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In piazza per imparare a salvare: 60 nuove sentinelle del cuore grazie a Comocuore. “Ognuno può fare la differenza”

Un cuore può fermarsi all’improvviso, ma grazie alla formazione e alla solidarietà può anche tornare a battere. È con questo spirito che domenica Como ha vissuto una giornata di impegno e speranza, grazie all’iniziativa di Comocuore, associazione da oltre 40 anni al servizio della salute cardiovascolare. In occasione del quarantesimo compleanno l’organizzazione ha donato 22 defibrillatori semiautomatici ad altrettante associazioni di pubblica assistenza del territorio, per poi proseguire nel pomeriggio con corsi di rianimazione cardiopolmonare (Blsd) aperti alla cittadinanza, ai quali hanno preso parte circa 60 nuovi volontari, pronti a diventare sentinelle del cuore.

“Abbiamo pensato all’Operazione Salvagente per portare questi strumenti salvavita il più vicino possibile ai cittadini – ha dichiarato il dottore Giovanni Ferrari, presidente di Comocuore – Grazie alla collaborazione con Regione Lombardia siamo arrivati a distribuire circa 900 defibrillatori. Un tempo la sopravvivenza in caso di arresto cardiaco era vicina allo 0%; oggi, grazie alla tempestività di intervento dei primi soccorritori, i cittadini stessi, possiamo raggiungere tassi dell’80-85%, numeri incredibili”.

A ricevere i nuovi defibrillatori sono state 22 realtà locali, tra cui Croce Azzurra di Cadorago e Rovellasca, Croce Verde di Fino Mornasco, numerose sezioni della Croce Rossa (Como, Cantù, Grandate, Menaggio, Lomazzo, Uggiate Trevano, San Fermo, Lurate Caccivio), SOS di Appiano Gentile, Canzo, Lurago d’Erba, Mozzate, Olgiate Comasco e Bellagio, oltre a Croce Bianca Mariano Comense, Lario Soccorso Erba, Croce Medica Milano e 118 Como.

Durante la cerimonia è intervenuto anche l’infermiere Umberto Piccolo, sottolineando l’importanza dell’azione formativa: “Una persona su venti in Lombardia ha ricevuto formazione all’uso del defibrillatore. Queste macchine potranno aiutare fino a 3000 persone nei prossimi cinque anni. L’arresto cardiaco non è solo un problema clinico, ma sociale: dobbiamo tutti essere pronti a intervenire”.

Parole sentite anche dall’ex sindaco di Como, Mario Landriscina, che ha ricordato il lavoro pionieristico fatto insieme a Comocuore: “Abbiamo scritto pagine bellissime con questa associazione, nate da risate e lacrime. Comocuore ci ha costretto a pensare, a cambiare la realtà di un tempo, dove si moriva quasi sempre per infarto, portando la cultura del soccorso tra la gente“.

Nel pomeriggio, la formazione ha preso il posto delle cerimonie: circa 60 cittadini hanno preso parte ai corsi Blsd, impegnandosi a diventare veri e propri sentinelle del cuore. Perché, come ha ricordato Sergio Gaddi, consigliere regionale: “ciò che fate oggi è eternamente importante. Restituire la vita a qualcuno dà senso pieno alla nostra esistenza”.

Dopo la parte teorica ospitata al Teatro Sociale di Como, i partecipanti al corso sono usciti all’aperto in piazza Verdi per mettere le mani, letteralmente, sul cuore della questione: imparare a salvare una vita. Divisi in piccoli gruppi, ciascuno affiancato da due volontari esperti provenienti dalle associazioni di soccorso coinvolte. Gli istruttori, tutti volontari, hanno messo a disposizione il loro tempo libero per insegnare gratuitamente le manovre salvavita. Durante la sessione pratica, tutti hanno potuto esercitarsi su un manichino, simulando un intervento reale, dall’esecuzione del massaggio cardiaco all’utilizzo di un defibrillatore automatico. Ma la cosa più bella è successa spontaneamente: i passanti si sono fermati incuriositi, famiglie, giovani e anziani hanno osservato in silenzio, qualcuno ha anche chiesto di provare. In quel momento, la piazza è diventata un luogo di speranza, dove la conoscenza si è mescolata alla solidarietà, e ogni battito, anche solo simulato, ha ricordato che imparare a intervenire può significare restituire la vita.

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