Nel quartiere di Sagnino a Como si è tenuto l’evento finale del progetto Coltivare le periferie, progetto finanziato da Fondazione Cariplo che mira a recuperare aree agricole abbandonate nelle periferie attraverso pratiche di agroecologia multifunzionale e inclusione sociale. Il progetto, promosso da Fondazione Cariplo, si inserisce in un più ampio programma di rigenerazione urbana per migliorare la qualità della vita nelle città, in particolare nelle aree periferiche.
Finalità del progetto è stata quella di rispondere a bisogni complessi di tipo ambientale -territoriale e sociale della periferia cittadina di Como attraverso la coltivazione comunitaria di un terreno in disuso nel quartiere periferico di Sagnino (Como).
Descrivere le finalità, gli obiettivi del progetto e i risultati raggiunti non consente di illustrare e raccontare completamente cosa è stato effettivamente realizzato in questi anni: Coltivare le periferie, infatti, è soprattutto una storia di incontri, di mondi, apparentemente lontani, che gradualmente si sono avvicinati, contaminati e arricchiti reciprocamente, riconoscendosi nei valori alla base del progetto quali, il rispetto e la grande attenzione nei confronti della terra, l’inclusione, l’accoglienza, la condivisione e la partecipazione.
Sembra, quindi, oggi limitante elencare esclusivamente i partner effettivi di progetto (Associazione Comunità il Gabbiano, Associazione di Promozione Sociale Terra Viva, Cooperativa Questa Generazione, Ente Parco Spina Verde, Cooperativa Sociolario) perché nel corso di questi anni si sono avvicinati e affezionati al progetto molti altri enti, sia del pubblico che del privato sociale, che, pur non essendo direttamente coinvolti nella progettazione, hanno contribuito fortemente a far crescere Coltivare le periferie e a connetterlo ad altre progettazioni (sociali e sanitarie) presenti sul territorio comasco tra cui:
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A.S.S.T di Como – Centro Diurno CPS – (orto del San Martino) con cui si è costruita una fitta rete di scambi e incontri che hanno condotto da accogliere presso l’orto di Sagnino persone in carico alla psichiatria che avevano bisogno di fare esperienze anche in contesti diversi e meno tutelanti dall’orto del San Martino.
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Il progetto la “La Disciplina della Terra”, strettamente integrato con il Progetto “Coltivare le Periferie” che ha permesso di sviluppare il lavoro di rete e il lavoro con le scuole per sensibilizzare e coinvolgere le nuove generazioni nei processi di rigenerazione urbana, sostenibilità ambientale e coesione sociale (Avviso per la realizzazione di progetti per lo svolgimento di attività di interesse generale da parte di organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni del terzo settore ai sensi degli art. 72 e 73 del D.G.L. n. 117/2017 – di cui alla D.G.R. n. 23 del 23 marzo 2023 – triennio 2023 -2025)
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I progetti “Bridge: un ponte tra la strada e i servizi” (Finanziato da POR FSE – ente capofila CSV Insubria), “Linkedin: tessere legami per favorire inclusione” (Finanziato da POR FSE – ente capofila CSV Insubria), “Vicini di Strada” (Progetto di rete fra enti che nella città di Como
garantiscono servizi e vicinanza alle persone senza dimora), “Party Con Noi – Prevenzione e limitazione dei rischi nei luoghi di aggregazione e divertimento giovanile” (Finanziato da POR FSE – ente capofila Ufficio di Piano San Fermo della Battaglia) che hanno tutti bisogno, per sviluppare e promuovere le proprie finalità, anche di luoghi non formali dove le persone a grave rischio di marginalità sociale, possano sperimentare e assaporare, anche solo per poche ore alla settimana, un contesto accogliente e relazionale dove fare esperienze lavorative e normalizzanti.
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La Casa Circondariale di Como e U.E.P.E. (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) che hanno accolto nell’orto persone che devono svolgere Messa alla Prova, Lavori di Pubblica Utilità, volontariato e Articolo 21.
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Le scuole per l’attività di sensibilizzazione degli studenti sui temi del rispetto e della cura della natura e delle persone.
