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Le sfide di Aiello, comandante con quattro sindaci: “I turisti, le zone calde, il Como (e il Napoli)”

Il prossimo 19 giugno il corpo della polizia locale di Como festeggerà 155 anni e lo farà con una cerimonia pubblica tra via Pretorio e piazza Verdi, ovvero tra il Duomo e il Teatro Sociale al quale tutta la cittadinanza è invitata a partecipare. “Tra la gente, con la gente, per la gente” è il motto della polizia locale di Como, che da fine 2020 è nelle salde mani del comandante Vincenzo Aiello, tornato a Como dopo una proficua esperienza a Cantù.

Proprio a Como, l’allora 28enne Aiello ebbe il primo incarico da ufficiale nel 2006. “Arrivavo dalla polizia locale di San Giuliano Milanese – ricorda – partecipai a un concorso da funzionario e sono arrivato a Como. Allora c’era il comandante Vincenzo Graziani a cui devo molto, il vice era un’altra colonna, Gregorio Nardone, poi gli ufficiali di grado più alto eravamo io e Aurelio Giannini. E’ stata subito una palestra importante per me la città”. Como che ha subito accolto bene, il dottor Aiello, con i suoi modi schietti e il suo accento campano, che non ha mai nascosto. La città è però anche cambiata tanto negli ultimi vent’anni. Gli 80mila abitanti con il flusso di turisti superano di gran lunga i 100mila in un giorno medio.
“Ormai il turismo si è destagionalizzato, anche se tra primavera ed estate si sente la pressione maggiore dal punto di vista dei servizi, dalla raccolta rifiuti, all’occupazione degli spazi pubblici, al rumore. Sono numeri che impongono alla città anche di fare delle scelte e di decidere correttivi”.

Quali sono questi correttivi e come è possibile vigilare e garantire la sicurezza nelle zone a maggiore concentrazione di persone a fronte di un organico di una settantina di agenti?
La collaborazione con altre realtà diventa indispensabile, dalla Protezione Civile, a chi si occupa della sicurezza dei natanti sul lago, per cercare di evitare le tragedie dovute ai tuffi, anche nel primo bacino come negli ultimi anni. C’è un accordo con l’associazione carabinieri in congedo per la vigilanza di Villa Olmo e altri parchi, abbiamo le Gev (Guardie ecologiche volontarie). Con la Croce Azzurra è stato attivato un servizio appiedato di presidio delle località con maggiore presenza di turisti, per fronteggiare eventuali malori. Abbiamo un accordo con la Federazione dei pescatori, a breve attiveremo il servizio di Bike Patrol con degli operatori in bicicletta la domenica.

Riguardo la viabilità siete sempre in prima linea.
Ci sono diversi punti critici che continuiamo a presidiare. L’amministrazione ha avviato l’iter per la procedura di selezione di nuovi agenti e per la valorizzazione del personale interno. Gli studi dicono che dovrebbe esserci un operatore ogni 700 abitanti e in effetti anni fa Como aveva 118 vigili urbani, oggi siamo molti meno, ma per fortuna esiste un ottimo coordinamento da parte della Prefettura tra le varie forze dell’ordine, favorito anche dai rapporti personali tra chi le comanda. Da questo punto di vista Como è davvero fortunata.

Ha lavorato con quattro sindaci a Como, Stefano Bruni, Mario Lucini, Mario Landriscina e Alessandro Rapinese, mai avuto problemi con un primo cittadino?
Per fortuna no, mi hanno sempre dato grande fiducia, che spero di aver ricambiato sul campo.

Torniamo ai cambiamenti della città, come si avvertono dal Comando di viale Innocenzo?
Como è cambiata nei tempi, è tutto molto più veloce. E’ cambiata in termini di partecipazione al dibattito. Anche attraverso i social, prima alcuni rapporti erano molto diversi, però credo che il comasco abbia mantenuto un forte attaccamento alla tradizione e alla sua comunità. Il cambiamento repentino può sembrare pericoloso, ma sono convinto che la forte identità comasca possa governare e non subire questo cambiamento.

Oltre ai turisti, a breve la sua polizia locale dovrà affrontare la gestione delle partite del Como in serie A, dopo i necessari lavori allo stadio Sinigaglia.
Io sono un tifoso azzurro a tutto tondo, perché il mio cuore batte per il Napoli e per il Como. Sono convinto che avere una squadra in serie A sia soprattutto un’opportunità. In particolare con una proprietà seria e che sta investendo non soltanto dal punto di vista sportivo, ma anche in visibilità. Como ha già convissuto bene in passato con la serie A, come con il Giro d’Italia, il Giro di Lombardia, il Rally di Como e la Centomiglia. Ci vorrà un po’ di pazienza e uno sforzo da parte di tutti, per limitare i disagi, ma le manifestazioni sono fondamentali per il tessuto sociale di Como.

Anche in città restano alcune zone calde, via Anzani su tutte, ma non solo.
Gli studi in materia ci confortano riguardo alla situazione di grave allarme, ma indubbiamente alcuni episodi colpiscono molto anche dal punto di vista emotivo chi li subisce. Posso dire che dal prossimo weekend faremo dei servizi specifici la sera in alcuni punti come ha detto “caldi”. Ma non solo, abbiamo fatto un lavoro enorme sulle truffe, ad esempio, abbiamo attivato dieci gruppi di controllo del vicinato, è stata intensificata la videosorveglianza. Si devono dare risposte serie ai cittadini e non fare promesse che non si possono mantenere. Si deve ancora intervenire duramente su alcuni fenomeni di cui si parla troppo poco, come l’aumento dei casi di guida in stato di ebbrezza ad esempio. In tutta Italia ancora si contano 3mila morti l’anno per incidenti stradali. Noi siamo impegnati ogni giorno sul campo per far sì che la città sia migliore per i cittadini e per i turisti, ma sia anche appetibile per gli imprenditori che vogliono investire qui.

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