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L’allievo si ribella al vecchio prof comunista. “Caro Emilio, Casa del Fascio è senza ex”

Il pezzo che state per leggere è pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

Il giovane allievo non supera ma contesta il maestro, pardon, il (vero) professore di un tempo. Campo di battaglia della sfida generazionale, la “giusta” denominazione del capolavoro del razionalismo firmato Giuseppe Terragni: la Casa del Fascio di Como.
I protagonisti sono: Emilio Russo, storico dirigente e consigliere regionale del Partito Comunista, attuale segretario provinciale di Articolo Uno-Mdp, ma in questa storia soprattutto ex professore e poi il giovane consigliere comunale di Forza Italia, suo alunno al Pascoli, Luca Biondi.

I due si ritrovano – a distanza di anni – fuori dall’aula di un tempo e divisi da un prefisso: il famoso “ex” davanti alla denominazione ufficiale della Casa del Fascio, piazzato lì sia sulla cartellonistica davanti all’edificio sia in tutti gli atti pubblici dell’Ordine degli Architetti. Una scelta che ha un originario, vero nemico: il nipote del Maestro, Attilio Terragni, da tempo impegnato contro l’odiato prefisso. Difeso, invece, da Russo, che a Comozero ha affidato una sentenza: “Trovo che, al di là del merito, la proposta sia strumentale e segnali il tentativo di sdoganare il regime fascista agganciandosi alla deriva nazionalista-populista-sovranista”.

A questo punto della storia, con la sua tesina realizzata per il quinto anno di scuola superiore, ecco arrivare l’ex allievo del “comunista”: Luca Biondi. Che, 6 anni fa, alla Maturità (con Russo commissario) portò una relazione dal titolo che spiega tutto: “Terragni e la Casa del Fascio”. Senza prefisso.

“Mi spiace, ma devo contestare il mio vecchio professore – commenta – Non ha nessun senso, nel 2018, mantenere quel prefisso. Di cosa abbiamo paura? Che se togliamo ex davanti a Casa del Fascio possa tornare il fascismo?”.
Davanti all’impeccabile mise berlusconian-manageriale, è oggettivamente difficile immaginare il 25enne Biondi in Fez e Camicia Nera sulla base di una ridenominazione del capolavoro razionalista.
“Il fascismo è storia e peraltro una storia che non appartiene più a nessuno della mia generazione – afferma – Per questo dico che è tempo di togliere il prefisso dal nome della Casa del Fascio. Oppure, se proprio vogliamo fare una provocazione, mettiamolo dappertutto, così avremo anche l’ex Colosseo”.

PER APPROFONDIRE
Caro Attilio Terragni, hai perso. Per l’Ordine degli architetti la Casa del Fascio è “ex”

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