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Il virus manda in crisi il latte. Ivan da Bellagio: “Niente turisti, prezzo in calo. Rischiamo di vendere in perdita”

La crisi legata al Covid-19 colpisce anche le piccole aziende agricole del Lago di Como, che stanno subendo gli effetti negativi anche in virtù della chiusura delle attività di ristorazione e del mancato turismo in questi mesi.

Ivan Gilardoni è un allevatore bellagino, possiede un piccolo agriturismo a conduzione familiare ed è il presidente della Latteria Sociale di Bellagio. Per lui, quindi, l’emergenza che da sanitaria si è trasformata in economica sta avendo molteplici sfaccettature.

“A livello di produzione di latte, in questi mesi siamo andati avanti normalmente – spiega Ivan – La Latteria Sociale Valtellina, a cui siamo associati, finora non ne ha abbassato il prezzo. Attualmente è, infatti, di 41 centesimi al litro. Purtroppo, però, per il mese di maggio dovremo valutare anche questa possibilità, almeno di qualche centesimo. Pensando alle aziende esclusivamente agricole, si tratta di un danno enorme: la sola produzione del latte costa circa 36 centesimi, quindi andrebbero in perdita ad abbassare troppo i prezzi”.

Un problema, quello dell’abbassamento dei prezzi del latte, che è dettato dalla mancanza di acquisto e consumo del prodotto.

“In questi mesi non è partito il turismo, fondamentale per noi – continua Ivan – Le cooperative sono in difficoltà a causa dei consumi decisamente minori. Non abbiamo risentito subito della crisi perché stiamo riscuotendo il latte di settimane fa ma temo che nel mese di maggio inizieremo a sentire l’impatto del blocco delle attività di ristorazione, non ci sono più vendite”.

L’attività di Ivan comprende però anche un altro aspetto: l’Agriturismo Cascina Prada. Fermo da oltre due mesi, come tutte le attività di ristorazione, si prepara a ripartire a giugno in attesa di direttive da parte del Governo.

“Non abbiamo utilizzato né la consegna a domicilio né l’asporto, essendo un piccolo ristorante a conduzione familiare e con un menù particolare – così Ivan – Se ce lo permetteranno, quando riapriremo pensiamo di mettere dei tavoli fuori dal locale, in giardino, almeno la domenica a mezzogiorno. Potremmo proporre una modalità self-service, per aumentare la sicurezza. Essendo un agriturismo in forma familiare, abbiamo i clienti in casa e in un ambiente piccolo. Dovremo capire le normative che usciranno e come adeguarci”.

“Per quanto riguarda l’allevamento, le perdite maggiori le ho subite sulla vendita di maiali perché si è notevolmente abbassata la richiesta – conclude Ivan – Comunque, io mi ritengo abbastanza fortunato perché la mia attività comprende vari aspetti: allevamento, agricoltura, agriturismo. Certo, i costi ci sono perché gli animali vanno nutriti, ma essendo una piccola azienda riesco ad arrangiarmi relativamente”.

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