Votata dal Consiglio regionale lombardo la mozione presentata dal gruppo Lega che propone di effettuare interventi di controllo selettivo del Cormorano. “La mozione – spiega il consigliere regionale Gigliola Spelzini, firmataria del provvedimento – invita la Giunta e l’Assessore competente ad effettuare uno studio che ripartisca per ciascun corpo idrico, il quantitativo massimo di Cormorani sostenibili dall’ecosistema locale e a rimodulare, coinvolgendo anche ISPRA e il Ministero dell’Ambiente, i parametri numerici della selezione in base alla situazione attuale di ciascun tratto di acqua dolce, per incrementare l’efficacia del controllo sia in termini di individui abbattuti, realizzando un effettivo contenimento, che in termini di effetto dissuasivo indotto dall’attività di abbattimento. Inoltre, si invita ancora la Giunta ad integrare l’attuale piano con attività di selezione presso i roost, ossia i dormitori, al fine di preservare l’ecosistema, la vita e il benessere dell’ittiofauna d’acqua dolce, la salute umana, la piscicoltura, la pesca, il turismo e le attività commerciali ed infine a fornire indicazioni specifiche alle Province per procedere all’invio autonomo sul territorio dei cacciatori iscritti agli ATC e CAC, di operatori autorizzati e formati e di operatori di ditte specializzate attraverso il coordinamento impartito dai Comandi provinciali e della Città Metropolitana”.
“Nello specifico per quanto riguarda il Lago di Como – precisa Spelzini – la presenza del Cormorano rappresenta un problema davvero molto serio, che sta causando la devastazione di interi tratti di habitat e danneggiando seriamente l’attività dei nostri pescatori: basti pensare che 150 cormorani arrivano a mangiare anche 60 chili di pesce al giorno, di qualsiasi specie e dimensione, mettendo a rischio anche la presenza di alborelle, persici e cavedani. Non solo, è anche un pericolo per la salute umana a causa di un parassita molto dannoso che colpisce i volatili e può arrivare fino all’uomo. Infine, non va tralasciato il danno provocato al sistema turistico che ruota intorno al nostro Lago, che si trova a dover fare i conti con intere aree rese impraticabili a causa della massiccia presenza di guano.”
“La proliferazione di questa specie – conclude Spelzini – deve quindi essere necessariamente monitorata e controllata anche attraverso censimenti puntuali, in grado di stabilire l’esatta situazione di ogni corpo idrico, da cui poi dedurre la reale quantità di abbattimenti indispensabili per mantenere un sano equilibrio nel nostro ecosistema lacustre e preservare non solo il benessere dell’ittiofauna d’acqua dolce, ma anche la salute umana, la piscicoltura, la pesca, il turismo e le attività commerciali”.