Si apre un nuovo (doppio) fronte di conflitto per il Comune di Como: lo Yacht Club ha infatti presentato ricorso al Tar contro il provvedimento del giugno scorso con cui l’amministrazione cittadina ha chiuso il distributore di carburante per una serie di ragioni.
Tra queste, la principale riguarda la presunta assenza di titolo edilizio a seguito di un vecchio spostamento risalente a circa 20 anni fa (tesi smentita radicalmente dall’associazione che invece rivendica di aver presentato, ai tempi, regolare Dia e di aver aggiornato costantemente e a suon di atti l’amministrazione oltre ad aver ottenuto l’ok dei vigili del fuoco).
Nel ricorso viene anche sottolineato che, avendo l’impianto funzionato senza alcun problema per anni, la disposizione di chiusura è ritenuta comunque eccessiva anche rispetto alle contestazioni sollevate.
Ad ogni modo, ora lo storico sodalizio e l’amministrazione se la vedranno in Tribunale. Anzi, in realtà i ricorsi sono due perché oltre alla chiusura materiale dell’impianto, c’è anche la questione – in questo caso con l’Agenzia delle Dogane – della successiva revoca della licenza fiscale all’associazione per il distributore.
A confermare i passi del sodalizio cittadino, oggi, il presidente Gioacchino Favara, che si concentra soprattutto sul fronte comunale.
“Noi riteniamo gli atti dell’amministrazione impropri – afferma – se non altro perché proprietario dell’impianto è il Comune stesso, che peraltro ci fa pagare il canone, che per di più è stato rinnovato ancora nel vicino 2023. Inoltre, lo Yacht Club è il concessionario che ha ricevuto un bene che ovviamente riteneva perfettamente a norma. E in ogni caso, spettava all’amministrazione garantire che lo fosse, in qualità di proprietario, non a noi”.
Favara aggiunge poi una considerazione di carattere più generale: “La verità è che a volte sembra quasi che la città di Como sia governata più dal Tar che dalla politica ed è un peccato. L’amministrazione non dovrebbe essere il nemico di tutti, ma al contrario facilitare la composizione delle questioni. Così non appare. Poi, al di là di questi ragionamenti, sappiamo che questa zona fa gola a molti, ma qui il discorso è diverso e molto più ampio”.
Come si accennava prima, la vicenda era emersa lo scorso 11 giugno quando il dirigente del settore Commercio di Palazzo Cernezzi, Valentino Chiarion, firmò il provvedimento che di fatto proibiva allo Yacht Club di continuare a fornire a soci e taxi boat (ma anche forze dell’ordine) il carburante del distributore. Uno stop pesantissimo, visto che almeno fino a Faggeto – verso il centro Lago di Como – quella di viale Pucher era sicuramente l’attività più importante per la nautica.
, comunque, la palla – come per molti altri atti dell’amministrazione Rapinese, vedi chiusura delle scuole – passa ai giudici del Tar della Lombardia.