Un canale YouTube, 42 iscritti, 9 video integrali e centinaia di visualizzazioni per una materia che in apparenza sembra tutt’altro che “virale”: le sedute del Consiglio comunale di Como. A salvarle dall’oblio digitale? L’Associazione per l’Iniziativa Radicale “Myriam Cazzavillan”, che quattro mesi ha avviato il progetto Video Consiglio Comunale Como, con la cura e il caricamento volontario di tutti gli incontri istituzionali. Francesco Monelli si occupa della parte tecnica, ma dietro c’è l’impegno politico e culturale dei radicali comaschi e milanesi, a partire dal segretario dell’associazione Gianni Rubagotti, che ha sottolineato: “La democrazia non è il monologo del politico che parla da solo. È scontro, confronto, possibilità di capire cosa dice l’altro e magari arrivare a rispettarlo. Marco Pannella ci ha insegnato questo”.
Il contesto: toni accesi e temi concreti
I consigli comunali di Como negli ultimi mesi non sono stati semplici passaggi procedurali. “Al contrario – ha spiegato Rubagotti – sono spesso diventati teatro di scontri accesi, come nel caso del 31 marzo 2025, quando le minoranze hanno abbandonato l’aula in segno di protesta per le affermazioni del sindaco, Alessandro Rapinese, che ha contestato il fatto che una assessora fosse stata chiamata ‘velina’, supportato dal presidente del consiglio Fulvio Anzaldo che ha citato un like di una consigliera dell’opposizione a un post dove veniva definito ‘gioppino'”.
Ma oltre ai toni, i temi affrontati toccano la quotidianità dei cittadini: gestione dei rifiuti, carenza di posti negli asili nido, lavori pubblici, polizia locale, tariffe Tari, regolamenti cimiteriali e molto altro. Argomenti tecnici, sì, ma fondamentali per la qualità della vita a Como. Eppure, sul sito del Comune, i video delle sedute vengono rimossi dopo 15 giorni. “Un limite grave in vista delle prossime elezioni amministrative – ha avvertito Rubagotti – Così si rischia che la campagna elettorale venga inondata di fake news, proprio per la mancanza di strumenti pubblici per verificare cosa sia stato realmente detto”.
L’intervista: “La memoria è la prima difesa contro le bugie”
Rubagotti ha chiarito ulteriormente il senso dell’attivismo radicale: “Ci siamo ispirati all’insegnamento di Marco Pannella: la democrazia è ascoltare più voci che si confrontano, non solo il video tagliato ad arte in cui Tizio ‘asfalta’ Caio. Ormai la politica è diventata un tifo da stadio. Un video tagliato può far sembrare che uno abbia detto qualcosa che non ha mai detto”.
“Un esempio concreto? – ha continuato – A Como c’è chi ha fatto circolare un video per far sembrare che un certo politico avesse appoggiato un candidato di centrodestra. Ma era falso. Ecco perché è fondamentale avere i documenti integrali: per smontare queste narrazioni distorte”.
Rubagotti non si trattiene nei confronti del/la protagonista della vicenda: “Quella persona dice cose imbarazzanti. Ma è proprio per questo che serve un archivio accessibile: se chi governa sa che può essere ascoltato, magari si fa uno scrupolo in più”.
Un invito ai cittadini
L’appello finale del segretario dell’associazione è chiaro: “Noi non abbiamo grandi mezzi per promuovere questo canale. Ma chi lo conosce, lo faccia conoscere. È un servizio piccolo ma prezioso. Non cambierà il mondo, ma è un primo passo, come Radio Radicale a livello nazionale: la consapevolezza che si può essere ascoltati cambia il modo di fare politica”.