Per tutta l’estate, sia sui media comaschi che sui social sono rimbalzate le foto dei bagni proibiti nel lago a Como, soprattutto nello specchio d’acqua dietro il Tempio Voltiano, peraltro dove il Lario si mischia con la foce del Cosia. Area dunque tutt’altro che salubre per fare un bagno. Eppure, nonostante i cartelli e le acque non proprio pulitissime, i turisti continuano a tuffarsi.
Oggi, poi, il dramma del ragazzo di 21 anni proveniente dalla provincia di Milano che proprio durante un bagno nel lago, sempre nella zona vietata dietro al Tempio Voltiano, si è sentito male attorno alle 13.45 ed è stato soccorso in codice rosso (massima gravità), ritrovato a 8 metri di profondità. Il giovane è poi deceduto all’ospedale di Monza. Nonostante questo fatto gravissimo – peraltro non il primo in quella stessa zona – molti ci segnalano l’assurda situazione che perdura in quello stesso punto e – come vedremo – anche in molti altri. Le foto che vedete in serie qui sotto sono state scattate attorno alle 18 di domenica 13 agosto, ossia 4 ore dopo la tragedia.
Ebbene, nonostante quanto accaduto e a dispetto dei divieti, almeno ieri, poco dopo il dramma i bagni sono proseguiti anche senza alcun controllo efficace. Persino tantissimi bambini piccoli si sono immersi esattamente in quel punto del lago. E non è finita.
Tuffi e bagni in zone vietate eri si sono moltiplicati anche altrove. Qui sotto vedete la zona dietro al Monumento ai Caduti, vietata esattamente come l’altra poco distante.
Ma anche davanti alla darsena di Villa Olmo – ancora una volta nonostante i cartelli che indicano la proibizione – tantissime persone si sono tuffate nel lago.
Una situazione, insomma, che pare ormai fuori controllo, a dispetto persino dei moniti lanciati da drammi come quello occorso al 21enne milanese nelle scorse ore e a diverse altre persone in anni recenti.
10 Commenti
Si và in vacanza su lago, o si fà le vacanze sul lago per cosa ???? per i divieti o per il lago ????
–quindi proviamo a chiedere ai vari responsabili sindaci quali proposte di spiagge hanno per i pochini turisti che sono arrivati a Como anche questo anno e portano soldi e lavoro, e le multe che se le prendono loro quando sono incapaci di dare e trovare soluzioni !!! Che non dimentichino certi sindaci, che moltissime provincie il lago se lo sognano !!!!
IL PROBLEMA È CHE DA DECENNI LE ZONE LIBERE BALNEABILI SONO IN CONCESSIONE AD ASSOCIAZIONI SPORTIVE SECONDO LA LOGICA DEL CHI PRIMO È ARRIVATO (100 ANNI FA) SI È BEN ACCOMODATO.
ACCOMODATO TRA L’ALTRO PER L’ETERNITÀ VISTO CHE LE CONCESSIONI RESTANO SEMPRE NEI SECOLI AGLI STESSI.
È UNA “MODA” ITALICA E MONDIALE OVVIAMENTE E NULLA LA POTRÀ CAMBIARE PERCHÉ BISOGNA FAVORIRE LA CONCORRENZA (TRA I SOLITI 4 GATTI).
Ormai é abbastanza chiaro: il divieto di per sé non è più un deterrente (in Italia poi non lo é mai stato) ma l’applicazione di una bella sanzione onerosa si.
Cosa si aspetta?
iniziate a mettere multe da 5000 euro. e vedrete che nessuno mette piede in acqua
Pazienza…
I divieti ci sono, liberi di rischiare!
Rimane il fatto che i Lidi hanno prezzi proibitivi per una famiglia che fa fatica ad arrivare a fine mese. In 4 persone, tra entrata, ombrelloni, mangiare, etc, 100 euro non bastano.
I turisti stranieri che stanno facendo il bagno ovunque qui a Como sicuramente possono arrivare a fine mese. Per i nostrani…mi perdoni ma se non arrivo a fine mese magari non vado a fare qualcosa che a priori non mi posso permettere e men che meno insegno ai miei figli a violare un divieto
Nessun controllo…la propaganda continua.
Contenti loro, contenti tutti
Quant’è brutta l’ignoranza.