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Il Grand Hotel in cima alla montagna, gioiello del liberty, “va salvato”. A pochi chilometri da Como la corsa contro il tempo

Un podcast di successo e una petizione on line per raccogliere il numero maggiore di firme. Obiettivo comune è quello di far rivivere il Grand Hotel Campo dei Fiori a Varese. Quel gigante addormentato che, dal centro della città giardino, se si rivolge lo sguardo verso la montagna, appare in tutta la sua imponenza e immobilità.

E così due varesini molto noti come Flavio Vanetti e Riccardo Aceti – su change.org – vanno alla carica. «Il Grand Hotel era l’icona di una Varese famosa in tutta Europa, durante la Belle Époque, per la sua bellezza e per la sua accoglienza – hanno spiegato i due proponenti – Non siamo gli unici a pensarla in un certo modo: durante le Giornate del Fai la possibilità di accedere alla struttura riscuote sempre un grande successo, così come in altre occasioni analoghe. Facciamo qualcosa per farlo rivivere».

Ora dunque si è in caccia del maggior numero di firme e si prevedono gazebo in città per attirare l’attenzione.

Così viene ben descritto il Grand hotel dal Fai (le foto sono prese dal sito del Fai ndr), che ogni anno riesce ad aprire le porte per alcune visite.

“Nella Belle Époque Varese vive gli anni della villeggiatura preparandosi ad accogliere i visitatori con lussuose strutture come il Grand Hotel Campo dei Fiori, aperto al pubblico nel 1912 dalla Società Anonima Grandi Alberghi Varesini che ne commissiona la costruzione sul Monte Tre Croci. La progettazione è affidata al grande nome del momento: Giuseppe Sommaruga, artista Liberty. La storia del Grand Hotel si districa tra oltre 150 stanze, vedute mozzafiato e ambienti capaci di raccontare il fasto che fu. Da hotel a ospedale, e poi di nuovo albergo, incapace però di resistere al cambiamento dei tempi e chiuso nel 1968, è stato riaperto al pubblico nel 2017, alla soglia dei cinquant’anni dalla chiusura (appunto per visite del fai in certi periodi)”.

FAI
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Tra gli obiettivi dei proponenti c’è quello di far sedere a un tavolo la proprietà (la famiglia Morello), il Comune di Varese e Regione Lombardia e magari intervenire sull’immobile per “lotti funzionali, riattivando inizialmente solo qualche piano, evenienza che comporterebbe investimenti inizialmente minori rispetto a un recupero totale”.

Un’ultima curiosità. Fu Carlo Ciotti, emigrato dalla provincia di Varese a Pittsburgh, soprannominato “Il matto delle montagne” ad avere l’idea di costruire un hotel al Campo dei Fiori, un progetto poi affidato all’architetto Giuseppe Sommaruga.

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