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‘Mi scappa’, mamma e papà gliela fanno fare nell’aiuola: “Per i turisti Cernobbio è un parco senza regole”

Il boom del turismo sul Lago di Como ha aperto ovviamente molti fronti ‘caldi’. Oggi, da una nostra lettrice che invia messaggio e foto, viene sottolineato quello della civiltà dei visitatori.

Di seguito, la lettera (per le vostre segnalazioni la mail è redazionecomozero@gmail.com).

Domenica mattina, pieno centro. I caffè brulicano di turisti con cappuccini schiumosi e brioche alla crema, le strade si animano di famigliole, passeggini, zainetti e sandaletti. Fin qui tutto normale: è estate, è il Lago di Como, e la bellezza si paga… anche con un po’ di folla.

Ma poi, eccolo. Il piccolo episodio che ti rovina il romanticismo lacustre: un bambino si ferma, si dimena e con voce candida esclama: “Mi scappa la pipì!” Il padre, senza scomporsi, risponde: “Guarda, vieni qui che c’è un bel praticello” — ed è lì che scatta il track, cioè il momento esatto in cui l’aiuola urbana viene trasformata in un bagno pubblico improvvisato.

 

Ah, la famigerata “pipì degli angeli”… così viene chiamata con tenerezza l’urina dei bambini piccoli, come a voler dire che è pura, innocente, quasi celestiale. Ma per chi passeggia nel centro di Cernobbio, tra villette storiche e aiuole curate dal Comune, quella pipì ha un odore ben più terreno. E la poesia si dissolve in una scia di sdegno e ammonimenti silenziosi.

Diciamolo: il turismo sul Lago di Como non è più quello dei Grand Tour ottocenteschi, quando viaggiatori colti e gentiluomini inglesi venivano a nutrire lo spirito tra le acque placide e i salotti letterari. Ora il turismo è domenicale, mordi e fuggi, a volte distratto e (troppo spesso) disinvolto.

Arrivano in massa, parcheggiano ovunque, occupano le panchine con borse frigo e passeggini formato SUV. E quando arriva l’urgenza fisiologica? Altro che bagno pubblico: meglio il primo ciuffo d’erba a portata di mano.

Ora, nessuno pretende che un bimbo in emergenza venga scortato fino alla toilette di design del Grand Hotel Villa d’Este. Ma forse, almeno il tentativo di cercare un bagno — o chiedere — dovrebbe far parte del kit di sopravvivenza urbana di ogni genitore.

Il punto non è la pipì in sé (sì, quella degli angeli), ma il gesto che la accompagna: quella rilassata indifferenza, come se il paese fosse un grande parco giochi senza regole. E invece no. Cernobbio è un borgo vivo, abitato, curato, con una sua dignità urbana e, perché no, floreale.

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