La Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe), aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia, rinnova il suo impegno nel contrasto al dumping contrattuale, un fenomeno in preoccupante espansione (anche a Como) nel settore dei pubblici esercizi che mette a rischio le condizioni dei lavoratori e la lealtà della concorrenza.
La problematica del dumping contrattuale si manifesta attraverso l’applicazione di Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) non rappresentativi, definiti dalla giurisprudenza come “contratti pirata“. Questi contratti non solo erodono le tutele dei lavoratori dipendenti, riducendo i minimi salariali e altre forme di protezione normativa, ma innescano anche un meccanismo di concorrenza al ribasso che penalizza gravemente le imprese che operano nel rispetto delle regole.
Il CCNL sottoscritto dalla Federazione dei Pubblici Esercizi, come gli altri Contratti nazionali di riferimento dei Settori rappresentanti dal Sistema Confcommercio, in primis quello del Terziario, rimangono ampiamente i contratti più applicati, coprendo, nel caso dei Pubblici Esercizi, oltre il 92% dei lavoratori, e ogni forma di concorrenza basata sul dumping delle regole lavorative rappresenta un grave pericolo per la reputazione del settore stesso. L’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha ricordato nel 2025 che le imprese che non applicano CCNL comparativamente più rappresentativi a livello nazionale rischiano di non poter fruire dei benefici normativi e contributivi.
Giovanni Ciceri, Presidente di Confcommercio Como e dei Pubblici Esercizi lariani, ha dichiarato: “Il dumping contrattuale non è solo una sfida economica, ma una questione di lealtà e integrità per l’intero settore. Questi contratti ‘pirata’ minano non solo le tutele fondamentali dei lavoratori, erodendo salari minimi e altre garanzie, ma creano anche una concorrenza sleale che penalizza duramente le imprese che investono nella qualità e nel rispetto delle normative. In Confcommercio Como, il Gruppo dei Pubblici Esercizi è da sempre impegnato a sostenere le aziende che operano correttamente e a contrastare chi, con pratiche scorrette, mette a repentaglio la tenuta sociale ed economica del nostro territorio, collaborando attivamente con enti competenti come INPS e Ispettorato del Lavoro per i controlli e le ispezioni”.
La normativa è chiara: la retribuzione su cui calcolare i contributi previdenziali e assistenziali non può essere inferiore a quella stabilita dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale. Le imprese che non applicano tali contratti rischiano di non poter fruire di benefici normativi e contributivi, come le riduzioni contributive per l’apprendistato, le maxi deduzioni del costo del lavoro, o i benefici per under 35 e donne.
I contratti privi del requisito della maggiore rappresentatività comparativa non hanno alcuna efficacia per l’utilizzo di strumenti di flessibilità come il part-time, l’apprendistato, i contratti stagionali o il lavoro extra.
Questo può portare alla ‘trasformazione’ del rapporto di lavoro nella forma comune a tempo indeterminato. Possono inoltre scaturire crediti patrimoniali in favore dei lavoratori, che il personale ispettivo diffida il datore di lavoro a corrispondere. Infine, la mancata osservanza delle disposizioni relative all’orario di lavoro, come il mancato rispetto della durata massima o dei riposi giornalieri e settimanali, comporta sanzioni pecuniarie significative, che possono variare da 130 a 1.800 euro per ogni lavoratore e periodo di riferimento, con importi maggiori in caso di violazioni prolungate o su più lavoratori.
Graziano Monetti, Direttore Generale di Confcommercio Como, sottolinea le gravi conseguenze per le aziende che non rispettano le normative: “È cruciale che gli imprenditori siano pienamente consapevoli dei rischi e delle pesanti sanzioni che derivano dall’applicazione di contratti ‘pirata’. Questo non è un mero rischio teorico, ma una realtà con conseguenze dirette per la sostenibilità e la legalità delle imprese. Per questo, Confcommercio Como, consapevole del ruolo cruciale di presidio e assistenza sul territorio, invita imprese e lavoratori a rivolgersi ai propri uffici. Affidarsi all’assistenza specializzata dei nostri competenti uffici mette al riparo imprese e lavoratori dai rischi del dumping contrattuale, garantendo la corretta applicazione delle normative”-
In tal senso, aggiunge il presidente Ciceri, “collaboriamo attivamente con le Organizzazioni Sindacali di categoria, Filcams CGIL, Fisascat CISL e UilTucs, all’interno del Tavolo della Bilateralità. L’obiettivo comune è fornire assistenza qualificata a imprese e lavoratori affinché le tutele costituzionalmente previste e garantite nei “nostri” Contratti Nazionali di Lavoro, che sono largamente i più rappresentativi, siano applicate con pieno beneficio di tutti”.