“A Como avrei l’ospedale a 5 minuti da casa. Ma prenderei 1600 euro e senza tutele mentre in Svizzera ho incentivi costanti e guadagno 5.500 euro al mese”.
Questa è la sintesi dell’amarissima storia emblematica di Stefano Colombo, infermiere che ha studiato e si è formato nelle strutture cittadine dell’ex ospedale Sant’Anna ma che, appena ha potuto, ha lasciato l’Italia, ha varcato il confine e ha trovato la piena soddisfazione economica e professionale in Svizzera, per la precisione in Canton Ticino. Il suo racconto è stato trasmesso in tv da La7.
“Vedi – ha raccontato Colombo nel filmato – quelli sono i vecchi padiglioni dell’ospedale Sant’Anna di Como dove ho fatto diversi tirocini. Invece quella è la palazzina dedicata agli spazi universitari dove ho seguito tutti i corsi nel percorso di laurea in infermieristica”.
“In totale a Como sono stato 4 anni, poi ho scelto di andare a lavorare in Svizzera – ha raccontato ancora – Attualmente lavoro in una struttura per anziani del Luganese e nella mia realtà, come in buona parte di quelle del Canton Ticino, l’80% del personale infermieristico è italiano”.
Colombo ha fatto anche il confronto diretto con la prospettive della moglie, rimasta in Italia: “Facendo il paragone con mia moglie, In Italia ci sono molti meno scatti di anzianità. Lei è ancora infermiera e ci ha messo oltre 10 anni per ricevere il primo scatto di anzianità. Io in Svizzera ho riconoscimenti di anzianità annuali e ci ho messo circa 3 anni per ricevere una promozione. Ora sono caporeparto e guadagno circa 5500 euro mensili. In Italia arrivavo difficilmente a 1500 euro”.
C’è poi il fronte delle tutele e dell’esigenza di lavorare in sicurezza: “Se il riconoscimento economico fosse maggiore in Italia, io avrei l’ospedale a 5 minuti da casa e potrei farci un pensiero. Ma sicuramente ci dovrebbe anche essere maggiore tutela visto che ci sono rischi quasi quotidiani con pochissime tutele e uno scarso riconoscimento economico. Questi non sono incentivi”.
Intervistato anche Massimo Coppia, Segretario Generale Uil Fpl del Lario e Brianza: “Noi notiamo che ogni giorno decine e decine di professionisti della sanità danno le dimissioni da Como, Lecco e Sondrio per andare in Svizzera. Sul solo territorio di Como mancano 500 infermieri”.
“Dal 2014 abbiamo chiesto una indennità di confine più una flat tax per il personale di Como Lecco e Sondrio – ha concluso il sindacalista – D’altronde, chi viene da noi a fare il professionista sanitario guadagnando 1600 euro e con affitti che, nella città di Como, vanno da 800 a 1000 euro?”.