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Le calde notti in Borgovico. “Il portone sfondato, i pugni. Qui la situazione è degenerata”

Ieri sera era stato il consigliere Matteo Ferretti (FdI) a dar voce in Consiglio all’esasperazione dei residenti della zona di via Borgovico vecchia-piazza Santa Teresa-via Nino Bixio, letteralmente assediati da decine di ragazzi che, quasi ogni notte, si danno appuntamento sotto le loro finestre e tirano l’alba tra schiamazzi, cori e chi più ne ha più ne metta.

Via Borgovico vecchia, Ferretti (FdI): “Di notte aggressioni, schiamazzi, ubriachi. Residenti esasperati”

Oggi invece è il turno di chi vive lì ed è stanco di sopportare una situazione ormai fuori controllo, quando soprattutto un tratto di via Borgovico vecchia accoglie molti giovani di ritorno – anche all’albeggiare – dalle “seratone” tra lago e città.

“Sono stato anch’io un ragazzino e venivo anch’io qui di ritorno dalla discoteca e, da quando vivo qui, non mi sono mai lamentato né ho chiamato le forze dell’ordine ma adesso la situazione è degenerata e bisogna intervenire – ci ha raccontato un residente, portone e citofono in balìa di chi si ritrova lì a far tardi – l’ho fatto solo una volta, quando un padre ha sfondato il portoncino di ingresso e mi ha preso a pugni perché, dalla finestra, avevo urlato a suo figlio di smettere di citofonare. Ma ogni notte qui la strada è invasa da ragazzi che fanno schiamazzi, urla, persino l’inno di Mameli cantato a squarciagola alle 6 del mattino”.

E le tracce del loro passaggio sono ben visibili ogni mattina: “Sulla porta troviamo cose che non è difficile immaginare e ci sono rifiuti e persino escrementi fino in piazza Santa Teresa, è una situazione insopportabile ormai”.

 

Le colpe non sono dei singoli locali che hanno tutto il diritto di fare il proprio lavoro, ma di chi dovrebbe controllare e qui non si vede mai: “C’è chi ha anche gli addetti che cercano di mantenere l’ordine ma i ragazzi sono tantissimi e non è compito degli esercenti occuparsi della sicurezza di tutta la via – dice il residente – Non serve neanche appellarsi all’emergenza Covid e al distanziamento, basta il codice penale e il reato di disturbo della quiete pubblica. Le soluzioni sono due: o si fanno chiudere i locali, ma non sarebbe giusto e non affatto è quello che noi residenti vogliamo, oppure si mette una pattuglia a controllare e mantenere l’ordine. Di certo così non si può andare avanti”.

“Questo è l’esempio di come un’affluenza incontrollata nella via possa portare solo danni ai residenti ma anche ai locali, che rischiano multe o una chiusura come già successo in piazza Volta – gli fa eco Giada Pappalardo, già portavoce di un gruppo di residenti contrari al progetto di chiusura periodica della via nelle sere estive – già con un solo locale la confusione è inimmaginabile, l’intera via chiusa farebbe pensare a una festa come quelle organizzate in passato e attirerebbe una folla incontrollabile. Chi gestirebbe gli afflussi?”.

Un no che, però, non è tassativo ma si appella al buonsenso: “Molti locali già adesso hanno ottenuto il permesso di mettere i tavolini fuori e sono contenti – dice Giada – se proprio vogliamo chiudere la via anche solo una sera al mese dobbiamo pensare a progetti culturali e artistici capaci di attirare un flusso di persone ‘sano’, non solo chi vuole tirar tardi facendo confusione”.

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Un commento

  1. L’aspetto più incredibile è il comportamento del padre del disturbatore che in difesa del figlio aggredisce il malcapitato residente. Si comporta come il “guardaspalle del guappo”. Un ruolo che sembra congeniale a chi non riuscendo a comprendere torto e ragione prende le parti del suo “capobanda” a prescindere. Se poi il “capobanda” è il figlio e il “guardaspalle” è il genitore, abbiamo la lampante dimostrazione che oggigiorno non vale più il detto “tale padre, tale figlio” ma semmai; tale figlio, tale padre”.
    In certe famiglie, ahimè, sono i figli adolescenti che comandano, i genitori obbediscono a prescindere. Poveri loro e pensare che si atteggiano perfino da duri! ?

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