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Lago di Como, ancora bagni proibiti nell’acqua misto fogna: arriva la Polizia locale. Parola ai turisti: “Sappiamo nuotare bene”

Intervento della Polizia locale stamattina al Tempio Voltiano per far rispettare il divieto di balneazione quotidianamente ignorato, ormai da anni, da decine di persone. Complice la giornata calda, infatti, come ogni giorno la spiaggia ai giardini a lago e la lunga penisola di sabbia creatasi alla foce del Cosia sono state invase da turisti in cerca di refrigerio nelle acque del lago, nonostante i chiari cartelli di divieto.

E così, intorno alle 13, una pattuglia della Polizia Municipale è intervenuta, fischietti alla mano, per far uscire dall’acqua i tanti bagnanti. Nessuna contravvenzione elevata, ma solo spiegazioni sul perché non sia possibile nuotare in quello specchio d’acqua che si trova, anche se in molti lo ignorano, proprio alla foce del Cosia dove persistono da anni alte concentrazioni di escherichia coli e enterococchi intestinali, secondo gli ultimi rilievi effettuati quest’anno da Legambiente.

Un problema che riporta l’attenzione non solo sulla necessità di intervenire urgentemente sui fattori che rendono il lago inquinato, a prescindere dall’opportunità o meno di consentire la balneazione in questa zona, ma anche sull’opportunità di chiarire meglio sui cartelli il più rilevante motivo per cui un bagno qui è decisamente da evitare, a costo di fare una figuraccia ammettendo che il “lago più bello del mondo” in questo punto è inquinato.

“Abbiamo visto i cartelli di divieto ma pensavamo che il pericolo fosse dovuto al fatto che qui non ci sono bagnini, ma noi sappiamo nuotare bene, abbiamo la tavola e abbiamo pensato che non fosse un grosso problema, visto che c’era tanta gente in acqua – è stato il commento di due giovani olandesi che abbiamo raggiunto dopo che erano stati fatti uscire dagli agenti mentre nuotavano appoggiati alla loro tavola da sup – se avessimo saputo che il lago qui è inquinato non saremmo entrati di certo”.

“L’acqua è bassa e trasparente e non ci sembrava di infrangere i divieti facendo giocare la bimba seduta in acqua in compagnia del papà – è stato invece il racconto che ci ha fatto una famigliola di Lecce in vacanza a Como – sul cartello non abbiamo letto che si tratta di un punto inquinato e non ci sembrava pericoloso farla giocare qui, altrimenti non l’avremmo sicuramente fatta entrare. Ora ci sposteremo al lido più vicino per trascorrere il resto della giornata e speriamo non stia male perché, a pensarci bene, le manine bagnate in bocca le ha messe”.

Come riporta, infatti, Legambiente, dai rilievi svolti quest’anno dalla Goletta dei Laghi risulta che “Su 11 punti campionati sulle sponde del lago di Como, sette hanno concentrazioni di escherichia coli ed enterococchi intestinali ben al di sopra dei limiti di legge. A essere risultati fortemente inquinati sulla sponda comasca sono la foce del Cosia, nei pressi del Tempio Voltiano, e quella del torrente Albano a Dongo”.

La ragione per la quale questo punto del primo bacino, e non altri, risulta così inquinato è tanto semplice quanto, purtroppo, cronica cioè gli scarichi fognari non controllati che inquinano il Cosia e, di conseguenza, le acque alla sua foce: “Purtroppo dobbiamo constatare che poco è cambiato rispetto alle criticità evidenziate negli anni precedenti dalle analisi di Goletta dei Laghi – avevano dichiarato i Circoli Legambiente di Bellano e Lecco e quello di Como in occasione della presentazione dei dati – una fotografia che si ripresenta puntuale soprattutto nei punti dove, ancora oggi, non sono state messe in atto azioni per potenziare le reti fognarie, i collettori o il recapito finale ai depuratori…chiediamo di accelerare i controlli e i conseguenti interventi sulle fognature, per evitare di alimentare l’inquinamento del lago già messo sotto pressione da navigazione, cementificazione e pressione turistica”.

PER APPROFONDIRE

Lago di Como: “I turisti a mollo in un brodo di enterococchi. Leggi a tutela delle acque ignorate da 50 anni”

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7 Commenti

  1. Il dramma nel dramma è che poco più avanti, rispetto al punto in cui il Cosia si immette nel bacino del lago, le stesse acque vengono captate per la potabilizzazione e distribuzione in rete.
    Sigh.

  2. Rimane il fatto che il cartello è poco visibile, vago (le testimonianze di questo articolo dimostrano che non è chiaro quale sia il pericolo) e visibile solo se arrivi dal monumento ai caduti. Se davvero l’amministrazione volesse dimostrare buona volontà (è su questo tema credo ne abbia molta poca) basterebbe migliorare questo aspetto. Poi resta la questione multe, se le facessero dopo un po’ girerebbe voce che fare il bagno li costa denaro e vedrete che molti vi rinuncerebbero… Se sapeste che tanto non vi fanno la multa ma al limite una ramanzina lo paghereste il parcheggio?

  3. Considerato che è una battaglia persa in partenza (magari intervenire , se si può,con ruspe che eliminano in qualche modo la striscia di terra che si è formata) un bel manifesto maximum schermo che riproduca in formato gigante i batteri che infestano l’acqua? Con scritta in varie lingue “io vivo qui e ti sto aspettando”

    1. Si un bel manifesto con scritto il nostro lago è pieno di mrda. Master di scienze della comunicazione.
      Perché invece non spendere i soldi per togliere gli scarichi fognari dal lago?

  4. Ma i più intelligenti arrivano da noi? Non sentono l’odore di acqua putrida e non vedono le acque di quella cloaca interrata che si riversa nel lago? Anche solo sedersi in quel locale a forma di cubo poco dietro, viene da vomitare a sentire i miasmi aventi sempre la stessa origine

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