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Lago di Como, l’asilo da abbattere e ricostruire ma l’azienda è “in grave ritardo”: il Comune risolve il contratto

Il comune di Lecco parla di “grave e reiterato ritardo” e di “incapacità di garantire la ripresa delle attività”. Così ha deciso di risolvere il contratto con Unyon Consorzio Stabile Scar, società che avrebbe dovuto demolire e ricostruire il nuovo asilo nido di via Timavo nel rione Bonacina. Ecco quanto fa sapere l’amministrazione in una Nota:

Il Comune di Lecco ha risolto per inadempimento il contratto sottoscritto con Unyon Consorzio Stabile Scar, avente a oggetto i lavori di demolizione e ricostruzione del nuovo asilo nido di via Timavo, finanziato in parte con fondi Pnrr e Gse. Si è intrapreso dapprima, allo scadere del cronoprogramma del 30.9.2025, il procedimento di risoluzione consensuale, che non ha portato a un accordo, non essendo pervenuta da parte dell’appaltatore un’accettazione integrale della proposta formulata dalla stazione appaltante, in esito alle interlocuzioni intercorse.

Il Comune di Lecco attesta che l’appaltatore ha accumulato un grave e reiterato ritardo nell’esecuzione delle prestazioni contrattuali rispetto all’ultimo cronoprogramma approvato (30.9.2025) ed evidenzia la sua incapacità di garantire la regolare ripresa delle attività; tale situazione compromette in modo diretto e irreversibile il raggiungimento degli obiettivi connessi al finanziamento Pnrr, previsto tassativamente entro il 30 giugno 2026, nonché il rispetto delle scadenze fissate dal Gse, pena la perdita dei contributi assegnati.

Nella lettera di comunicazione di risoluzione contrattuale all’impresa viene indicata la data per accertare lo stato di consistenza dei lavori e  nella determina, con preavviso di 20 giorni, viene disposto che la direzione lavori curi, in contraddittorio fra la direzione lavori stessa e l’appaltatore la redazione dello stato di consistenza dei lavori già eseguiti, nonché l’inventario dei materiali, macchinari e mezzi d’opera presenti in cantiere e la relativa presa in consegna. L’impresa dovrà quindi procedere al ripiegamento del cantiere già allestito e allo sgombero delle aree di lavoro e delle relative pertinenze, entro il termine che sarà assegnato dalla stazione appaltante. In caso di mancato rispetto del termine, la stazione appaltante provvederà d’ufficio, addebitando all’appaltatore i relativi oneri e le spese sostenute.

Al momento non risulta possibile definire con certezza la tempistica del nuovo affidamento delle prestazioni residue, ma si procederà per garantire la ripresa e il completamento delle opere per aggiornare il progetto dei lavori, valutando l’approvazione di un progetto stralcio funzionale alla prosecuzione dell’intervento e per individuare la soluzione più rapida ed efficace per il completamento dei lavori, anche attraverso la valutazione degli aspetti tecnici e finanziari connessi.

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