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Il borgo sulla roccia sembra un’isola sospesa sul mare di verde: un gioiello in provincia di Como

Una tappa insolita tra i tanti borghi pieni di fascino del Lago di Como? Sicuramente a Castello, frazione del comune di Valsolda e luogo davvero unico in un territorio che pure è pieno di angoli magici. Impossibile non partire dalla posizione del borgo di Castello, un pugno di case letteralmente aggrappato alla montagna e picco sull’incontaminato panorama circostante. Lassù, sullo sperone di roccia che quasi sostiene l’abitato, sembra quasi di vedere un isolotto nel verde a perdita d’occhio e a breve distanza dal cosiddetto “altro lago” della provincia di Como, ossia il Ceresio (nell’abitato principale di Valsolda si trova la celeberrima Villa Fogazzaro).

Ma la posizione così speciale non è l’unica caratteristica peculiare di Castello. La conformazione stessa del borgo, infatti, è assolutamente degna di nota vista la particolare sagoma a semicerchio. La struttura dell’abitato è composta infatti da stretti vicoli pedonali disposti radialmente e collegati da ripide scalinate che attraversano il centro costruito principalmente fra il XVI e il XIX secolo. La particolare disposizione si pensa che segua quello che un tempo era il tracciato delle antiche mura.

Tanti luoghi di Castello meritevoli di una visita. Ad esempio, dalla strada che sale da Albogasio, c’è la scalinata che porta alla chiesa parrocchiale di San Martino che custodisce un magnifico affresco del pittore Paolo Pagani.

Proseguendo oltre la chiesa una via con fondo in acciottolato raggiunge la Casa Pagani, segnalata dalla presenza dello stemma di famiglia al centro della facciata.

La casa, appartenuta al pittore, è qualificata da pregevoli busti all’antica inseriti nei timpani sopra le aperture ed è oggi sede dell’omonimo museo che ospita opere e documenti legati alla sua attività e ad altri artisti valsoldesi.

Lungo le vie del villaggio è possibile individuare numerosi segni come portali, davanzali, stemmi e facciate dipinte, che qualificano le diverse residenze e documentano la prolungata attività dei suoi abitanti come architetti, scultori e pittori.

NOTIZIE STORICHE
L’insediamento ha origini antiche documentate da ritrovamenti archeologici ed era legato alla presenza di un centro fortificato risalente secondo alcuni all’età romana. Nel corso del Medioevo in occasione della guerra decennale fra Milano e Como questo territorio fu conteso fra la due fazioni e teatro di alcuni scontri. Nel XIII secolo il feudo della Valsolda fu concesso alla Mensa Arcivescovile di Milano che esercitava il potere temporale.

La fortificazione di Castello fu distrutta nel 1528 da Gian Giacomo Medici detto il Medeghino ma l’abitato mantenne il suo caratteristico impianto. Nei secoli seguenti la Valsolda appartenne allo Stato di Milano e rimase sotto la giurisdizione della Diocesi milanese.

Fra il Cinquecento e l’Ottocento il borgo di Castello, come gli altri villaggi della valle, fu interessato dal fenomeno delle migrazioni artistiche che spinse molti abitanti a lasciare per lunghi periodi il paese natio per lavorare come architetti, pittori, stuccatori e scalpellini nei cantieri delle grandi città italiane o nei paesi d’oltralpe. Questi artisti mantennero vivo il legame con le terre di origine e alcuni di loro, come il pittore Paolo Pagani a lungo attivo in Moravia e Polonia, investirono i propri guadagni nel rinnovamento delle residenze di famiglia conferendo una peculiare qualità all’edificato degli abitati. Castello rimase comune autonomo fino al 1927 quando fu unito ad Albogasio, Cressogno, Drano, Dasio, Loggio e Puria per formare il nuovo comune di Valsolda.

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