Ora l’attacco ai frontalieri non è più solo verbale. E’ diventato una mozione messa nero su bianco dal gruppo della Lega dei Ticinesi e indirizzata al governo. L’obiettivo del partito svizzero? Chiarissimo: bloccare il rilascio di nuovi permessi G, ovvero quelli necessari ai frontalieri per lavorare oltreconfine, proprio mentre in Italia si alzano continuamente voci per chiedere l’apertura di tutti i valichi.
Coronavirus: le restrizioni d’entrata saranno progressivamente allentate a partire dall’11 maggio
E, peraltro, anche negli stessi minuti in cui si apprende che il Consiglio federale, pur rimarcando che i controlli alle frontiere rimarranno ancora in vigore, ha avanzato l’ipotesi di aprire ulteriori valichi di frontiera per ridurre le code a partire dall’11 maggio prossimo (vedi link rosso qui sopra).
Valichi chiusi, Broggi e Alfieri: “Aprire Maslianico e Lanzo, la Regione faccia squadra col governo”
“L’attuale situazione legata alla pandemia di Covid-19 ha avuto il pregio di mostrare a chiare lettere come un sistema economico che si basa su un numero così elevato di frontalieri sia un sistema fragile da più punti di vista – scrive la deputata leghista Sabrina Aldi – La sicurezza interna, in primis quella sanitaria, e il buon funzionamento della nostra economia non possono dipendere da uno Stato estero”.
Valichi chiusi, la Svizzera fa muro. Zoffili convoca l’ambasciatrice al Comitato Schengen
“Dopo l’emergenza sanitaria il rischio sarà quello di incorrere in una crisi economica senza precedenti con un conseguente aumento del numero di disoccupati e persone in assistenza – continua la mozione della Lega dei Ticinesi – In quest’ottica, data la situazione di eccezionale emergenza, si chiede attraverso la presente mozione urgente di porre un blocco immediato al rilascio di nuovi permessi G”.
“La richiesta appare giustifica da motivi di salute pubblica ma anche da motivi di natura economica – proseuge il documento – Prioritario per il rilancio della nostra economia deve essere il ricollocamento di tutti i lavoratori indigeni. Eccezioni possono essere previste solo dopo aver comprovato l’impossibilità per il datore di lavoro di poter assumere personale indigeno”.
“Si chiede quindi al lodevole Consiglio di Stato una moratoria sul rilascio dei permessi G per un periodo sufficientemente lungo da permettere il ricollocamento di tutti i disoccupati ticinesi”, è la chiarissima conclusione.