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Migranti trasferiti, la Cgil: “Politica indegna di una democrazia”. Pd: “In via Regina chi dorme a San Francesco”

Sono toni molto pesanti quelli usati dalla Cgil di Como per commentare l’improvviso trasferimento di 70 migranti dal centro governativo di via Regina ad altri hub del Nord Italia.

“Nella prima mattinata di oggi – commentano dal sindacato – 11 settembre 2018, le forze dell’ordine, di concerto con la Prefettura e su indicazione del Ministro degli Interni, hanno provveduto a trasferire 70 persone dal centro Governativo di via Regina verso Torino e Bologna. Le notizie sono frammentarie e ancora incomplete, ma da subito compongono un quadro che la nostra organizzazione non può che denunciare con estrema durezza”.

“Settanta persone, migranti ospitati presso il centro, hanno trovato questa mattina le camionette della Polizia di Stato e i pullman ad attenderli – prosegue la nota della Cgil – Stiamo parlando di donne ed uomini titolati a permanere sul nostro territorio, a muoversi liberamente in attesa del completamento del percorso di riconoscimento del proprio status giuridico. Persone che in questo periodo di permanenza hanno intessuto relazioni con il territorio, sono state oggetto del lavoro dei mediatori culturali e dei consulenti legali. Relazioni di comunità e familiari spezzate in una mattinata, nel disconoscimento dei requisiti minimi in capo ad ogni essere umano”

Poi il passaggio finale che è anche il più duro: “L’azione di questa mattina segna uno scarto grave verso politiche indegne di una democrazia occidentale. Indegne di una città che aveva dimostrato di saper affrontare con pragmatismo e solidarietà l’emergenza di Como San Giovanni ed oggi vede spegnersi quell’esperienza nel peggiore dei modi. Le accuse dell’Alto Commissario ONU per i diritti umani Bachelet trovano un sinistro riscontro nella brutta pagina scritta nella nostra città”.

All’attacco anche il Pd sul trasferimento dei migranti. “Era nel programma elettorale della Lega perché come sempre non ha dei progetti di integrazione, ma punta solo a ‘eliminarli’, nascondendoli o spostandoli – dicono Stefano Fanetti e Tommaso Legnani, capogruppo e segretario cittadino del Pd – E questa volta ci è riuscita. Ma la vergogna rimane ed è quella di non aver nemmeno avvisato la Caritas, cioè un’istituzione che a Como ha sempre collaborato con le istituzioni”.
Adesso, secondo gli esponenti dem, le conseguenze saranno chiare. “Chiudere il centro di accoglienza non risolve nessun problema, anzi: a breve avremo le persone in difficoltà accampate sotto i portici di città murata, abbandonate a se stesse. E sappiamo già a chi la Lega darà la colpa: all’Europa”, aggiunge la consigliera Patrizia Lissi.

Fanetti, Lissi e Legnani fanno, tuttavia, una proposta che è comunque rivolta ancora una volta al Comune: “Il campo è praticamente già pronto: ci sono i container, i bagni, gli allacciamenti. Usiamo questi spazi per le persone che non hanno dove andare, per i senzatetto, per chi staziona sotto i portici o a San Francesco. Ci sono le possibilità per accoglierli in tutte le stagioni”.

“Il trasferimento dei richiedenti asilo si poteva fare anche con altre modalità, più rispettose delle persone, che di punto in bianco dovranno aprire un nuovo capitolo della loro complicata vita. Più rispettose del lavoro svolto dal volontariato, che ha collaborato e spesso supplito alle difficoltà delle istituzioni nell’assistenza e nella gestione dell’accoglienza. Più rispettose di Como e dei suoi cittadini, che in mille modi si sono prodigati in questi anni per dare una consistente mano a gestire una situazione non semplice”. Lo dicono Angelo Orsenigo e Chiara Braga, consigliere regionale e parlamentare del Pd, a proposito della decisione di spostare gli ospiti della Caritas.

“La collaborazione tra volontariato e istituzioni è stata un punto di forza del territorio – aggiungono – indebolirla significa indebolire il vero presidio di fronte a una situazione sociale e umana che non si chiude certo oggi: quando si presenteranno nuovi migranti a Como, anche solo quelli colpiti da respingimenti in Svizzera, si pensa davvero che basteranno le sole risorse umane e materiali della Prefettura o del Comune? O l’obiettivo è confinarli nei grandi centri come quelli di Bologna e Torino? C’è chi lo auspica, è vero. Ma è una politica miope”, aggiunge Orsenigo.

“Questo modo di operare è un vero e proprio schiaffo alla città di Como che in questi anni ha gestito momenti anche difficili e una situazione di emergenza vera, due anni fa, e aveva dato prova di saperla affrontare, anche grazie al volontariato, alla Caritas, al tessuto sociale sensibile e accogliente. Ma qui, tocca ribadirlo, manca davvero il rispetto, sia di ciò che la città di Como ha sempre saputo mettere in atto, sia, soprattutto, della vita di queste persone che, da un giorno all’altro, vengono spostate come se fossero pacchi e non esseri umani”, conclude Braga.

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8 Commenti

  1. smantellare tutto e rispedire i container al legittimo proprietario in maniera che risparmiamo anche l’affitto, le Autorità hanno fatto benissimooooooooo! Como ha già dato.

  2. Va bene, Silvia. Probabilmente mi sono sognato tutto… i turisti che frettolosamente si dirigono via dopo essersi imbattuti in un gruppetto di ubriaconi che facevano baldoria su una delle panchine retrostanti il tempio Voltiano, per esempio… E mi sarò anche sognato di aver letto di qualche spacciatore colto in flagranza di reato in zona Locomotiva…a sto punto mi chiedo come mai ci siano tante forze dell’ordine in quel paradiso dove “pascola” felicemente il tuo cagnolino.

  3. Silvia forse è il caso di toglierti le fette di salame dagli occhi. Fatti un giretto zona Locomotiva o nella zona lato lago che va dal Tempio Voltiano al Monumento dei Caduti. E ti sconsiglio di farlo dopo il calar delle tenebre. Poi su tutto il resto, che non sono pacchi postali, che i trasferimenti andavano fatti in maniera diversa, eccetera eccetera, sono pienamente d’accordo.

    1. Nessuna fetta di salame, ci vado regolarmente, certamente non di notte) x “pascolare” la mia cagnolina (che non è un mastino ma un cagnolino di piccola taglia). Certamente una questione sicurezza esiste come in ogni città ma parlare di zona off limits è veramente fuori luogo

  4. Brutto sprecare inchiostro per trarne vantaggi politici.
    Non capisco l’indignazione, le persone trasferite avranno probabilmente (e lo spero) una dimora migliore di quella che lasciano, dimenticando le “baracche” in lamiera.
    Perché Caritas, PD, Sindacato e quant’altri non concordano?
    Spero non fosse altro per essersi affezionati e non per i trentadue euro giornalieri.

  5. Gigi ma che dici? Sono frequentatrice abituale dei giardini a lago e continuo a farlo da anni trovandoli sempre pieni di turisti, comaschi e, certo, anche migranti che non mi hanno mai importunata

  6. Tutte osservazioni corrette. Ma rimane il fatto che i giardini a lago (tanto per fare un esempio) sono of limits per noi cittadini e per le migliaia di turisti che ogni giorni visitano la nostra città. E non venite a dirmi che questi spacciatori, ubriaconi etc etc sono dei “poverini”. Hanno fatto propria una delle parti più belle di Como, degradandola. Punto.

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