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Il farmacista super atleta (nutrizionista del Como) porta il Lago a New York. E fa un tempone alla maratona

Farmacista come il padre, nutrizionista del Como e runner. Ma di quelli “evoluti”, molto evoluti, come si dice in gergo. A confermare il tutto il “tempone” corso nella regina delle maratone, in quel di New York, solo pochi giorni fa.

E sul percorso che attraversa i 5 distretti newyorchesi, per arrivare in Central Park Giorgio Tassone, maglietta nera del Calcio Como indosso (oltre al logo dell’associazione di beneficenza “quelli che con luca”), ha fermato il crono su un ragguardevole 3 ore e 9 minuti. Lui che vanta un personale sotto le 3 ore (2 ore e 59 minuti corso a Pisa).

Un tempo notevole, considerando anche la difficoltà del percorso. Rientrato in Italia, ci racconta, ancora forte l’emozione, quanto vissuto a New York.

“Non l’avevo mai corsa e tutti mi dicevano che sarebbe stata un’esperienza unica. E così è stato. E’ una gara diversa dalle altre dove il tifo ai bordi della strada si fa veramente sentire tanto. Io, sull’onda dell’emozione e del sostegno dei cittadini non mi sono praticamente accorto di avere fatto i primi venti chilometri”, dice Giorgio che, nutrizionista del Como ha saputo gestire senza problemi l’aspetto dell’integrazione di liquidi durante tutti i 42 chilometri e 195 metri della maratona.

“Ogni quartiere aveva le sue caratteristiche. Il tragitto è arduo, si apre subito in salita lungo il ponte Verrazzano e poi ci si tuffa nella città, un’emozione unica. Ma non è semplice. Avevo una proiezione di gara sulle 3 ore e 3 minuti ma verso la fine, dal 36esimo chilometro in poi ho dovuto rallentare un po’. Sono però super soddisfatto”.

Gli allenamenti hanno dato i loro frutti. “E anche se sono abituato a correre sul lago in luoghi molto duri come i tratti  di saliscendi, vedi il Pizzo o altri, devo dire che la maratona di New York è molto nervosa, veramente impegnativa”

Dopo essersi concesso qualche ora di relax in città, con un passaggio anche in Times Square (nelle foto con la maglia di Amici di Como e una copia di Magic Lake), Giorgio racconta anche i momenti terminali della gara. “Quando dal Queensboro Bridge si arriva a Manhattan è un momento unico. Lentamente si sente arrivare il boato della folla che, fatta una curva, esplode. Unico”.

E se, appena tagliato il traguardo, la stanchezza faceva pensare “troppa fatica, stop, in realtà sono passate poche ore per farmi tornare a progettare la prossima gara”.

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