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Pozzi (Pesi Massimi) sentenza da supertifoso: “Il Sinigaglia è la storia e resta dov’è. Questa società l’unica speranza”

Una concessione di novantanove anni, invece dei dodici attuali, se non addirittura la vendita dello stadio. Queste, secondo il direttore generale del Calcio Como Carlalberto Ludi, le uniche premesse possibili per garantire sostenibilità a qualsiasi progetto di valorizzazione del Sinigaglia.

Piatto ricco per l’imminente campagna elettorale che vedrà certamente lo stadio tra i temi più caldi tanto che Fratelli d’Italia, ha proposto ai comaschi un mini sondaggio “pro-programma”, con la fatidica domanda che suona più o meno così: “Cosa volete farne?”.

Impossibile, prevedibilmente, parlare con la società per avere qualche dettaglio sulle proposte che potrebbero presentare, se ce ne saranno le condizioni. E allora abbiamo girato la domanda, scevra di qualsiasi implicazione politica, ai Pesi Massimi, lo storico gruppo di tifosi del Como.

Perché, alla fine, se lo stadio Sinigaglia avesse un “proprietario” non potrebbero che essere i tifosi che, tra amministrazioni che cambiano e una società che periodicamente passa di mano in mano seguendo, ovviamente, logiche più economiche che di cuore, loro ci sono sempre, sulle tribune che perdono i pezzi, sotto il sole cocente o la pioggia battente, a tifare con lo stesso entusiasmo la partita di serie A e quella di serie C.

“Che senso ha un sondaggio come questo? – è l’opinione di Francesco Pozzi (nella foto), volto notissimo sugli spalti – la risposta è lapalissiana: il Comune non sarà mai in grado di prendersi cura dello stadio quindi l’unica soluzione è quella di una concessione all’attuale società che ha dimostrato di essere seriamente interessata a investire ma che, ovviamente, deve avere il suo tornaconto, con tutti i limiti che l’amministrazione vorrà porre al momento delle trattative”.

Perché “lo stadio più bello del mondo”, così lo definì il giornalista sportivo Gianni Brera, deve restare la casa del Como, in barba ai progetti di costruire un nuovo campo da gioco fuori città: “Credo di parlare anche a nome dei tifosi della Curva, non solo di noi Pesi Massimi, quando dico che per noi la storia è importante e lo stadio è solo questo, non ha senso pensare a costruirne uno fuori città anche perché sarebbe da ingenui credere che gli attuali proprietari del Calcio Como non ci abbiano scelti perché lo stadio si trova qui in questa zona – prosegue Pozzi – inoltre, con gli oneri di urbanizzazione che il Comune otterrebbe, si potrebbe sistemare l’intera zona circostante, oggi degradata”.

Ma quella che, agli occhi di qualcuno, potrebbe sembrare una svendita in cambio di un po’ di belletto, in realtà secondo i Pesi Massimi sarebbe un regalo anche per tutta la città: “Se costruissero un nuovo stadio fuori città, il rischio che il Sinigaglia si trasformi in un’altra Ticosa è altissimo visto che già adesso abbiamo pilastri ammalorati per decenni di mancata manutenzione, locali inagibili, posti decimati e interi settori chiusi – dice – e poi il tempo dei tifosi teppisti, salvo casi isolati, è finito: adesso si approfitta delle trasferte per fare una gita, visitare le città, mangiare e dormire fuori con ricadute positive anche sul turismo. E lo stadio dove è adesso è un valore aggiunto che lascia a bocca aperta tutti i nostri ospiti”.

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3 Commenti

  1. Per anni abbiamo sentito politici locali ,da desta a sinistra, e parte di cittadini, invocare intervento di privati per sopperire in più aree alla cronica mancanza di soluzioni concrete e opere causato dall’incapacità delle amministrazioni….ora che per un importante parte della città c’è un concreto impegno da parte di soggetto privato( Calcio Como) che ha già ampiamente dimostrato di volere essere parte del tessuto socio economico della città… gli stessi che invocavano nicchia o e fanno orecchie da mercante, oppure contestano adducendo problemi vari,tipo traffico, che agli occhi del comasco sveglio appaiono solo ridicoli….. Per favore non si perda quadra occasione più unica che rara. Per il bene della città e del Calcio COMO

  2. Stadio nato lì e parte integrante del tessuto urbano della città. Questa proprietà ha dimostrato grande sensibilità e ambizioni ragionate e sostenibili e rappresenta una opportunità UNICA e IRRIPETIBILE per dare un futuro ad un impianto fatiscente e che invece potrebbe rappresentare un volano per la città sia dal punto di vista sportivo che economico e culturale.
    Che i candidati sindaci si impegnino concretamente su questo !

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