«La dimensione di rete e collaborazione fra le diverse realtà e progettualità coinvolte nell’orto di Sagnino, rappresenta più che un valore aggiunto al normale lavoro che quotidianamente conduciamo – aggiunge Stefano Martinelli di CSV Insubria, coordinatore del progetto “Bridge” – per i partecipanti ai nostri progetti il lavoro agricolo è un mediatore eccezionale, che permette alle relazioni fra pari e con gli operatori di fiorire… proprio come la terra che insieme coltiviamo».
«In questi tre anni di progetto agricolo sociale abbiamo raccolto tanti frutti. Alcuni hanno deliziato bocche e nutrito corpi, altri frutti hanno soddisfatto menti e riempito cuori» sono le parole di Giacomo Scarpina, presidente di Terra Viva.
Ma in cosa consiste effettivamente il progetto?
“Coltivare le Periferie” è un progetto di agricoltura sociale che prevede di coltivare la terra, produrre e vendere prodotti dell’orto con metodi naturali e senza usare prodotti chimici e industriali offrendo, al contempo, alle persone più fragili un’esperienza di volontariato e/o di lavoro protetto, anche fortemente educativa e socializzante, a contatto con la natura, in un luogo inclusi vo e accogliente dove tutti si possano sentirsi riconosciuti e accettati per quello che sono e per quello che sanno fare; ma è anche, e soprattutto, un LUOGO di aggregazione NON FORMALE che propone di superare e sfatare alcuni stereotipi sociali fortemente radicati, che inducono a separare, frammentare, stigmatizzare, nelle nostre comunità di vita, le persone tra loro .
«Il progetto tenta di superare gli specialismi e la medicalizzazione della cura che relegano le persone in un ruolo passivo, dentro percorsi prestabiliti e fuori dai contesti di vita: attraverso la cura dell’ambiente ci si prende cura delle persone, in una dinamica circolare e solidale creando un circolo economico virtuoso e sostenibile» sono le parole di Patrizia de Filippi di Associazione Comunità il Gabbiano.
«Il mondo agricolo e contadino è sempre stato accogliente e capace di trovare collocazione e attribuire valore a tutti i membri della famiglia allargata, anche a chi appare meno competente o più fragile» aggiunge Cecco Bellosi anch’egli di Associazione Comunità il Gabbiano.
L’evento del 24 maggio è stato un momento per confrontarsi, raccontare il lavoro svolto, i risultati raggiunti e i progetti futuri; anche un momento conviviale e di festa per dare a tutte e tutti l’opportunità di stare a contatto con la natura in un clima sereno e accogliente.
Coinvolti i referenti di Fondazione Cariplo, i referenti degli enti coinvolti e testimonianze dirette di ospiti e operatori coinvolti nel progetto.
Chi lavora nel progetto?
Il gruppo operativo del progetto è composto da 3 agricoltori e 4 educatori che, insieme agli ospiti e ai volontari, coltivano la terra e le relazioni tra loro.
Chi è stato coinvolto in questi anni?
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2 volontari del servizio civile in agricoltura sociale provenienti dal CSV Insubria che hanno realizzato il loro volontariato presso il campo di Sagnino.
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Almeno 15 operatori sociali di altre progettazioni in particolare del progetto Bridge, Linkedin, Vicini di casa, Party Con Noi e la Disciplina della Terra.
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7 persone accolte come volontari nell’orto.
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7 persone inviate da UEPE (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) per svolgere L.P.U. (Lavori di Pubblica Utilità) e/o M.A.P. (Messa Alla Prova).
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8 persone a grave rischio di marginalità sociale accompagnate dal progetto “Bridge”.
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6 persone che hanno svolto tirocini e/o borse lavoro elargite o dai progetti coinvolti o dai Comuni.
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Una persona in articolo 21 (concessione di lavoro esterno) proveniente dal carcere il Bassone di Como.
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6 persone provenienti dal Centro diurno della C.P.S. di Como, già coinvolte nelle attività dell’orto del San Martino (centro diurno psichiatria di Como).
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2 scuole del territorio comasco e i bambini del CREST