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Monte Olimpino, chiuso il parco vittima dei vandali. Rabbia di Paola: “Ecco l’indifferenza”

La differenza che c’è tra una semplice denuncia di degrado e un appello alla responsabilità sociale di un’intera comunità è Paola Minussi.

Ieri, la musicista, scrittrice e presidente della Women in White Society di Como, si sfogava in un lungo post su Facebook contro la mancanza di attenzione al prossimo.

Dai vicini di casa che tagliano indiscriminatamente il verde e bruciano plastica, agli automobilisti che sfrecciano senza badare ai pedoni, a chi imbratta le pensiline con scritte e insulti.

Un post che si concludeva con quella che, in apparenza, poteva essere catalogata come una delle tante denunce di un cittadino:

Ph: Alle Bonicalzi

Decido di andare al parco giochi accanto a casa (il parco giochi realizzato accanto all’Iperal di Monteolimpino Ndr) per consolarmi con le risate dei bambini che giocano allegri con i giochi pensati apposta per loro. Un bel progetto di partecipazione dal basso che ha visto la collaborazione della cittadinanza, della locale assemblea di zona, del Comune e del vicino supermercato. Ma cosa succede? Il cancelletto è chiuso. Ormai da mesi, perché non siamo capaci di frequentare un luogo pubblico senza vandalizzarlo”

Oggi però quel post è l’occasione per fare un discorso più ampio e spiegarne l’intento: “Il mio voleva essere un atto di sfinimento verso l’inciviltà imperante in tutta la città – racconta – quel parco giochi, fin dal momento della sua inaugurazione, è stato spesso oggetto di atti vandalici e il supermercato si è sempre attivato per rimediare. Ora però è chiuso già da qualche settimana ‘per motivi di sicurezza’, come recita il cartello sul cancello”. 

Colpa dei soliti ragazzi maleducati, sarebbe il commento di chiunque.

Ma non il suo: “La colpa è certamente di chi compie questi atti di vandalismo ma anche di chi guarda e non dice niente – commenta Minussi – e soprattutto di chi non offre a questi ragazzi dei luoghi di aggregazione positivi. Penso al centro La Pineta di Sagnino, ora chiuso, ma il problema riguarda tutta la città”.

“I ragazzi non devono diventare il capro espiatorio delle mancanze di noi adulti – conclude – per questo il mio più che un atto di accusa verso di loro è un je accuse agli adulti che fanno finta di non vedere e all’amministrazione comunale, perché si faccia carico delle fasce diciamo così, più ‘vivaci’ della cittadinanza”.

 

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2 Commenti

  1. Cosa c’entra l’amministrazione comunale se oggi non si sanno educare i figli? Un tempo c’era il controllo sociale e se si combinava qualcosa venivamo ripresi dagli adulti… oggi i pargoli sono difesi a oltranza dai genitori e se non si sta attenti si rischiano anche le botte! Meditiamo

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