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La minaccia per i frontalieri: “Chi non si dichiara per la tassa sulla salute pagherà il doppio. La Lombardia si opponga”

La battaglia per i diritti dei frontalieri approda anche in Consiglio Regionale, dove in questi giorni è in discussione il bilancio di previsione. I consiglieri regionali del Partito Democratico, Angelo Orsenigo e Samuele Astuti, hanno presentato un ordine del giorno per chiedere a Regione Lombardia di opporsi a modifiche normative che penalizzano i comuni di confine e di ribadire gli impegni assunti in precedenza sul tema delle risorse derivanti dal lavoro frontaliero in Svizzera.

In particolare, i dem puntano il dito contro una misura iniqua: la tassa sanitaria per i cosiddetti “vecchi frontalieri” su cui il governo insiste, presentando un emendamento alla legge di Bilancio 2025 che, per l’impossibilità di avere dalla Svizzera i nominativi di questi lavoratori, minaccia di raddoppiare il prelievo fino a 400 euro mensili (finora l’ipotesi è un massimo di 200, ndr), qualora non si dichiarino.

“L’accordo del 2020 ha mantenuto per i vecchi frontalieri il sistema dell’imposizione unica in Svizzera e non prevede che le autorità elvetiche ne forniscano i nominativi all’Italia: ora si vorrebbe che fossero loro ad autodenunciarsi all’assessore Bertolaso per dare alla sanità lombarda le risorse che il governo non fornisce. Questa imposizione – sottolineano Astuti e Orsenigo – è in contrasto con l’accordo italo-svizzero del 2020, e rappresenta un aggravio ingiustificato per i lavoratori e i comuni. Chiediamo innanzitutto che questa norma venga soppressa e che la Regione esprima con forza il proprio dissenso”.

“Un’altra misura contro cui ci opponiamo con forza – proseguono i dem – è la proposta di elevare al 4% il limite del rapporto frontalieri/residenti per l’accesso diretto dei comuni alle risorse delle compensazioni finanziarie. Dopo la levata di scudi dell’associazione dei comuni di frontiera, il centrodestra al governo ha proposto di riportare al 3% i comuni sotto i 15mila abitanti”.

“La Regione deve intervenire – aggiungono – affinché il Governo e il Parlamento rispettino i patti assunti con i comuni di confine e le organizzazioni dei frontalieri. Inoltre, bisogna evitare di introdurre vincoli che limitino l’autonomia dei comuni nell’utilizzo delle risorse, costringendoli a destinarle a finalità predefinite e non legate alle reali esigenze locali. Il centrodestra parla tanto di autonomia differenziata, potrebbe intanto iniziare a non colpire la capacità decisionale dei comuni”.

Infine, i consiglieri chiedono che nel bilancio regionale 2025-2027 vengano individuate risorse adeguate per garantire i servizi sanitari nelle aree di confine e affrontare le conseguenze socio-economiche delle crisi aziendali: “Tutto questo – concludono – senza gravare ulteriormente sui lavoratori frontalieri e senza introdurre vincoli penalizzanti per i comuni, mantenendo invece un dialogo aperto e trasparente con gli enti locali e le organizzazioni dei frontalieri”.

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