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Lago di Como, la rivoluzione: “Primo progetto al mondo, con le praterie subacquee di Re-Lake rinascono i fondali”

Nella sede di Confindustria Como si è svolta oggi la presentazione del progetto Re-lake, una pionieristica iniziativa di rinaturalizzazione dei fondali del Lago di Como, unica al mondo nel suo genere, che coinvolge scienza, imprese e comunità locale in un esempio virtuoso di sostenibilità ambientale e innovazione. Condotto dalla giornalista Laura Bettini di Radio24, l’incontro ha visto la partecipazione di un centinaio di accreditati e numerosi relatori istituzionali e scientifici. Re-lake nasce nel 2019 per iniziativa dell’associazione Proteus, impegnata nella didattica e ricerca ambientale, con l’obiettivo di rigenerare la biodiversità dei fondali del Lago di Como. Durante il periodo della pandemia, in un momento di crisi collettiva, i membri dell’associazione hanno scelto di agire: “è nato tutto durante il lock-down – ha raccontato Paola Iotti, presidente di Proteus – Da una semplice domanda: cosa possiamo fare per il lago? La risposta è stata un progetto di comunità con una forte base scientifica”.

L’innovazione: natura, tecnologia e sostenibilità

“L’elemento innovativo di Re-lake sta nel metodo – ha spiegato Camilla Capelli del dipartimento ambiente, costruzioni e design della Supsi – Tre specie di piante lacustri vengono coltivate in vasca, poi trapiantate nei fondali all’interno di tutori biodegradabili stampati in 3D, realizzati con materiale organico prelevato direttamente dal lago, arricchito con il biochar, una polvere di carbone ottenuta tramite pirolisi. Questa miscela aiuta a crescere le piantine e, allo stesso tempo, sequestra CO₂ dall’ambiente acquatico, aumentando così l’efficacia ecologica del progetto”.

Nicola Castelnuovo, responsabile scientifico del progetto, ha continuato la spiegazione: “abbiamo dovuto pensare in modo nuovo per rispondere a due domande: dove trovare abbastanza piante e come proteggerle nei primi mesi di vita. Così abbiamo sviluppato questo metodo innovativo di coltivazione e trapianto, che ha dato risultati sorprendenti, con un attecchimento dell’85%, contro il 14% raggiunto da altri studi in ambito lacustre dell’università della Supsi”.

Dalla sperimentazione alla fase industriale

Dal primo esperimento davanti alla darsena di Viale Geno, i risultati hanno aperto le porte a una più ampia sperimentazione finanziata da fondi europei (Bando Cnr – progetto Syrens, e Interreg Italia-Svizzera). Due nuove praterie saranno realizzate nel primo bacino del Lago di Como, davanti a Villa Olmo: una, di 500 m², finanziata dal bando Interreg, e una, di 1000 m², completamente sostenuta dalla multinazionale comasca Saati, che ha integrato il progetto nel proprio bilancio di sostenibilità. I fondi, per un totale di 300 mila euro, finanzieranno anche la mesosfera, un laboratorio subacqueo che permetterà di monitorare la crescita delle praterie in condizioni protette. “Si tratta di un grande incubatore d’acqua – ha aggiunto Emilio Mancuso, presidente di Verde Acqua – che permette alle piante di superare la fase critica di adattamento. È un’idea semplice ma potentissima. L’obiettivo è coinvolgere sempre più imprese e far crescere la consapevolezza”.

Il ruolo del territorio e delle imprese

La riuscita del progetto Re-lake è anche merito della rete di collaborazioni tra enti scientifici, associazioni e mondo produttivo. Oltre a Proteus, partecipano l’Università dell’Insubria, che monitora l’impatto scientifico, la Fondazione Minoprio per la coltivazione delle piante in vasca e Enerion Renewables, incaricata di certificare l’impatto in termini di carbonio sequestrato. “Stiamo entrando nell’era del blue carbon, il sequestro del carbonio grazie agli ambienti acquatici – ha spiegato Alessandro Pozzi, Ceo di Enerion – Re-lake dimostra che anche in acqua dolce possiamo stabilizzare il carbonio e contribuire alla lotta al cambiamento climatico. Le piante acquatiche, stabilizzando il fondale, trattengono CO₂. Enerion si occuperà anche del monitoraggio e misureremo quanta CO₂ riusciamo a sequestrare”.

Anche Confindustria Como e la Camera di Commercio di Como-Lecco sono attori centrali, promuovendo attraverso la Rete Lariana per la Transizione Sostenibile buone pratiche ambientali tra le imprese locali. “C’è entusiasmo, fiducia e un nuovo modo di fare impresa – ha commentato Antonello Regazzoni, direttore generale di Confindustria Como – basato sulla restituzione al territorio e sulla cittadinanza attiva. Le aziende sono impegnate per un futuro più sostenibile, l’obiettivo è lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato”.

Un lago da proteggere e far rivivere

L’interesse e il coinvolgimento istituzionale sono stati testimoniati dagli interventi dei rappresentanti locali. Alessandro Rapinese, sindaco di Como, ha sottolineato l’orgoglio per questa iniziativa: “Viviamo in un territorio meraviglioso, che continua a crescere. Il fatto che sia bello potrebbe farci adagiare sugli allori, ma invece sappiamo collaborare, come dimostra questo progetto. È una ricerca emozionante: il primo caso di questo tipo in acque dolci. Como deve esserne orgogliosa. Restituire al pianeta ciò che gli abbiamo tolto è un dovere“.

Per Fiorenzo Bongiasca, presidente della Provincia di Como, “il lago è parte della nostra identità. Non è solo una cartolina: è casa nostra. Questa bellezza va custodita. Progetti come ReLake sono fondamentali perché uniscono un approccio scientifico a un forte spirito collaborativo. Sono un segnale che c’è una comunità pronta a rimboccarsi le maniche, a rigenerare ciò che è stato danneggiato. Riportare in vita le piante acquatiche è un gesto simbolico di rispetto: significa riconoscere che la bellezza non va solo ammirata, ma protetta”.

Giuseppe Rasella, presidente della Camera di Commercio Como-Lecco, ha ribadito l’importanza dell’alleanza tra imprese e territorio per una sostenibilità concreta e comunicabile. “Questo è un progetto importante perché la sostenibilità è ormai un tema centrale. Serve un’alleanza tra cittadini, aziende e istituzioni. La Camera di Commercio mette a disposizione delle imprese strumenti come il report semplificato della sostenibilità, per renderci più competenti e attrattivi verso clienti sempre più sensibili a questi temi“.

Il futuro: adozione, trasparenza e coinvolgimento

Uno degli obiettivi del progetto è anche il coinvolgimento diretto della cittadinanza. Marco Fumagalli, coordinatore della comunicazione del progetto, ha annunciato la nascita di una web app attraverso cui sarà possibile adottare una piantina con una piccola donazione. Gli adottanti riceveranno un attestato e un link per monitorarne la crescita tramite webcam posizionate sul fondale. Il prossimo appuntamento pubblico sarà il 22 maggio al Cinema Astra di Como, durante il quale verrà piantata in diretta la prima piantina nel fondale davanti a Villa Olmo, un gesto simbolico ma potente per iniziare a scrivere una nuova storia di convivenza tra uomo e natura.

 

 

 

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