire il Braschino freddo, tradizionalmente accompagnato da un bicchierino di grappa.
Garzeno è dunque un luogo che sa offrire un’esperienza completa: dalla scoperta di un passato ricco e affascinante, all’immersione in una natura incontaminata, fino all’assaggio di sapori autentici che raccontano storie di tradizioni e passione. Una meta imperdibile per chi cerca un viaggio tra le radici più profonde della Lombardia.