Ci sono vie che hanno una doppia anima, che sono come gemelli separati alla nascita con in comune poco più che il nome ma con vite spesso completamente diverse nonostante i pochi metri che le separano. È così per via Milano alta e la sua metà bassa, per via Borgovico nuova e per quella vecchia ed è così, anche se in maniera meno netta, anche per via Diaz.
Perché se nella parte verso piazza Mazzini è tutta un tripudio di negozi, negozietti, ristoranti, fiori e vitalità, superato l’incrocio con via Natta la via sembra quasi una signora che, rientrata a casa, si cambia d’abito e, tolti i tacchi, si concede di rilassarsi, pur senza perdere nulla della sua eleganza. Ecco, via Diaz “alta” è così, pochi negozi ma vere e proprie chicche, un bar come ne sono rimasti (purtroppo) pochi in città in cui sentirsi in famiglia, un locale “giovane” dove mangiare bene e la piazza di San Donnino, là in fondo, con la Pinacoteca che forse dovrebbe trovare una sinergia con questo tratto di via – cosa che probabilmente farebbe bene a entrambi – invece di limitarsi a stare lì ad aspettare di essere scoperta (ma questo è un altro discorso).
“Siamo qui dal 1968 ma questo locale esisteva già da prima e ha sicuramente già compiuto cent’anni” racconta Maurizio che, con la moglie Giovanna e il figlio Domenico, gestisce il bar Diaz all’angolo con via Rovelli, vera colonna portante di questo tratto di strada e uno di quei locali in cui entri e ti sembra di tornare indietro nel tempo, senza il brunch, lo spritz e il finger food ma con i panini farciti al momento, le arachidi sul bancone e un sorriso caloroso dietro il bancone capace di farti sentire a casa.
“Fino all’inizio degli anni Ottanta avevamo i tavoli per giocare a carte e qui ogni giorno c’erano trenta o quaranta persone fisse che portavano movimento anche nella via – spiega – poi le cose sono cambiate ma questa resta una zona tranquilla, frequentata sia dai comaschi che dai turisti che spesso passano di qui dopo aver parcheggiato in viale Varese”.
“Quando abbiamo aperto qui sei anni fa sapevamo che ci sarebbe voluto più tempo per farci conoscere rispetto ad altre vie del centro ma abbiamo scelto di farlo puntando su prodotti di altissima qualità che scegliamo personalmente – raccontano Francesca e Tiziana (foto sotto) tra gli scaffali stracolmi di pasta artigianale e vere e proprie chicche gastronomiche del loro negozio Riflessi di Gusto – oggi abbiamo clienti stranieri che vengono tutti gli anni a fare scorte dei nostri prodotti, ma c’è anche un buon passaggio di turisti e anche di una clientela giovane e molto preparata alla ricerca di prodotti di qualità”
“Possiamo dire con un certo orgoglio di aver contribuito anche noi a dare vita a questo tratto di via, che prima era un po’ marginale, anche portando vita nella piazza di San Donnino con i tavolini al posto delle macchine parcheggiate – è il pensiero di Luca da dietro il bancone del Mystic Burger – i nostri clienti sono comaschi, svizzeri ma anche tantissimi turisti da tutto il mondo, ma questa resta comunque una zona molto tranquilla”.
A sparigliare questo racconto quasi inaspettatamente positivo, ci pensa però Maurizio che dà una mano al figlio Simone nel suo negozio di abbigliamento vintage Street: “La via è sicuramente tranquilla e senza problemi ma qualcosa è cambiato negli ultimi anni – commenta infatti – se restiamo aperti è solo perché ci siamo impuntati e ci fa piacere aiutare nostro figlio, ma il passaggio delle persone ultimamente è molto calato anche per quanto riguarda i turisti, che sono i nostri principali clienti”. Il problema? Sicuramente la pandemia, che non ha aiutato, ma anche l’annosa questione dei parcheggi: “Fosse per me farei posteggiare anche sul viale del mercato ma capisco sia un’idea irrealizzabile – dice – però resta il fatto che se la gente non trova parcheggio a ridosso del centro, preferisce andare altrove e a rimetterci sono le vie come questa e i piccoli negozi”.
Un commento
Concordo anche per questione anagrafica sul giudizio circa la desertificazione dei negozi storici.
Un solo appunto per quanto riguarda la Borgovico nuova.
A parte il fatto che la fa da padrone l’edilizia abitativa, nonché edifici pubblici.
A parte ciò avete mai provato a lasciare l’auto 5 minuti per un acquisto? Multa assicurata e il poco spazio di sosta disponibile è disincentivato da pali .
Se vuoi prendere un caffè o mangiare o comprare nelle strutture sopravvissute devi parcheggiare a villa Olmo o in Piazza Santa Teresa e andarci a piedi. Questo è l’aiuto ai piccoli negozi……..