Como si conferma in prima linea nella transizione digitale. Alla presenza del sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all’innovazione, il comasco Alessio Butti, e del presidente della provincia di Como, Fiorenzo Bongiasca, il dipartimento della trasformazione digitale ha illustrato i risultati raggiunti nella provincia lariana grazie ai fondi del Pnrr.
“Tutti i 149 Comuni della provincia di Como hanno aderito ad almeno una delle misure promosse dal Pnrr – ha dichiarato il sottosegretario Butti, sottolineando l’impegno capillare del territorio – Questo è un risultato straordinario, ottenuto grazie all’attivismo degli amministratori e dei funzionari pubblici. Solo qui abbiamo investito 31 milioni e mezzo di euro per finanziare servizi digitali, piattaforme e infrastrutture”. Un impegno che, secondo Butti, sta già mostrando i suoi frutti. “I cittadini iniziano a percepire il miglioramento della qualità dei servizi, ma dietro c’è un lavoro enorme, fatto di visione, pianificazione e controllo. Nessun fondo viene sprecato: la piattaforma nazionale monitora ogni passaggio con assoluta trasparenza”.
Una provincia più moderna e vicina ai cittadini
A fare gli onori di casa, il presidente della provincia di Como, Bongiasca, che ha aperto la conferenza con un messaggio chiaro: “La transizione digitale è una delle sfide più importanti dell’amministrazione. È un’opportunità per rinnovare i processi interni, valorizzare le risorse umane e creare un rapporto nuovo con cittadini e imprese. Vogliamo una pubblica amministrazione moderna, accessibile e in grado di generare valore per tutta la comunità”. L’evento ha visto la partecipazione di oltre 50 amministrazioni locali, a conferma dell’interesse e della partecipazione attiva del territorio.
L’esperienza del Comune di Como: la CIE come chiave d’accesso
Tra i progetti più innovativi presentati, spicca il caso studio di Como sull’iniziativa: Como Identità Ente Locale (CIE). “Si tratta di un progetto in via di sviluppo che coinvolge direttamente il Comune di Como e il dipartimento per la trasformazione digitale e che intende sperimentare nuove applicazioni della Carta d’Identità Elettronica (Cie) come strumento per l’accesso a servizi digitali e fisici – ha spiegato l’ingegnere Giovanni Fazio, dirigente alla partita a Palazzo Cernezzi – abbiamo deciso di puntare sulla Cie perché la riteniamo una chiave strategica per facilitare l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione, rafforzare la sicurezza dell’identificazione e promuovere l’innovazione. La Cie consente tre modalità d’uso fondamentali: l’identità digitale: tramite il certificato di autenticazione contenuto nel chip, accessibile solo con l’uso del Pin, la Cie permette al cittadino di autenticarsi in modo sicuro a portali e servizi online. L’identità fisica: contiene i dati identificativi conformi agli standard Icao 9303, validi per i documenti di viaggio internazionali e per il riconoscimento personale tramite lettura Nfc. Infine il Numero Identificativo Servizi (Nis): si tratta di un valore numerico univoco a 12 cifre, generato durante la personalizzazione della carta. È associato alla Cie ma non direttamente riconducibile al titolare, né richiede Pin per essere letto. Il Nis è pensato per l’accesso fisico veloce a servizi come: l’ingresso a luoghi pubblici o mezzi di trasporto, la registrazione dell’orario lavorativo dei dipendenti (in alternativa al badge aziendale), e l’accesso controllato in aree riservate o sensibili. Un esempio pratico: all’ingresso di un edificio, un tornello dotato di lettore Nfc leggerà i dati della Cie, verificherà la corrispondenza del Nis con quanto registrato e, in caso positivo, autorizzerà l’accesso. Questo approccio consente una gestione integrata, sicura e senza attrito dell’identificazione personale. Inoltre, presto avvieremo l’upgrade tecnologico di tutti i varchi del Comune di Como per sperimentare la Cie come badge aziendale: sarà un’alternativa moderna e più efficiente ai tradizionali sistemi di rilevazione presenze. L’adesione sarà su base volontaria e non sarà necessaria alcuna modifica alla Cie già in possesso. Basterà tirarla fuori dal portafoglio, un gesto semplice che può diventare rivoluzionario per la vita quotidiana dei cittadini”.
Gandolfi (Upi): “Le Province al centro della trasformazione”
Anche il presidente dell’Unione delle Province d’Italia, Pasquale Gandolfi, ha ribadito il ruolo delle Province nel processo: “Abbiamo lavorato a stretto contatto con il dipartimento per condividere un’analisi puntuale dei bisogni territoriali. Da questo confronto è nato l’avviso pubblico per Province e Città metropolitane, con 70 milioni di euro stanziati per portare i dati provinciali su cloud qualificato. Le Province non possono restare indietro: svolgono un ruolo fondamentale nella pianificazione territoriale, nella viabilità e nell’edilizia scolastica. Rafforzare le loro infrastrutture digitali significa migliorare la qualità della vita dei cittadini”.
Un futuro più connesso (anche via satellite)
Butti ha anche accennato alle sperimentazioni in corso sulla connettività satellitare in Lombardia: “Non vogliamo lasciare indietro nessun territorio. La fibra ottica non può arrivare ovunque, quindi abbiamo chiuso una gara per la tecnologia satellitare. È una risposta concreta alle esigenze delle aree più difficili da raggiungere”.
Risultati tangibili: liste d’attesa ridotte del 30%
Tra le applicazioni concrete, il sottosegretario ha citato il progetto per la riduzione delle liste d’attesa nella sanità: “Con l’integrazione dell’app Io, abbiamo ridotto del 30% il fenomeno del no show, ovvero quelle persone che prenotavano visite a cui poi decidevano di non andarci senza però annullare l’appuntamento. Questo significa meno sprechi e servizi più efficienti”. Infine, ha concluso con un richiamo al capitale umano: “La digitalizzazione non è solo una questione tecnica, ma di formazione. Le pubbliche amministrazioni devono dialogare con le tre “I”: Infrastrutture, Inclusione e Innovazione. E anche i cittadini devono sentirsi coinvolti in questo cambiamento”.