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Il dormitorio non c’è ancora ma se aprirà potrà accogliere solo 20 persone

L’ombra lunga dell’eclissi sembra distendersi sull’ipotesi di un nuovo dormitorio permanente in città. Giunti a ottobre, sulla scorta della mozione trasversale approvata con gran disdoro della Lega a luglio, di una prossima apertura è pressoché utopia parlare. O almeno in questa direzione vanno le parole pronunciate in Comune lunedì scorso da Angela Corengia, assessore ai Servizi Sociali.

“Dopo una prima ricognizione – ha dichiarato lunedì scorso – abbiamo constatato che il Comune non ha immobili immediatamente disponibili da adibire a dormitorio, se non dopo eventuali lavori di ristrutturazione e messa a norma importanti e costosi. L’amministrazione, però, in questo momento non ha risorse da sottrarre ad altri settori”. La palla, dunque, passa ad altri. Forse.

“Il sindaco – ha proseguito Corengia – ha quindi inviato una serie di lettere ad altri soggetti, cioè parrocchie, enti e associazioni, per chiedere disponibilità di soluzioni alternative. Le risposte stanno arrivando, per la verità molto lentamente, e saranno poi rese note”. La via è dunque stretta e tortuosa. Ma c’è di più.

“Si sentono molti numeri sulla possibile capienza di un nuovo dormitorio: 100, 200, 300 persone. La verità è che, anche dopo un confronto con la rete che si occupa della grave marginalità, le persone che il Comune potrebbe ospitare in una struttura, cioè soltanto quelle in regola con tutti i documenti, sono una trentina. Anzi, forse meno, diciamo una ventina calcolando che circa 10 saranno incluse dal progetto Strade verso casa e altri rifiutano di entrare in un dormitorio”. Numeri minimi e impietosi. Che sembrano capaci di mettere in dubbio l’apertura stessa di un nuovo dormitorio in città.

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