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Lago di Como, follia a Nesso: proprietari assenti, i giovani si tuffano dal tetto della casa. Il video

Vi ricordate l’articolo, che abbiamo pubblicato pochi giorni fa, nel quale una residente di Nesso raccontava del tetto della sua casa trasformato in trampolino da gruppi di ragazzi in cerca di frescura ed emozioni forti (lo trovate qui)?

Ed eccolo qui, ora, il video di alcuni di quei tuffi immortalati oggi da un altro residente che ha subito avvisato i proprietari, assenti in quel momento.

Perché un conto è leggerlo, un altro è vedere davvero un ragazzo in piedi sul tetto di una casa tuffarsi nel lago da un’altezza di oltre 15 metri mentre i suoi amici fanno il conto alla rovescia, come se fosse la cosa più normale del mondo.

Ed è davvero difficile, avendolo sotto gli occhi, liquidare un video così dicendo “Son ragazzi, vogliono solo divertirsi. Anche noi alla loro età…”, perché in questi pochi secondi di filmato, e nelle voci allegre di questi ragazzi, c’è sì l’ingenuità degli anni più spensierati che spinge a fare anche qualche imprudenza, qui oggettivamente spinta all’estremo.

Ma oltre al rischio per la propria incolumità (scivolare sui coppi non è un’ipotesi poi così remota), qui c’è anche una lampante violazione di una proprietà privata con il rischio, oltretutto, di danneggiare un bene altrui, che è una cosa che a quell’età si dovrebbe conoscere molto bene, con in più tutte le conseguenze che, in caso di incidente, potrebbero ricadere sui proprietari dell’immobile.

Qualche giorno fa, con il ribaltamento del pontile di Blevio è andata tutto sommato bene con danni strutturali, ma neanche un graffio ai bagnanti. I tuffi dal ponte della Civera finora sono stati fortunati, benché addirittura pubblicizzati e suggeriti in un inquietante passaparola tra turisti (qui le cronache dell’estate scorsa).

Davanti a immagini così, però, forse è davvero arrivato il momento di affrontare con urgenza il problema anche a livello istituzionale a tutela, prima di tutto, dell’incolumità dei ragazzi, ma anche dei residenti che vedono le loro case, e talvolta interi angoli di paese, usate come parco giochi senza riuscire, da soli, a fare qualcosa.

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