Con oggi inizia ComoZero inizia la pubblicazione di una serie di interviste agli attori del turismo comasco ai vari angolo del territorio nella lunga e difficile estate post lockdown, con qualche timido segno di ripresa ma ancora tante difficoltà che attanagliano il settore. Buona lettura.
La stagione turistica atipica si riflette anche sui grandi hotel del centro città.
A Como, affacciato tra piazza Cavour e il lago, l’hotel Metropole Suisse riflette una crisi che si sta abbattendo su buona parte delle strutture comasche dedicate all’ospitalità.
Ne abbiamo parlato con Roberto Cassani, titolare dell’hotel in piazza Cavour e presidente degli albergatori comaschi.
Un primo bilancio di questa stagione estiva?
“Sta andando come ci aspettavamo. L’occupazione fino ad agosto è stata intorno al 10-15%, nelle ultime settimane è un po’ migliorata ma comunque si registra un 30% rispetto agli anni scorsi. Parliamo di un turismo di vicinanza soprattutto nel weekend, mentre durante la settimana c’è meno gente. Se a luglio avevamo 10 camere al giorno durante la settimana e 20 nel fine settimana, per agosto possiamo dire di arrivare a riempire 20 camere in settimana e 40 nel weekend”.
Sono cambiate anche le prenotazioni?
“Si tratta di prenotazioni last-minute, più individuali. Mancano ovviamente i gruppi organizzati, temo sarà così fino alla prossima primavera. Inoltre, stiamo ricevendo ancora cancellazioni: la gente aspetta a decidere se annullare o meno, per questo stiamo cercando di incentivare le cancellazioni fino all’ultimo momento. Le poche prenotazioni che erano rimaste da oltreoceano, ora vengono cancellate anche per ottobre e novembre vista la situazione”.
Per quanto riguarda il prolungamento della stagione, cosa ne pensa?
“La speranza è di mantenere questi livelli, seppur bassi, approfittando di un turismo low-cost nella bassa stagione – spiega – Purtroppo fuori dall’Italia la situazione non è tranquillizzante, quello che succede negli Stati Uniti ci fa temere anche per il 2021 e dobbiamo prestare massima attenzione: basta davvero nulla per far ripartire i contagi”.
Quali soluzioni potrebbero aiutare il settore?
“Come associazioni di categoria chiediamo il prolungamento della cassa integrazione. Inoltre, sono stati erogati finanziamenti a fondo perduto ma non bastano. È assurdo, poi, pretendere il pagamento delle imposte fino alla fine dell’anno. Si dovrebbe cancellare parte dell’imposizione e posticipare il resto dilazionandola nel maggior tempo possibile, è l’unico modo per stare aperti. Vedremo gli effetti di questa crisi in bassa stagione, temo che molte strutture chiuderanno. Meglio che lo Stato rinunci a qualcosa adesso, per fare ripartire l’economia in tempi più rapidi e quanto meglio possibile”.