E’ scontro a sinistra, o se si vuole essere più precisi ancora tra sinistra comunista e sindacati, sulla Variante della Tremezzina. Oggi, con dure critiche alla lettera diffusa qualche giorno fa dalle organizzazioni sindacali, interviene sul tema Rifondazione Comunista con un documento rivolto in particolare al segretario provinciale della Cgil Sandro Estelli. Pubblichiamo il testo di seguito.
VARIANTE TREMEZZINA Lettera aperta di Rifondazione Comunista a Sandro Estelli, Segretario Camera del Lavoro Como
Leggendo il comunicato del 22 febbraio firmato congiuntamente con CISL dei Laghi e UIL sulla variante Tremezzina, e pubblicato da EcoInformazioni , ancora una volta siamo rimasti fortemente delusi.
In primo luogo perché su questa grande opera avete la stessa posizione degli esponenti politici e delle imprese che la vogliono fare a tutti i costi , fra l’altro adesso senza sentire il vostro parere e tagliandovi fuori da ogni consultazione.
Provate a pensarci: se il problema da risolvere con le gallerie della variante Tremezzina era quello delle code di auto, bus e camion lungo le strette strade costiere della parte ovest del lago, l’unica soluzione era davvero quella di fare una nuova strada per i mezzi su gomma tra Griante e Colonno? Voi – a proposito della Tremezzina – usate le stesse parole di quelle che dovrebbero essere le vostre ‘naturali’ controparti: vi unite al coro quasi unanime convinto che le gallerie della Tremezzina portino più posti di lavoro, miglioramenti economici, efficienza dei trasporti. Ma davvero non c’erano altre possibilità per migliorare la sicurezza per gli utenti, per garantire la salute degli abitanti della Tremezzina, per generare uno sviluppo dell’economia locale e rendere più veloci i collegamenti con i passi alpini senza deturpare il paesaggio?
La seconda grande delusione vien dal vedere un sindacato che, oltre a non mettere minimamente in discussione la costruzione delle gallerie, evidenzia una subalternità culturale nei confronti di imprese e costruttori privati quando non propone una visione strategica complessiva che tenga conto delle necessità complessive di un territorio; perché, fino a prova contraria , il problema non è solo quello di far arrivare velocemente tante macchine di turisti sul lago di Como, o sbagliamo?
Ci sono problemi e crisi che possono diventare nuove risorse e occasioni di sviluppo: ne citiamo solo uno il dissesto idrogeologico che , insieme ad un ragionamento complessivo sulla mobilità sono da più di dieci anni alla base della nostra proposta sulla questione Variante Tremezzina fin dalla sua apparizione. Li riportiamo qui in estrema sintesi, augurandoci di aprire sul tema un confronto più approfondito
• Diversificazione e integrazione delle modalità di trasporto su gomma, ferro e via acqua
• Facilitazioni tariffarie su scala regionale per biglietti che integrino parcheggi -treni- bus – traghetti- battelli per incoraggiare l’arrivo dei turisti con mezzi diversi da quello privato
• Creazione di una alternativa su acqua al trasporto merci da e per le località costiere ma anche per quelle in transito da e per i passi alpini
• I primi tre punti, comportano necessariamente il potenziamento del trasporto pubblico per numero di vettori e frequenza di passaggi e, di conseguenza comportano anche un rilancio dell’occupazione .
• Nuovi addetti nel settore trasporti, ma anche per l’industria cantieristica locale vista la necessità di costruzione e manutenzione di una flotta ben più grande di quella attuale; potenziamento della cantieristica che potrebbe essere – diciamo da sempre – l’occasione per il rilancio degli stabilimenti industriali dismessi ( primo fra tutti l’area Falck di Dongo)
Le risorse pubbliche impegnate per la costruzione della variante (abbiamo perso il conto, aggiungendosi ad ogni promessa di ripresa dei lavori qualche milione di euro ma siamo intorno ai 400) possono essere impiegate anche per uscire dall’eterna emergenza idrogeologica;
La prevenzione di frane, smottamenti e alluvioni, che anche da noi è la vera e unica grande opera necessaria, richiede un intervento pubblico non solo per un monitoraggio geologico oggi del tutto insufficiente, ma soprattutto per una manutenzione fatta anche attraverso la silvicoltura e l’agricoltura di montagna che storicamente hanno contrastato il dissesto ma che oggi – non più convenienti economicamente- sono largamente abbandonate. Anche in questo caso una manutenzione ordinaria, compiuta con tempi e procedure dell’ingegneria ambientale richiederebbe assunzioni e creerebbe posti di lavoro buoni e stabili.
Diciamo queste cose da anni, e qualcuno ci ha risposto ai tempi dicendo che erano belle idee ma che richiedevano tanto tempo e invece si trattava di fare alla svelta…Ci sembra che anche le gallerie non siano certo un prodigio di efficienza e di velocità! Per cui chiediamo anche a voi di ripensarci, finché siamo in tempo.
Como 25.2.’25
La segreteria provinciale del Partito della Rifondazione Comunista/ Sinistra Europea. Como